Se mai un giorno, quando sarò diventata ricca e famosa, qualcuno dovesse chiedermi quel è stata la cosa più difficile che io abbia mai fatto in tutta la mia vita, avrei già la risposta pronta. Essere un adolescente.
Essere un adolescente è un lavoro a tempo pieno, in cui non sono contemplati permessi di qualche ora, giorni per malattia oppure ferie, nemmeno brevi. Essere adolescenti vuol dire tante cose, oppure nulla, a seconda dei casi. C'è chi impara dai propri errori, chi non riesce a superare quello che ha fatto, chi ha tanti amici e chi non ne ha, chi ha la storia d'amore perfetta che tuti sognano, tipo una di quelle che si vedono soltanto nei film, chi ha una relazione a distanza, chi ha una relazione che preferirebbe evitare per smettere di litigare. E poi c'è chi una relazione non ce l'ha proprio.
Gli anni dell'adolescenza sono i migliori e i peggiori, perchè non ci sono libretti con le istruzioni, che spieghino come bisognerebbe comportarsi in ogni situazione così da uscirne indenne e senza neanche un graffio. Il libretto delle istruzioni devi scriverlo tu, e molte volte quei libretti sono pieni di cancellature, ripensamenti, cazzate che si fanno e di cui poi ci si pente.
Non c'è quasi mai un aiuto, però sembra che, anche se tutti prima o poi passano questo periodo, quando raggiungono la maturità succeda qualcosa che fa dimenticare tutto quello che si è provato. Non c'è via d'uscita, devi farti le ossa.
Ovviamente, non tutti escono da questo periodo come ci erano entrati, anzi, per la verità, nessuno è lo stesso.
Si dimagrisce o si ingrassa, si fanno inevitabilmente nuove amicizie, perdendo quelle vecchie nella maggior parte dei casi, si cambia il gusto nel vestire, la musica che si ascolta, i film che si guardano, le parole che si dicono, i pensieri che si pensano, la vita che si vive. E di tutto questo nessuno se ne accorge. O, almeno, così sembra.
C'è chi esce con qualche dipendenza in più, che sia fumo, droga, il profumo di quella persona e ognuno sa a chi mi sto riferendo. C'è chi esce più secchione o più figo, e alla fine c'è la categoria peggiore: quelli che non ne sono mai usciti.
Eppure in ognuno di quei visi, stanchi, consumati, raggianti, pronti a ricominciare tutto di nuovo o chissà cosa, c'è un desiderio in comune. La voglia di parlarne e la certezza di non riuscirci.
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Storie di vite vissute
RandomAzagoraphobia. Skinny Love. Ikigai. Wanderlust. Cosa significano davvero queste parole? Cosa sentono le persone dentro di sè? Da dove derivano e cosa portano? Le loro radici quali sono, quali leggende o credenze popolari le hanno create? Scopriamolo.