12) self-control
Mandai giù un pezzo di torta avanzato dal pranzo di ieri per il compleanno di mia madre e mi misi seduta sul tavolo della cucina con le gambe che penzolavano di sotto.
Da piccolina adoravo stare in quella posizione. Mi sentivo sopra al mondo, anche se finivo sempre per imbattermi nell'ira di mia madre che mi ricordava che esistevano le sedie.
Lee era ancora accuratamente nel mondo dei sogni e io posso fermamente affermare che non ho praticamente chiuso mai occhio stanotte.
Dopo che mia madre aveva visto le condizioni in cui ero ieri sera, mi ha obbligato a dormire qui e dato che il mio migliore amico non ci pensava lontanamente di lasciarmi da sola, si è stabilito qui anche lui. Grazie al cielo.
Vedere come si era rifatto una vita senza di me, e senza la mia presenza, mi aveva fatto tanto male. Troppo male. Sapevo che era una cosa che avevo voluto io andandomene via, ma vederlo con i propri occhi era qualcosa di assolutamente traumatico.
Avevo bevuto dio solo sa quanti cocktail. Ero decisa a farmi passare il tutto alla svelta, ma per quanto mi sforzassi c'era sempre lui nella mia testa. Non voleva saperne di uscire.
Mi presi il viso tra le mani e sospirai lentamente. Adoravo mia madre, ma decisamente avevo fatto una completa cazzata a presentarmi di nuovo qui. Già questo posto mi era sempre stato stretto, adesso sento come se fosse quasi impossibile tornare a viverci. Fortuna che sono tornata a Londra. Sarei morta dal dolore a Glasgow.
Sentì il campanello suonare e con la lentezza di un bradipo in coma, mi alzai dalla mia posizione e uscì dalla cucina diretta verso la porta d'ingresso.
Non avevo voglio di vedere nessuno, ma non potevo nemmeno chiudermi in casa e fare finta che non ci fosse nessuno, probabilmente era mia madre che rincasava dopo il suo turno mattutino.
Aprì la porta senza pensarci e mi trovai davanti l'ultima persona al mondo che volevo vedere mentre ero ridotta in queste condizioni.
Logan Wilson.
Restammo qualche secondo a fissarci. Era bello, dannatamente bello da togliermi quel poco di fiato che mi era rimasto. Possibile che la vita sia così stronza?
Indossava un paio di pantaloni di un completo gessato neri e una camicia di colore azzurro che rendeva se possibile, ancora più favolosi i suoi lineamenti. In piedi portava un paio di scarpe eleganti di pelle nera. Sembrava appena uscito da una rivista di moda e era dannatamente attraente. Oh porca vacca qui ci vuole del controllo.
Me ne stavo li, impalata come un tronco a fissarlo e probabilmente sbavando anche sulla sua figura, mentre lui mi squadrava dall'alto in basso e per un secondo mi maledissi mentalmente per non aver indossato i pantaloni. Ero in canotta e slip davanti a lui. Bello spettacolo Eleanor.
-tesoro!-
Sorrisi sentendo la sua voce e mi voltai verso le scale dove lo vidi arrivare ancora mezzo addormentato e sbadigliando. Indossava un paio di boxer blu e una canottiera abbastanza attillata a maniche corte. Era un dio greco, e probabilmente poteva crearsi anche un fraintendimento in questo momento. Sia per come mi aveva appena chiamato che per come si era presentato in salotto. Merda fritta.
-non ti ho trovato a letto!- si bloccò di colpo vedendo che non ero sola e la sua espressione si trasformò lasciandomi intravedere un sorriso sghembo nascere sulle sue labbra carnose.
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Change My Life {COMPLETA}
ChickLitEleanor Carren, diciassette anni, ha tutto quello che può desiderare dalla vita. Soldi, amici e popolarità. Una classica reginetta del ballo. Cresciuta senza un padre che le dicesse cosa era giusto e cosa no. una madre stanca di stare sola. Tutto è...