Come un mare in tempesta vicino ad un uragano

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Isak abbassò lo sguardo, imbarazzato dall' essersi lasciato prendere in giro così facilmente.

Certo, quando Even gli aveva detto che non poteva mollare la sua ragazza perché aveva ''una gamba finta'', lui si era sentito dispiaciuto per lei e allo stesso tempo invidioso, nonostante tutto, sentendosi poi in colpa per il suo esserlo, e soprattutto per essere così stupidamente innamorato di quel ragazzo che più guardava e più gli faceva sentire le farfalle nella pancia dall'ansia e dal desiderio.

Desiderio di essere notato da lui, desiderio di piacergli almeno un pochino di quello che lui provava nei suoi confronti.

Era poi così impossibile? Forse sì, un ragazzo a quei livelli non l'avrebbe mai raggiunto, neanche se lo avesse voluto con tutto se stesso, fino a perderci la testa più di quanto non l'avesse già fatto.

Già, perdere la testa fino al punto da credere stupidamente a quello Even gli diceva, per poi capire dalla luce nei suoi occhi che in realtà stava bleffando.

Era davvero incredulo di come ci riuscisse, di come riuscisse davvero a non fargli sentire più la terra sotto i piedi e allo stesso tempo gliela fiondasse letteralmente sulla schiena.

E continuava dunque a fissare in basso, cercando di non arrossire, cercando di non sentire caldo sulla faccia e in generale addosso.

Si sentiva fissato, ma non voleva alzare lo sguardo.

Sentiva che se si fosse immerso ancora in quegli occhi limpidi, avrebbe potuto non emergerne più e che le gambe gli sarebbero cedute.

Tremavano infatti, follemente, tanto che avrebbe pregato in tutte le lingue del mondo pur di farle smettere.

Non voleva mostrarsi debole difronte ad Even, era troppo orgoglioso per farlo, e comunque non l'avrebbe fatto neanche con altri.

Si sentiva ancora più osservato mentre ascoltava il cuore sbalzargli nel petto, frenetico come non mai, il sangue che saliva in faccia, il respiro che veniva trattenuto a stento, le dita che accennavano fremiti come le gambe.

Poteva percepire gli occhi del più grande su di se e si sentiva sempre più a disagio.

Chissà che figura pessima stava facendo! Decisamente una pessima; quella del tipico ragazzino davanti alla sua prima cotta che però non lo ammetteva nemmeno a sé stesso, mentendo e mentendo ancora per troppa vergogna.

Continuava a non dirsi innamorato e ogni volta che se lo diceva, la sua convinzione diminuiva fino a diventare minima, rendendo tutto quello su cui si assillava un pensiero stupido anche per lui.

Era follemente cotto di Even, dei suoi lineamenti, dei suoi occhi così intensi, delle sue labbra, dei suoi capelli un po' lisci e un po' mossi, così diversi dai suoi riccioli che nascondeva col cappuccio e con il cappello, sistemato con la visiera dietro, troppo fastidiosa da tenere davanti.

Quando notò che non solo lo fissava, ma che si stava perfino avvicinando pericolosamente, ogni singolo neurone nella propria testa gli sembrò andare in palla, fino a farlo esplodere internamente.

Ogni singolo muscolo del suo corpo pareva essere saltato in aria, non respirava e tantomeno voleva farlo.

Avrebbe voluto essere sepolto da strati e strati di cemento piuttosto di essere sotto quello sguardo indagatore, affianco a quel ragazzo, sempre più vicino, fino a fargli sentire il proprio fiato sul collo.

Voleva che lo guardasse, Even voleva che ricambiasse il suo sguardo e che ricambiasse le proprie occhiate.

Era ad una distanza ormai minima e Isak non sapeva come doveva reagire, se doveva reagire e se non era in realtà un altro scherzo, se non lo stesse prendendo in giro ancora.

Sapeva solo che non poteva ancora a lungo stare a fissare in basso, anche perché non ci sarebbe riuscito più di così, la tentazione di alzare il capo era troppa.

E nonostante maledisse mentalmente se stesso, lo fece, alzò appena il capo, scontrando il proprio sguardo con quel maledettissimo azzurro, irresistibile come non ne aveva mai visti.

Le loro labbra poi, erano così vicine che un solo movimento le avrebbe fatte scontrare, toccare lievemente, dando davvero vita a quelle emozioni assurde che lo stavano stravolgendo come un mare in tempesta vicino ad un uragano.

Isak non poteva non chiedersi se il ragazzo si stesse facendo beffe dei suoi sentimenti, se avesse capito che provava qualcosa per lui e volesse confermarlo, magari per poi dirlo a qualcuno, facendo in modo che presto sarebbe stato sulla bocca di tutti.

L'idea che la cosa giungesse perfino ai suoi amici lo spaventava semmai di più di come si sarebbe sentito a farlo sapere ad Even.

Non voleva che si facessero dei giudizi sbagliati, non voleva che sapessero davvero.

Eppure, nonostante queste domande che riempivano la sua testa, non poteva scostarsi, non poteva fare finta che quelle labbra carnose non gli interessassero, anzi! Era tutt'altro.

Più le guardava e le vedeva socchiuse, pronte a sfiorare le proprie, e più sapeva che le voleva, che avrebbe finito col sognarsele anche se non le avesse toccate con le proprie, assaggiandole, gustandosi il contatto che da poco a poco si sarebbe avviato, a meno che non si spostasse o che Even non si interrompesse, la cui seconda era più probabile delle precedenti, ma che non sembrava intenzionato a farlo neppure un po'.

E si sarebbero davvero baciati se un improvviso rumore non li avesse fatti sobbalzare entrambi, quasi si fossero appena svegliati da una misteriosa trance.

Distolse lo sguardo di scatto, affrettandosi ad allontanarsi.

Non sapeva se ringraziare o maledire chiunque li avesse interrotti in un momento simile, con un atmosfera del genere.

Ringraziare, per aver evitato che, in un modo o nell'altro, potesse compiere qualcosa di cui si sarebbe forse pentito.

Maledire perché, quel bacio, lo avrebbe voluto davvero, lo avrebbe continuato a volere, sapendo che non ci sarebbe più stata un occasione del genere.

Sentiva quasi il cuore esplodergli per tale indecisione, mentre ogni passo che faceva verso la direzione dove era provenuto il rumore improvviso, pesava follemente addosso a lui.

E quando vide Noora, la sorpresa non poteva non essere offuscata dalle troppe opposizioni che lo tormentavano con il solo obiettivo di confonderlo ancora di più.


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Una One Shot a cui non ho potuto resistere... amo troppo questa serie tv, me la sono riguardata così tante volte che proprio, non so. Mi ha stravolto. Amo questa coppia, amo il loro rapporto, amo il procedimento della loro storia, anche se avrei preferito che Even si ingelosisse un po' nei confronti di Isak, il mio adorato Riccioli d'oro... :3

Alla prossima OS ! Un bacio, un abbraccio e keep calm and love EVAK.


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Evak /Skam-Come un mare in tempesta vicino ad un uraganoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora