Nero. Vedevo tutto nero. Sentivo dolore ai polsi legati, penso fossi seduta su una sedia dato che il legno ruvido si faceva sentire, ormai da tempo mi trovavo in quello stato confusionario, seduta su un qualcosa, legata a qualcosa, senza tantomeno sapere il luogo in cui mi trovassi. La paura si stava facendo spazio in me, i pensieri negativi mi invadevano la mente e il fatto che non potessi né vedere nulla né muovermi non migliorava di certo la situazione. O quello era un brutto scherzo o ero stata realmente rapita. Questo era il pensiero che più mi terrorizzava, cosa avrei fatto? E se un maniaco mi avesse puntato la pistola alle tempie? Come sarei potuta scappare? O meglio, sarei mai riuscita a scappare?
Kristen, se questo è un rapimento, non ne uscirai viva.
Rimbombò la mia vocina interna a cui tanto piaceva terrorizzarmi.
Presa dal panico, provai a dimenarmi senza successo quando improvvisamente sentii dei passi avvicinarsi. Quanto avrei voluto non avere una benda intorno agli occhi in quel momento.
"Ciao Piccola, sono il tuo incubo peggiore. E tu, tu sei il mio sogno che si realizza."
Ponunciò una voce calda e profonda vicino alle mie labbra, tanto vicino da farmi rimanere immobile, spaventata. Cosa significava ciò? Cosa avrebbe fatto di me quest'uomo? Senza emettere un suono le lacrime iniziarono a scendere, non riuscivo neanche a singhiozzare alzando la voce, ero paralizzata dalla paura e lui, chiunque fosse, lo capì.
"Non piangere bambina, se piangi per una sciocchezza figurati quando inizierò a divertirmi sul serio." Continuò a parlare a pochi centimentri di distanza dalle mie labbra tremolanti. Era straziante non vedere chi fosse quest'uomo e non sapere cosa volesse farne di me. il suo pollice accarezzò lentamente la mia guancia come per asciugarmi le lacrime, subito dopo sentii qualcosa di umido passarmi sul labbro inferiore. Era la sua lingua, la sua viscida lingua che mi stava leccando il labbro senza fare altro, come se mi stesse assaporando. Mi lasciò un leggero bacio umido sulla guancia, poi non sentii più nulla per qualche attimo. Ascoltai il rumore di una sedia trascinata verso la mia direzione, quando si placò il suono percepii delle grandi mani slegarmi il nodo della benda da dietro la testa e finalmente i miei occhi si poterono aprire. Seduto davanti a me trovai un uomo dagli occhi verdi, all'incirca di 25/26 anni, con lo sguardo serio e la mascella serrata che mi fissava e mi penetrava con lo sguardo.
"C-cosa vuoi da me?" Ebbi il coraggio di balbettare.
"Voglio te." Disse solo, alzandosi dalla sedia e allontanandosi, lasciandomi da sola in mezzo alla stanza, legata ad una sedia.
I miei pensieri iniziarono ancora una volta a vagare.
Che farà di me? Mi domandai.
Lui mi vuole, vuole il mio corpo. Me lo sento. Continuai a torturarmi con questo pensiero, cosa avrei fatto quando lui si sarebbe avvicinato un'altra volta? Chi era poi? Non potevo essere a conoscenza di quel che mi avrebbe potuto fare. Essendo la casa in totale silenzio riuscii a sentire una porta sbattere e delle chiavi entrare nella serratura così, pensando fosse uscito iniziai ad urlare fino allo stremo.
"Aiutatemi vi prego! Qualcuno mi aiuti!" Ripetevo, ma potevo essere ovunque in quel momento. Essendo stata stordita per tutto il tragitto prima di entrare non potevo sapere in che luogo mi trovassi, se in un luogo isolato o chissà dove. All'improvviso lo vidi camminare a passo svelto verso di me tappandomi la bocca con la sua grande mano, avvicinò gli occhi ai miei e fissandomi con le labbra serrate e i denti stretti mi disse:
"Non provarci mai più. Questa camera è insonorizzata, nessuno ti può sentire. Ma soprattutto, non mi devi disobbedire, puttanella" Mi tirò uno schiaffo in pieno viso, per poi continuare a guardarmi negli occhi. Mi strinse con forza le guance con due dita come per prendermi totalmente il viso in mano e mi costrinse a guardarlo in faccia:
"Tu da qui non ci uscirai quindi ti conviene fare la brava, perché le cattive bambine finiscono male, molto male." Pronunciò sorridendo divertito.
"'bambina'?" Chiesi ingenuamente quando tolse la sua mano dal mio viso e finalmente i miei muscoli facciali si rilassarono. Lo pronunciai senza voler risultare irritante, per paura che si arrabbiasse ancora.
"Oh piccola, quante cose devi imparare. Al momento sappi che io sono il tuo padrone e tu sei di mia proprietà, un mio giocattolino. Quindi con te posso farci quello che voglio, capito? E non provare a ribellarti, non te lo consiglio." Sorrise ancora maliziosamente mentre io lo ascoltavo guardandolo dal basso, dato che io ero seduta e lui in piedi davanti a me. Inghiottii la saliva, ma mi rimase un groppo amaro in gola. Quell'uomo era pazzo.Questo era solo per darvi un'idea generale.
Se vi piace la storia fatemelo sapere!
-Sara. 💕

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My daddy want sex || HS
ChickLitEsistono vari tipi di sesso: Sesso, sesso telefonico, sesso violento, passionale. Ma descriverlo é tutta un'altra cosa. La nostra immaginazione può fantasticare quanto vogliamo noi, pronti a leggere? -CONTENUTI +18: scene esplicite. -Storia appena...