Nella mia scuola nelle ore della seconda lingua scelta, nel mio caso francese, bisogna cambiare classe. I compagni cambiano, non tutti ovviamente, ma la gran parte sì.
Non sono mai andata molto d'accordo con i miei compagni di classe, ero davvero timida all'epoca e non volevo avere a che fare con nessuno, quindi provai ad isolarmi nel primo banco per trascorrere l'anno tranquillamente, ma arrivò lui.
Il suo nome era Edoardo.
«Posso sedermi? Tutti gli altri banchi sono occupati.»
«Va bene...» gli risposi titubante.Speravo almeno di poter seguire le lezioni tranquilla, ma ogni due per tre lui cercava di attaccare bottone, stava al cellulare o, comunque sia, attirava l'attenzione della prof.
Certe volte era un inferno stargli vicina... Ma era anche molto divertente.
Grazie a lui attendevo le ore di francese come mai prima d'ora. Non aspettavo altro che sedermi vicino a lui e divertirmi un po'.L'anno scolastico trascorse tranquillo, ogni lezione era divertente, parlavamo un sacco, per poi, puntualmente, venire sgridati dalla prof.
Una volta, per esempio, mentre la prof spiegava io e lui chiacchieravamo liberamente, credendo che non ci vedesse né sentisse, ma non fu così... Mi buttò fuori, ed Edo si fece buttare fuori con me, anche se quella volta lui non c'entrava niente, visto che avevo iniziato io il discorso, coinvolgendolo e la prof se ne era accorta.
Ero agitatissima, era la prima volta che mi sbattevano fuori dalla classe. I miei genitori si sarebbero sicuramente arrabbiati!
Anche se così non fu, fortunatamente...
Edo notò la mia agitazione, quindi cercò di intrattenere una conversazione. Riuscii a calmarmi e, dopo averlo ringraziato, riniziammo a chiacchierare e a ridere. Mi raccontò anche del suo periodo alle medie e la storia della sua famiglia.
Grazie a quel discorso pian piano iniziai a conoscerlo e scattò qualcosa in me, iniziai a provare qualcosa per lui che andava oltre l'amicizia.
Già, io innamorata. Sembra quasi una barzelletta, invece è vero, stento a crederci perfino io.
La sua gentilezza nei miei confronti mi colpì. Aveva sempre un occhio di riguardo per me.Le settimane e i mesi passarono rapidi, e l'anno finì. Venni rimandata, ma non di francese, poiché nonostante non ascoltassi, andavo bene. La materia era matematica, l'incubo di ogni studente, me compresa.
Studiai e mi impegnai tutta l'estate, con il dovuto riposo. Nonostante ciò non superai l'esame di riparazione, e venni bocciata.
Piansi, piansi tantissimo. Mi venne in mente anche l'idea di non continuare più la scuola, ma era solo un "capriccio" del momento, se così può essere chiamato. Ci misi poco a riprendermi, con la decisione di impegnarmi più seriamente, senza lasciarmi distrarre da nessuno. Non avevo più scuse, io ed Edo non saremmo mai più stati compagni di classe.Il nuovo anno scolastico iniziò e, nonostante fossi restia a ciò, diventai subito amica dei miei nuovi compagni di classe. A differenza mia, loro, sprizzavano vivacità ed energia da tutti i pori! Le diverse età non contavano nulla in quel frangente. Quell'anno non vidi quasi più Edo, se non durante gli intervalli o i vari cambi d'ora.
La prima volta che lo vidi dopo le vacanze estive, però, mi salutò con un forte abbraccio, e io ricambiai. Ero davvero imbarazzata, ma allo stesso tempo felice, avrei voluto che quel momento non finisse mai. Le sue forti braccia mi stringevano a sé e, per abbracciarlo meglio, poiché le nostre altezze erano ben diverse, dovevo stare sulle punte dei piedi.
Sembrava quasi una scena da film romantico.
Dopo ciò, non ci parlammo più, se non un "ciao" ogni tanto, scambiato velocemente tra i corridoi.In un certo senso, mi mancano le risate che ci facevamo durante le ore di francese, i nostri discorsi senza senso, gli sguardi e le risate trattenute mentre la prof ci sgridava.
Edo è un ragazzo alto, slanciato, bello, segue la moda e piace molto anche alle altre ragazze, io invece sono una ragazza molto tranquilla che non attira l'attenzione su di sé, vesto in modo molto semplice e per niente alla moda, probabilmente l'uno vicino all'altra sembravamo un'accozzaglia di stili. Per lui sono solo "una compagna di banco" non avrebbe senso dirgli ciò che provo, verrei rifiutata e il nostro rapporto cambierebbe, creando dell'imbarazzo, e non voglio.
Il tempo passò svelto, arrivai all'ultimo anno e mi diplomai con un voto nella media. In quell'anno, non vedendo più Edo, questi miei sentimenti pian piano si spensero.
Un po' mi dispiaque.Ora non vado più a scuola. Non sono fidanzata, ma ho trovato delle vere amiche su cui si può sempre contare. Non sono molte, ma il numero non conta, con loro posso essere me stessa, posso sempre parlare e confidarmi, e qualsiasi sia l'argomento non mi sento affatto a disagio. Vivo la mia vita felice e nel presente.
Solo col tempo capii che quello che provavo per Edo era solo una lieve cotta da semplice ragazza delle superiori. Anche se quando ripenso a quei tempi lo faccio con un gran sorriso e, forse, anche con una piccola lacrima che mi riga il viso non mi pento di nulla, sono felice di averlo conosciuto e di aver trascorso quell'anno con lui come vicino di banco, il migliore che abbia mai avuto.
P.s. spero vi sia piaciuta, l'ho scritta pensando a una ship che si è creata a scuola!
STAI LEGGENDO
Il Mio Vicino Di Banco
Short Story«Questa è la mia storia. La storia di un amore non corrisposto, ma che mi ha aiutata a cambiare.» una lacrima le solcò il viso, pallido e bianco come la neve. «L'amore che provavo per il mio vicino di banco...» concluse. P.s. la protagonista NON so...