Il sogno

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Intravede un'ombra, una lunga sagoma che la guidò per un corridoio. Mentre seguiva l'ombra si accorse delle mura rosse che la circondavano. C'era uno strano odore in quel corridoio, in un primo momento pensò che fosse ferro ma con una accurata attenzione si accorse che era sangue. Le pareti che la circondavano erano sommersa da sangue. A quel punto la ragazza si fermò davanti una parete e l'ombra prese una forma.
"Volevi sapere cosa accadrà alla tua famiglia. Eccoti servita."
Non riusciva a capire. Tutto quel sangue da dove veniva, perché aveva parlato della sorte della sua famiglia? "Non capisco..." sussurrò la ragazza. "Cosa c'entra la mia famiglia con tutto questo?" E in quell'istante si sentì pervadere da una sensazione straziante, da un dolore lacilante che partiva dal petto e si propagava per tutto il corpo. "Lo capirai ben presto." Rispose l'ombra. La ragazza si girò per guardare la sagoma che l'aveva portata fin lì e rimase sbalordita nel costatare che si trattava del suo migliore amico. Era diverso. Aveva molta peluria, denti affilati, artigli e occhi di un azzurro metallico. Forse si era sbagliata, forse non era Alex ma quando parlò tutte le sue fantasie crollarono. "Si, hai capito bene. Sono io. Scoprirai ben presto che non mi conosci del tutto come ti ostini a credere." Com'era possibile? Lei non conosceva il suo migliore amico? Era impossibile. Si dicevano tutto ed erano come fratelli. Non voleva credere a quello sconosciuto. Ma era davvero uno sconosciuto? Lo sguardo era quello di Alex, uno sguardo tagliente e misterioso. La postura eretta era la sua. Ma allora perché era così diverso? "Cosa accadrà alla mia famiglia?"
Il presunto Alex le si avvicinò e le disse:" Lo scoprirai a tue spese."
Che voleva dire? Che non poteva far niente per aiutarli? Non sarebbe rimasta con le mani in mano. "Posso impedirlo?" Chiese la ragazza.
Alex sembrò pensarci su, poi rispose:"Un modo c'è ma cambierai. Non sarai la stessa."
Si raddrizzò e lo guardò dritto negli occhi. "E sia. Cambierò per il bene della mia famiglia."
Alex accennò un sorriso.
Eloise si svegliò di soprassalto. Era davvero stato solo un sogno? Prese lo smartphone che aveva lasciato sul comodino e vide l'orario. 7:46. Era in ritardo. Si precipitò in bagno e indossò le prime cose che trovò nell'armadio. Quella mattina a malincuore avrebbe rinunciato alla sua splendida colazione al bar con Alex. Le sembrò strano come la madre non l'avesse svegliata. Ma di questo se ne sarebbe preoccupata in un secondo momento. Corse a perdifiato al piano inferiore e prese lo zaino dove infilò vari quaderni. Con un po' di fortuna avrebbe preso il treno delle 7:55. Uscì di casa e corse fino alla stazione che non distava molto da casa sua. Arrivò in tempo. Il treno era ancora lì, si infilò dentro e qualche secondo dopo le porte si chiusero. Prese posto accanto a un'anziana signora che non la degnò di uno sguardo. Eloise estrasse dalla tasca le cuffie e il telefono. Non sapendo scegliere quale canzone ascoltare inserì la modalità casuale. E mentre ascoltava la musica ripensò al sogno.  Sognava molto e i suoi sogni erano molto strani. Ma spesso sognava cose che nel susseguirsi dei giorni si avveravano. Era una specie di dono di famiglia, o almeno così diceva la nonna. La sorella era quella più brava poiché i suoi sogni erano i più nitidi. Eloise non aveva mai creduto a questa diceria sui sogni finché non sogno una cosa che ci mise molto tempo a decifrare. Quando il treno si fermò ebbe un tuffo al cuore. Non si era resa conto che era quasi arrivata. Scese dal treno e si incamminò verso scuola. Quando arrivò a scuola la prima ora era già iniziata ma entrò lo stesso. Bussò e quando il professore nell'altra stanza urlò:"Avanti." Aprì la porta. Tutti si girarono a guardarla e lei si precipitò a dire:"Scusate il ritardo." Il professore la squadrò dalla testa ai piedi e disse:"Si accomodi." E così fece. Si sedette al suo solito posto. Prima fila, terzo banco. Il suo compagno di banco la salutò e disse:"Pensavo che mi avresti lasciato solo. Come potevo sopravvivere con quello senza di te?" José odiava il professore Davis, come del resto tutta la classe. Insegnava letteratura e quando venivi interrogato ti metteva al tappeto.
