Chapter One

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K R Y S T A L
🌙 posso contare solo su me stessa.

Krystal ritornava a casa sempre tardi, da anni ormai la parola riposo non aveva alcun significato per lei

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Krystal ritornava a casa sempre tardi, da anni ormai la parola riposo non aveva alcun significato per lei. La sua unica ragione di vita era quella di lavorare, lavorare e lavorare ancora... giorno e notte senza mai fermarsi. Aveva tre occupazioni; di mattina faceva la cassiera in un bar non molto lontano da casa, il pomeriggio fino a sera invece si divertiva a tenere i bambini delle signore del vicinato, mentre la notte la riservava per fare la cameriera in un karaoke vicino alla stazione, lavoro che tra l'altro non sopportava, ma che per ovvie ragioni non poteva lasciare.

Viveva con il fratello minore in un quartiere degradato di Busan, il loro appartamento si collocava in un edificio probabilmente vecchio decenni, un minuscolo monolocale con al suo interno lo stretto necessario; due camera da letto spaziose abbastanza da poterci infilare all'interno un letto e giusto un armadietto ad una anta, un bagno e un salotto con zona cottura. Era un posto piccolo per due persone, ma ai due fratelli bastava poter stare insieme, il resto risultava ai loro occhi futile. 

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«Sono tornata fratellino» Annunciò la ragazza, come di sua abitudine, mentre faceva ingresso in casa, incurante dal fatto che ci fosse o meno qualcuno a riceverla.

«Oggi hai fatto tardi Noona»

Il ragazzo aspettava sempre davanti alla porta la sorella maggiore, ma quella volta aspettò più di quanto avrebbe dovuto.

«Brian, ti ho detto mille volte che se non arrivo per la dieci non devi aspettarmi sveglio» Lo sgridò lei spettinandogli i capelli teneramente, dopo aver messo giù il proprio borsone.

«Ero preoccupato, non hai mai fatto così tardi» Esclamò guardando la sorella togliersi le scarpe e buttarsi in seguito sul divano vecchio posto in mezzo al salotto.

«Va bene, non farò più tardi okay? Hai fame?»

Il ragazzino si fece scappare un sorriso enorme per indicare che si, aveva fame.

«Vai a sederti, arrivo subito»

La ragazza si diresse quindi in seguito verso la piccola aria, riservata alla preparazione dei pasti, all'angolo della stanza, e si prese a riscaldare velocemente una porzione singola di noodles. Non ci mise molto prima di poter prendere delle bacchette e portare il tutto al fratello, che nel frattempo si era messo seduto composto sul divano, difronte alla televisione. Gli porse così quel veloce spuntino e si mise seduta al suo fianco. Rimase lì impalata, in silenzio, con le gambe incrociate a guardarlo mangiare, mentre pensava ai programmi del giorno dopo.

«Noona»

«Si?» Alzò il capo lei, risvegliandosi dai suoi pensieri.

«Oggi mi hanno dato i risultati di quel test di cui di parlavo in questi giorni, ti ricordi no? » Rispose lui a bassa voce.

«E..?» Gli accennò un dolce sorriso per spronarlo a parlare.

«Dislessia»


Krystal non aggiunse nulla, spostò delicatamente la ciotola di noodles dalle mani del ragazzo prima di stringerlo in un forte abbraccio. In fondo non era così preoccupata, sapeva che suo fratello era un ragazzino con tanto potenziale, ma allo stesso tempo odiava vederlo mortificarsi in quel modo per una cosa di cui non aveva assolutamente nessuna colpa.

A Brian intanto veniva solo da piangere, gli dispiaceva deludere in quel modo le aspettative della sorella, di nuovo, come sempre, era solo un peso... pensava.

«Fratellino ascoltami» Gli prese il viso fra le mani, gesto che la rimandava a quando erano piccoli.

«Si?»

