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  Io e Lei funzioniamo come il gioco "Un, due, tre stella!"
Avete presente? Una persona con il corpo rivolto verso un muro o un albero che sia, conta ad alta voce fino al numero tre, poi si gira e urla "stella".
Dalla parte opposta troviamo l'altra persona che deve cercare di arrivare a toccare l'avversario; ma, perchè in ogni gioco, come in amore, c'è sempre un "ma", nel momento in cui l'altro si gira, noi, non ci dobbiamo muovere.
Semplice, almeno, il gioco.
Io e Lei siamo più complessi.
Chiunque dei due conti, nel momento in cui bisogna girarsi, l'altro sbaglia e se non sbaglia, riusciamo a trovare un errore.
Così iniziamo: "un, due, tre.. Stella!" dice Lei, nella relazione.
Siamo ancora agli inizi, quindi sono ancora distante enon ha visto che ho mosso le dita delle mani.
Sono stato fortunato, lei si rigira e mi riprometto di non fare più quell'errore.
"Un, due, tre.. Stella!" ripete nella relazione e io sono immobile, questa volta non muovo affatto le dita della mano.
Lei mi guarda attentamente, mettendoci un secondo in più di prima, giusto perchè ora può vederci un tantino meglio.
Salvo.
Comincio a correre verso di Lei, corro forte, la voglio mia.
"Un, due, tre, stella!" riprende lei nella relazione.
"Merda!" pensai mentre cercavo di fermarmi da quella corsa.
Capitemi, io la volevo, ma lei preferisce andare con calma, nella relazione intendo.
"Fai tre passi indietro" dice lei. Regole sono regole e indietreggia di tre passi.
Capii che non voleva correre, che rischiare di lasciarsi andare, arrivando da Lei, poteva significare stare male dopo.
"Un, due, tre..Stella" disse nella relazione, con quella paura che io potessi essere dietro di lei, che avessi corso di nuovo.
Si sbagliava, avevo avanzato di forse un passo e mezzo ed ero fermo.
"Calma e pazienza" mi ripetevo.
Mi guardava sempre con quel secondo in più e ogni volta che si girava, aumentavano, ma non m'interessava.
Sarei potuto rimanere fermo anche un minuto, magari anche senza respirare, pur di averla.
"Calma e pazienza" mi ripetevo, passo dopo passo.
"Un, due, tre.. Stella" disse e si spaventò.
Ero dietro di Lei, molto vicino.
Ci guardammo. Era bellissima, occhi castani.
Sbattei le palpebre e lei sospirò.
"Due passi indietro" mi sgridò.
"Ma.. Cosa ho fatto?" chiesi io.
"Hai sbattuto le palpebre" borbottò Lei.
Aveva solo paura, ma la capivo e indietreggiai.
"Un.. Due.. Tre.. Stella" ripetè un'ultima volta nella relazione.
Si girò.
Non avevo corso, le dita delle mani non si muovevano affatto, gli occhi fissavano dritto a me, ma ignorando il suo sguardo.
Ero fermo, sembravo una statua.
Lei indietreggiò. Fece un respiro prolungato, come di paura e si rese conto che ero lì.
Ero arrivato al mio traguardo e non mi sarei fatto sfuggire questa opportunità.
La volevo. Mi voleva, ma aveva paura.
S'avvicinò e i secondi che prima usava per cercare gli errori, questa volta li usò per studiarmi.
Dopotutto le ero così vicino che avrei potuto abbracciarla e scaldarla col mio stesso petto, ma non lo feci.
Non dopo tutta la fatica che avevo fatto, ancora una volta mi dissi: "Calma e pazienza"
Poi si avvicinò con le sue, alle mie labbra; le sfiorò e dovevo godermi quel momento.
Respirai.
I suoi capelli sapevano di tutto ciò che avevo sempre sognato, le guance erano rosse e calde, i suoi occhi in contatto con i miei.
Respirai ciò che c'era di più bello in Lei e lo notò.
Quel respiro, forse pieno d'amore, da cui lei è terrorizzata, lo notò e le uniche cose che ricordo sono: "Non mi fido di te, hai fatto troppi errori" disse al termine della nostra relazione.
M'allontanai, regole sono regole, ma il bacio, quello che era a davanti alle mie labbra, me lo presi.
M'allontanai lasciandole un pezzo di me e io portandomene via uno suo.
L'amore è come un gioco, un errore e devi pagarne le conseguenze.  

- ricordounbacio (tumblr)

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