"Non ti abbonerei mai nelle grinfie del professore." Rispose.
Letteratura, come diritto, era una delle sue materie preferite e quindi Eloise non aveva problemi nell'essere interrogata. Mentre il professore Davis spiegava un argomento nuovo, la ragazza ripensava al sogno ma fu interrotta da José che disse:"Stasera usciamo, ti va di venire?"
Non aveva voglia di uscire quel giorno, avrebbe preferito starsene a casa a leggere uno dei suoi libri. Ma era la millesima volta che rifiuta un invito di José. "Chi ci sarà?" Il ragazzo con i suoi occhi castani si guardò intorno con fare furtivo. "Ovviamente io, Antoinette, Rafael, Clarissa, Ben e la mia crush." La sua crush. Aveva questa cotta da ormai due anni e tutti ne erano a conoscenza, eccetto la crush. "Fammi indovinare, è per caso Iris?" Il suo compagno di banco sorrise e disse:"Perfino il nome è bello. Allora vieni?"
Eloise era molto indecisa.
"Se non vieni, Antoinette non verrà."
Era la sua migliore amica e ogni volta che Elosie non usciva glielo rinfacciava. "Ti faccio sapere più tardi."
Dopo le interminabili ore suonò la campanella che diede ai studenti un momento di tregua. Tutti si precipitarono nella mensa. "Eloise!"
Scrutò tra la folla e si accorse di Antoinette vicino al suo armadietto che la salutava. Le andò vicino e la salutò. "Vuoi sapere le ultime novità?" Senza ricevere una risposta, la ragazza continuò:"Camille e Scott sono fidanzati! Da non crederci." Sbalordita dalla notizia, Eloise chiese:"Seria? Camille con quello?"
"Lo giuro. Li ho visti con i miei occhi. E poi ne parla tutta la scuola. Perché sei sempre l'ultima a sapere le cose?"
Era una cosa che si chiedeva. Perché era sempre l'ultima?
"Forse perché non mi interessa più di tanto la vita privata degli altri."
Arrivarono in mensa e dopo aver preso il cibo si sedettero al loro solito posto dove già c'erano José, Ben e Clarissa. "Ragazzi sono sconvolta." Disse Eloise.
"Perché?" Domandò Ben.
"Camille e Scott sono fidanzati. Ma vi rendete conto? Loro. Insieme."
Gli occhi verdi di Clarissa si posarono su di lei. " Sono fidanzati da tantissimo tempo e tu soltanto ora lo sai?"
Inghiottito un boccone Eloise rispose:"Non mi tengo aggiornata sulle notizie degli altri...Avete visto per caso Alex?"
Clarissa che era segretamente innamorata di lui rispose:"Lo avevo visto stamattina fuori scuola...Oh eccoli lì."
Tutti seguirono lo sguardo di Clarissa. Alex stava andando verso di loro ma quando vide Eloise si sedette ad un altro tavolo. Era strano il suo comportamento. "Perché non viene qua?" Chiese Ben senza ricevere alcuna risposta. Eloise si alzò e andò da lui. "Alex." Lo chiamò.
"Eloise."
Perché si comportava in quel modo?
"Ti posso parlare?"
Tutti i ragazzi di quel tavolo avevano gli occhi puntati su di lei. Alex si alzò e insieme uscirono nel cortile. "Perché ti comporti così? È successo qualcosa?"
"No." Rispose l'amico.
Ma non c'era verità in quegli occhi castani. "Ora devo andare. Ci sentiamo più tardi, ok?" E poi andò via, lasciando Eloise da sola.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 06, 2018 ⏰

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