«Che la dislessia non sia per te un problema ma un punto di partenza, un modo per vedere le cose diversamente, ampliare la mente, per distinguerti in fantasia ed originalità! Va bene?» Cercò di confortarlo in qualche modo.

Lui annuì solamente.

«Finisci di mangiare e vai a letto. Notte, ti voglio bene»

Gli diede un bacio sulla guancia per poi dirigersi verso il bagno, dove si lavò la faccia e si tolse i vestiti del lavoro per mettersi il pigiama, quella era la sua parte preferita della giornata; spogliarsi e abbandonarsi completamente alla stanchezza accumulata durante il giorno.
Una volta finite le preparazioni si diresse in camera, chiuse gli occhi finalmente dopo una lunga giornata, sapendo che, come al solito, Brian sarebbe rimasto incollato allo schermo della televisione fino ad addormentarsi.

Alcune volte Krystal si fermava a pensare a come sarebbe la sua vita se fosse nata in una famiglia comune; con due genitori amorevoli, una sorellina a cui dare i consigli per il primo appuntamento e un fratello maggiore che si prenda cura di lei. Come sarebbero andate le cose se avesse finito l'università, se si fosse trasferita a Seoul per continuare a fare la trainer alla YG, se sua madre non si fosse sposata con un altro uomo o se semplicemente suo padre non si fosse ucciso.

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La sveglia di Krystal suonava puntuale alle sei del mattino, come suoneria utilizzava una melodia che aveva composto suo padre appositamente per lei. Bok Joong era un genio della musica, non era famoso, per niente, ma tutte le volte che si sedeva di fronte a quel grandissimo pianoforte che arredava il salotto della loro vecchia casa, agli occhi di Krystal, lui era il migliore. La ragazzina si divertiva, a volte commuoveva, a stare seduta sopra il piano a guardare e a sentire il papà suonare. Era una bambina normale, direi quasi comune; le piacevano le principesse, amava andare al luna park, andava pazza per il cioccolato, si divertiva a giocare con le amiche al parco dietro casa ecc.

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«Sono arrivata capo» Urlò la giovane mentre faceva ingresso al bar.

«Ti ho detto di non chiamarmi così, mi fai sentire cattiva» La rimproverò scherzosamente la vecchia signora proprietaria del posto.

La signora Jihyo aveva in circa sessantacinque anni ed era l'ex insegnate di musica delle medie della ragazza, motivo per la quale le due avevano un bellissimo rapporto. Erano più di capo e dipendente, erano come nonna e nipote, si volevano veramente bene.

«Scusi, sa, l'abitudine»

Rise lei di ramando mentre andava verso i camerini per cambiarsi, fece tutto velocemente prima di recarsi al suo posto, cioè dietro la cassa. Le piaceva molto quel lavoro e si trovava bene con gli altri ragazzi, l'anziana donna era riuscita a farla sentire come se fossero in una grande famiglia.

«Guarda» Si avvicinò a lei Jihyo poco dopo passandole un volantino.

«Cos'è?» Chiese la giovane senza nemmeno guardarlo, troppo concentrata a preparare la cassa all'apertura.

«Stai ferma e leggi qui»

Krystal in uno sbuffò prese il foglio con malavoglia. «KPOP STAR: the last change» Lesse ad alta voce confusa. «Ripeto: che cos'è?» Domandò appena finì.

«Guardi la Tv?» La squadrò la signora.

«Non ho tempo per farlo, perché?»

«Madonna Kry! Oggi pomeriggio prenditi un giorno di pausa. Parlerò io con mia sorella, la bambina la tengo io. Stai a casa, rilassati e guarda un po' di televisione... poi mi vieni a dire ok?»

«Non c'è bisogno, seriamente... lo farò domenica, tanto è il mio giorno libero» Disse scuotendo categoricamente la testa.

«Non hai capito, non è una richiesta... è un ordine cara»

𝐣𝐮𝐥𝐥𝐢𝐚𝐫𝐝 𝐚𝐜𝐚𝐝𝐞𝐦𝐲.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora