Non sapeva bene quando precisamente successe, quando si era pentito di starsene lì, con il cuore spezzato a guardare l'amore della sua vita oltrepassare il confine, forse nell'esatto momento in cui quella sbarra si alzò, portandosi via l'unica persona che lo avesse mai davvero reso felice, o forse mentre se ne stava sul treno diretto a chicago, ripensando a quanto siano stati stupefacenti gli ultimi giorni della sua vita, lontano da tutto, e incredibilmente vicino a Mickey, o magari, quando aveva oltrepassato la soglia di quella casa, che avrebbe dovuto essere la sua, quando quel vuoto maledetto gli si è piantato sulla bocca dello stomaco, passando per la gola, quel vuoto che, 365 giorni, un ringraziamento, un natale, un compleanno, un estate dopo, non lo aveva ancora abbandonato.
L'ultimo anno è stato solo questo, una grande macchia nera nella sua vita, fatta di gente che non aspettava altro che avesse il suo prossimo crollo bipolare, di lui che non faceva niente per smentire l'ipotesi, perché a cosa sarebbe servito, cosa avrebbero potuto saperne tutti del loro amore, e di quello che stava provando, e di lettere non inviate, per lo più contenenti racconti semplici delle sue giornate tristi, lavoro, famiglia, qualche scusa vuota che probabilmente non sarebbe mai arrivata a destinazione, un paio di ti amo gettati nel mezzo e alcuni mi manchi macchiati di lacrime amare.Ian aveva commesso un sacco di errori nella sua vita, più di quanto aveva immaginato fosse possibile commetterne, ma nessuno, era peggio di aver lasciato andare Mickey Milkovich, forse per sempre.
Aveva creduto fosse la cosa giusta, che quella fosse l'unica opzione possibile per il loro tanto incasinato quanto grande amore.Ma ora, mentre scarabocchia la sua carta da lettere, con troppi Mick scritti sopra, si rende conto che, l'unica cosa che davvero lo tiene in piedi, è la speranza che quel bacio prima del confine non fosse stato l'ultimo, la speranza di rivedere quel sorriso, di perdersi in quegli occhi blu, e di sentirsi nuovamente vivo, la speranza di tornare a respirare.
Decide di andare da Mandy, solo qualche mese più tardi, dopo aver trascorso la metà del tempo piangendo rannicchiato in se stesso immaginando le braccia di Mickey ad avvolgerlo, e l'altra metà a fissare un telefono che non sarebbe mai squillato.
Quando lei apre la porta del suo appartamento, sorride tristemente, nel costatare gli occhi di quello, che è sempre stato il suo miglior amico, rossi e un pó gonfi, lo tira in un abbraccio, ed è la prima volta dopo mesi, che Ian si sente più tranquillo, lo porta dentro e gli porge un bicchiere d'acqua, per lo più per calmare i suoi visibili nervi, lui sorride in apprezzamento. Mandy lo conosce bene.
Dopo quella che sembra una vita si siedono nel divanetto situato al centro della stanza, nessuna parola è stata ancora scambiata."Come stai?" Chiede Ian, e anche se è sincero nel desiderio di sapere come sta procendo la vita della ragazza, entrambi sanno il motivo per cui si trova lì.
"Perché non ti limiti a chiedere quello che già so vuoi chiedere?" E la sua sfacciataggine lo fa sorridere di nuovo, gli ricorda Mickey.
"L'hai sentito?"
"No" ma i suoi occhi volano lontano da lui, fermandosi a fissare un punto vuoto sul muro del salotto.
"Stai mentendo"
"Lui non vuole che tu sappia dove si trova" torna a guardarlo adesso, un piccolo angolo della bocca si contrae in un ghigno che sa di scusa, può notare lo sguardo ferito e incredulo del suo amico, può notare gli angoli di quei bellissimi occhi verdi riempirsi di lacrime che cerca di non lasciar cadere.
"Non puoi essere sopreso Ian, gli hai spezzato il cuore" la sua voce è morbida adesso, odiava essere la messaggera di qualcosa che gli avrebbe provocato tanto dolore, ma non aveva intenzione di cedere, doveva farlo per Mickey, per suo fratello, aveva sofferto abbastanza, non poteva permettere succedesse di nuovo, glie lo doveva, doveva essere lei, a proteggerlo questa volta.
"Non permetteró che tu gli faccia del male ancora una volta, lo hai distrutto, questa cazzata di lasciarlo andare da solo, è stata l'ultima goccia, capisco le tue
ragioni Ian, ma non sopraviverebbe questa volta"
