La guardo mentre si agita lievemente nella culla: arriccia il naso e strizza gli occhi, a scatti stringe piano la coperta nelle sue fragili dita.
Chissà cosa sogni, Elettra. Chissà se sei felice, se ti piace questo mondo che non sembra poi così tragico, visto dagli occhi di un bambino. Forse immaginavi di vivere diversamente, di poter vedere tua madre, di essere in salute. Oh, Elettra, vorrei coprirti gli occhi con la mano ad ogni disgrazia della vita, mi piacerebbe farti vedere solo cose belle, ma essere consapevole anche degli eventi tristi è l' unico modo per crescere. Questo mondo non ti merita, c' è troppa paura e regnano le ingiustizie, detesto non poter cambiare tutto per te.
Si sveglia lentamente, emettendo lievi versi incomprensibili, poi piange un po', ma dopo averla presa in braccio smette quasi subito. Il suo pianto non è fastidioso o irritante, come quello della maggior parte dei bambini, il suo è dolce e tenero, forse un po' malinconico, oltre che breve e raro.

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Elettra
RandomDato che nella sua semplicità non riusciva ad essere amata, amava gli altri per la loro semplicità.