93

3.4K 286 11
                                    

Aveva il labbro spaccato, gli occhi rossi, e tremava. Ogni tanto sembrava cadere sotto il peso dello zaino, e non guardava più la gente, ma per terra, quasi con timore, come se avesse un incubo, al posto dell'ombra.

Però era lì, la ragazza della fermata era di nuovo alla fermata.
Mi sono accorto solo in quel momento che non ci credevo più veramente.
E in mezzo a tutti, fregandomene di tutti, mi sono messo a piangere.

Mi sono avvicinato a lei, ancora sfocata per via delle lacrime, e le ho toccato leggermente una spalla. Lei ha alzato la testa di scatto e mi ha guardato, e io ho potuto notare che, da qualche parte in lei, fortunatamente, la bimba c'era ancora. Ho sorriso piangendo sotto il suo sguardo incuriosito e preoccupato.

-Temevo di non vederti più.- Le ho detto a bassa voce, ma lei ha sentito. È stata in silenzio un attimo.
Poi si è fidata.
-Anche io temevo di non vedermi più.-
Ha sussurrato persino più piano di me.

E allora l'ho abbracciata.

Lei si è lasciata abbracciare, non importava, tutto il resto sarebbe venuto in un altro momento, in un altro giorno, perché non l'avevo mai avuta ma già non avevo più intenzione di perderla.

La ragazza della fermataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora