Time #1 [Stony]

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POV S.

Ti guardo. sei qui, davanti a me, occhi negli occhi. Eppure non siamo mai stati così distanti.

Io lo so. Forse è difficile capire gli intermezzi, ma so che tu sai, in ogni momento, quello che sto pensando. Sono un libro aperto per te, lo sono stato fin dal primo momento che mi hai visto e che hai pensato che fossi un completo idiota, che non starà mai al passo con i tempi e che non potrà mai capire.

Siamo così distanti io e te.

La nostra frequentazione è sempre stata turbolenta, abbiamo sempre avuto opinioni contrastanti ma in ogni circostanza eravamo presenti l'un l'altro. Eravamo consapevoli di avere punti di forza e punti di debolezza, sapevamo quali tasti toccare, sapevamo quali fossero i nostri limiti. Giorno dopo giorno le nostre vite procedevano: un sguardo, un tocco, una battuta, un sorriso.

Ecco.

Quel sorriso.
Quello era un nervo scoperto per me, una sensazione mai provata. All'inizio la reputavo una sciocchezza, ma un tarlo è risaputo, quando entra non esce più. Scava, fino a toccare più e più volte quel nervo scoperto che man mano si trasforma in un fascio di nervi, fino ad arrivare a scuoterti, toccando tutti i nervi del corpo, provocando brividi, languore ed irresistibile desiderio.

Non conosco il giorno, non so il momento, ma so che quel sorriso si fa sempre più bello e stupidamente mi chiedo come ho fatto a non notarlo prima.

Tutto questo però deve rimanere celato.

Tu non puoi saperlo.

Io non devo provarlo.

E così l'ho nascosto, ma tu non sei stupido. Io e te abbiamo condiviso troppo per poter riuscire in qualche modo a non farti notare i cambiamenti che serpeggiano in me.

Sono stato scontroso, e tu mi hai fatto ridere.

Sono sparito, e tu sei venuto a cercarmi.

Sono stato rude e cattivo, e tu, dopo avermi fatto del male a tua volta, mi hai chiesto scusa, a modo tuo.

Ho fatto il possibile ma tu hai continuato a scavare per capire cosa ci fosse dietro a tutti quegli atteggiamenti dissonanti.

Ed ora eccoci qua.

Occhi negli occhi. Tu sei sempre stato bravo a leggermi dentro ed io non sono mai stato alla tua altezza, troppo distratto dalla tua figura, dalle tue parole, da Te.
Mi chiedi cosa ci sia che non va. Non c'è nulla, mi sono solo reso conto che vorrei farti mio, ora, qui, su questo tavolo, sul pavimento, nel tuo laboratorio, nell'armeria, in camera. Ora, oggi ed domani.
Vorrei sentirti sulla mia pelle, sui miei vestiti, sulla mia armatura. Vorrei che le tue mani esplorassero il mio corpo. Vorrei che i tuoi occhi mi guardassero con desiderio e che lo trasmettessi sulle tue mani viaggiando sul mio corpo, lo esplorassi come terra straniera e fossi ammaliato dalle bellezze che, forse, potrebbe offrirti, e tutto questo lo posso immaginare chiaramente come se lo stessi vivendo perché è ciò che penso di te ogni maledetto secondo.

Occhi negli occhi. Siamo qui, ad un passo di distanza. Posso sentire il tuo respiro sovrapporsi al mio, il calore del tuo corpo che abbraccia il mio, la mia pelle bramosa di un contatto. Devo tenere ferme le mie mani, le serro. Ho paura che un piccolo movimento possa essere letale.

Cosa devo fare con te. Mi guardi cercando la verità dietro i miei occhi che scartano di lato.
Porti una mano sul mio viso e costringi il mio sguardo a posarsi di nuovo sul tuo.
Mi guardi e lo vedi, trovi quello che stai cercando. Allora sorridi teneramente ed io capisco.

Mi lasci vedere dietro i tuoi occhio.

"Dammi tempo" dicono.

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