• Alis Pov.
Non appena la campanella suonò, presi di corsa i miei libri e lo zaino. Volevo scappare da quella classe prima che Zayn e i suoi amici venissero a dirmi qualcosa di più offensivo.
Uscii dalla scuola per incamminarmi verso la fermata dell'autobus, e come ogni giorno mi infilai le cuffie per poter ascoltare un po' di musica fino a casa.
Mi voltai un attimo e vidi in lontananza Zayn e i suoi amici salutarsi tra loro. Una morsa allo stomaco mi fece portare la mano su di esso. Perché ce l'aveva così tanto con me? Perché mi odiava in quel modo? Ero sempre stata gentile con lui, eppure lui non faceva altro che ricambiarmi con odio e disprezzo.
Erano ormai quattro anni che venivo presa in giro da lui e i suoi amici, nonché miei compagni di classe. Era nato tutto il primo giorno di scuola delle superiori, nonostante io e Zayn ci conoscevamo fin dall'asilo.
Ricordo che stavamo sempre insieme, anche alle elementari, eravamo inseparabili. Dove c'era lui, c'ero io. E così viceversa.
Poi non so cosa successe, ma quando finimmo le medie, per tutta l'estate sparì e non si fece più vedere e né sentire. Piansi tanto in quel periodo, perché per me era il mio migliore amico e mi ero resa conto che per lui in realtà non era lo stesso.
Quando lo rividi, il primo giorno di superiori era un'altra persona. Non era più lo Zayn che conoscevo io, a cui volevo bene e con cui passavo interi pomeriggi a giocare e a parlare. Una parte di lui era morta, e non riuscivo a capire cosa fosse successo. Mi aveva completamente escluso dalla sua vita, dal suo mondo e mi sentivo morire ogni volta che lo guardavo. Sfogava tutta la sua rabbia, la sua frustrazione su di me.
Mi trovavo sempre a tacere ogni volta che mi prendeva in giro, sperando che insultarmi e maltrattarmi lo facesse sentire un po' meglio, ma in realtà ad ogni suo insulto moriva una parte di me. Mi trovavo a sperare ad un suo ritorno come una stupida, non capendo che ormai l'avevo perso per sempre.
Un magone mi si formò in gola, e mi voltai a guardare l'autobus arrivare. Salii e mi misi seduta in fondo, lontano da tutti.
Ero così arrabbiata con me stessa per aver fallito, per non essere mai riuscita a rivolgergli parola, per farlo tornare da me.
Ero così stanca di sentirmi così inutile. E lui aveva ragione, faceva bene ad insultarmi. Iniziavo a pensare che se mi diceva tutte quelle cose, un motivo c'era.
Non avevo lottato abbastanza per lui, e forse era arrabbiato con me per questo. Doveva esserci per forza un motivo per odiarmi in quel modo.Dopo circa venti minuti l'autobus mi lasciò finalmente davanti casa.
« Mamma, sono a casa. »
« Alis. Ti ho lasciato qualcosa da mangiare, tesoro. »
Mi madre era intenta a pulire il salotto, mentre io mi tolsi il cappotto e andai diretta verso le scale per raggiungere di corsa la mia stanza.
« Non ho fame. Grazie comunque. »
« Ma... Alis, non stai mangiando per niente ultimamente! »
« Sto bene, non preoccuparti. A dopo. »
Chiusi la porta della mia stanza per evitare che dicesse altro, e lasciai la cartella sulla sedia della scrivania. Mi gettai sul letto sospirando profondamente, ero così stanca che socchiudendo gli occhi mi addormentai profondamente.Mi svegliai verso le sei del pomeriggio, più rintronata che mai. Avevo due o tre cose da studiare, ma mi ero già avvantaggia con alcuni appunti che avevo preso in classe quella mattina stessa. Mi alzai per poter scendere un attimo di sotto, e sentii mia madre parlare con qualcuno. La voce era molto famigliare, ma non riuscivo a capire chi potesse trattarsi. Entrai in salotto e mi ritrovai Niall Horan parlare sorridente con mia madre. Sgranai gli occhi e il mio cuore iniziò a battere così forte che credevo stesse per scoppiarmi dal petto. Cosa ci faceva a casa mia? Cosa voleva da mia madre? C'era per caso lo zampino di Zayn?
« Ehi, Alis. È venuto a trovarti Niall. »
Mi sorrise mia madre come se fosse la cosa più bella di questo mondo. Da quando non mi vedevo più con Zayn, non avevo più portato amici a casa e nessuno mi era mai venuto a trovare. Ero sempre rimasta sola e tuttora lo ero. Credeva davvero che Niall fosse mio amico? Beh, si sbagliava. Nonostante non mi avesse mai offesa, lui era dalla parte del nemico e io non volevo averci nulla a che fare con lui.
« Ciao, Alis. »
Mi sorrise appena con gentilezza. Non riuscii a rispondergli, quel silenzio mi stava entrando fin dentro le ossa e lo odiavo. Mia madre si riprese.
« Oh, scusate ma io devo uscire. Vi lascio da soli, tornerò tra un'ora, due al massimo. È stato un piacere conoscerti, Niall! »
« Lo è stato anche per me, signora Carter! »
Avrei voluto fermare mia madre, ma non feci in tempo a proferire parola che subito uscì sbattendo la porta.
Mi voltai verso Niall un po' impaurita, mentre lui continuava ad essere tranquillo.
« Non sono qui per insultarti, sta tranquilla. »
Non sapevo se potevo fidarmi davvero, ma lui si rimise seduto sul divano.
« Siediti, così parliamo. »
Parlare? Di cosa dobbiamo parlare?
Mi misi seduta e incrociai le braccia al petto restando in silenzio.
« Zayn e gli altri non sanno che sono venuto qui, anche perché se lo sapessero sarei nei guai.»
Mi sorrise, anche se il suo volto era un po' preoccupato.
« Come mai stai rischiando così tanto? »
Gli chiesi, appoggiandomi con la schiena allo schienale.
« Perché mi sono stancato. Non ne posso più di vederli comportarsi come ragazzini di dodici anni, è arrivato il momento che crescano un po' tutti. Soprattutto Zayn. »
Abbassai appena lo sguardo al suo nome.
« So che anche tu non ne puoi più, Alis. Per questo sono venuto qui. Voglio che tu inizi a rispondergli come si deve. »
«... Io... Non posso farlo, Niall. »
« Puoi. »
« È quello che vuole, così gli darò solo modo di far peggio. Non bastano le umiliazioni, le spinte, gli insulti... vuoi che mi picchi? »
« Non lo farebbe mai. »
« Oh, ne sei così sicuro? »
« Lo conosco, non si abbasserebbe mai a tale livello. »
« Niall, credevo di conoscerlo anch'io, ma sai, mi sono sbagliata. Lui non è più quello di un tempo. »
Niall sospirò profondamente è il suo sguardo si incupì appena.
« Lo so, ma voglio che la smetta e so per certo che lui continuerà finché non gli risponderai. »
« Si attacca a tutto, anche sul mio aspetto. Mi odia, non capisci? »
« Lui non ti odia. È arrabbiato con il mondo intero e non so perché abbia preso di mira te. »
Abbassai di nuovo lo sguardo, il magone si fece di nuovo strada.
« Non ne posso più, Niall....»
« Senti, io sono qui perché voglio aiutarti. Però tu devi ascoltarmi, altrimenti non riusciremo mai a farlo tornare quello di un tempo. »
« Posso fidarmi? Non mi stai mettendo, vero? Non è un altro dei suoi stupidi e pessimi scherzi? »
« No, posso giurartelo. Voglio essere tuo amico, Alis. »
Sentivo gli occhi bruciare e annuii alle sue parole. Provai a fidarmi, anche se non ero al 100% convinta, ma una parte di me mi diceva che dovevo farlo. Alla fine cosa avevo da perdere? Ormai non avevo più niente e dovevo lottare per lui. Dovevo farlo perché nonostante fossero passati quattro anni, ci tenevo ancora a lui. Ci tenevo da morire, anche se sapevo che non sarebbe stato facile.Quando Niall andò via, mi misi a preparare la cena visto che la mamma avrebbe sicuramente ritardato. Mi sentivo più carica del solito e forse era stato proprio grazie a Niall, al suo appoggio e incoraggiamento. Non che mi fidavo molto, ma lui era l'unico che non mi aveva mai insultata in quattro anni di scuola. Anzi, forse era l'unico che spesso si metteva a difendermi andando contro ai suoi migliori amici. Adesso dovevo solo fare ciò che mi aveva consigliato e sperare che tutto andasse per il meglio.
Quando mia madre tornò, cenammo con calma e subito dopo tornai nella mia stanza per ripassare ciò che avevo per il giorno dopo. Ero piuttosto in ansia, ma una parte di me non vedeva l'ora di vederlo come ormai ogni giorno.