Ti aspetterò sempre|| Stydia

Ti aspetterò per sempre

Lydia era in aeroporto, ad aspettare.
Era arrabbiata.
L'aveva lasciata ad aspettare il giorno di San Valentino, dicendole che sarebbe tornato presto. Ma non era tornato.
Erano passati due anni e le arrivò un messaggio, che le diceva di andare all'aeroporto il giorno di Natale alle 18.30 e che sarebbe tornato.
Inizialmente lei era felice. Lo avrebbe rivisto dopo due anni. E in quei due anni era rimasta ad aspettarlo.  Era rimasta fedele a lui, perché ancora lo amava. Perché quando ami qualcuno, difficilmente lo dimentichi.
Quindi lei era li, tra tutte le decorazioni di Natale. Tra tutte le persone che si ritrovavano dopo tanto tempo.
Vedeva persone abbracciarsi, baciarsi, piangere, ridere e scherzare. Vedeva aerei arrivare, partire e restare fermi.
Ma ancora non vedeva lui.
E lo aspettava arrabbiata.
Aveva preparato tutto quello che avrebbe potuto dirgli dopo averlo rivisto. Ma nulla va secondo i piani.
Lei aspettò per tanto tempo.
Aspettò fino a notte fonda, ma lui ancora non arrivava.
Stava bevendo una cioccolata calda stra dolce, per scaldarsi.
«Signorina, sta aspettando qualcuno? È tutto il giorno che è seduta qui» una guardia le era venuta vicino.
Lei annuì, senza staccare gli occhi dalla cioccolata.
«Non vuole tornare a casa? -le chiese di nuovo la guardia - insomma, è Natale»
Lei scosse la testa. No, non voleva tornare a casa. Voleva aspettare finché lui non fosse arrivato.
«No, devo... Aspettare una persona»
«Okay. Allora buon Natale» le disse la guardia alzandosi e andando via, lasciandola sola.
Le arrivò un messaggio "Girati" e lei si girò.
Non fu mai felice come quella sera.
Si alzò da quella scomoda sedia che per tanto tempo l'aveva ospitata e gli andò incontro.
Gli saltò in braccio e lui la abbracció, facendole dimenticare per qualche attimo infinito che era arrabbiata.
Ma poi lei si staccò e si ricordò di tutto ciò che aveva pensato durante quel giorno.
«Mi hai fatto aspettare due anni. Due anni in cui ogni giorno aspettavo il tuo ritorno, che non arrivava mai. Due anni dove ho continuato ad amarti. Due anni. E ora tu sei qui e ti ripresenti senza darmi una spiegazione. Mi hai fatto stare seduta per ore su una poltrona, bevendo cioccolata che ogni volta diventava fredda perché mi perdevo a guardare l'entrata, sperando di vederti arrivare. I miei compleanni non erano più gli stessi, le lezioni a scuola nemmeno. Perché mi mancavi. Perché solo tu sapevi rallegrarmi le giornate, sapevi renderle speciali. Mi davi ogni giorno un qualcosa per andare avanti. Mi hai lasciata a San Valentino e ora torni la notte di Natale con un peluche gigante, sperando di farti perdonare. Ed io continuo ad amarti, anche se te ne sei andato» riprese fiato.
Lui era rimasto zitto per tutto il discorso, aspettando la fine.
«Lydia, so che ti ho lasciata sola a San Valentino, so che hai aspettato per tutto questo tempo. Ma dovevo pensare. Dovevo pensare a noi, a ciò che avrei dovuto fare. E so cosa voglio nella mia vita. Voglio te Lydia, voglio che tu sia mia moglie. Voglio passare tutto il resto della mia vita con te. Voglio svegliarmi nel tuo stesso letto. Voglio coccolarti ogni sera. Voglio darti il "buongiorno" al mattino e la "buonanotte" la sera. Voglio trovarti a casa ogni volta che torno da lavoro. Voglio vedere i film con te alla sera. Voglio passare ogni festa con te. Voglio avere dei figli con te. Voglio costruire qualcosa di duraturo con te. E tu continui ad amarmi dopo tutto questo tempo. Dopo che ti ho lasciata sola.»
Lydia ormai era in lacrime. Nessuno le aveva mai detto cose così dolci.
«Quindi dopo tutto ciò che ti ho detto, devo chiederti una cosa -si girò verso l'orso di peluche e prese una scatolina legata alla zampa del peluche - Lydia Martin, vuoi sposarmi?» c'era il personale dell'aeroporto che li guardava. Le donne erano in lacrime e gli uomini le consolavano.
Lydia annuì felice tra le lacrime e dopo che Stiles le mise l'anello al dito, lo baciò. Perché lo amava e lo ama ancora. Dopo tutto questo tempo, lei lo ama ancora.