Chapter 5 - Since

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-No, non così!- rise Christian, coprendosi la faccia con la mano.
La sua risata riecheggiava tra le mura dell'aula di musica come il suono di uno strumento allegro.

Emma alzò un sopracciglio.
-Senti idiota, com'è che prima l'ho fatto bene e ora no?- gli domandò, sciogliendo la posizione e puntandogli l'archetto contro.

Christian alzò le mani sorridendo.

Emma aveva i capelli legati in un tuppo mezzo disfatto per il troppo muoversi, e indossava una maglia grigia a maniche lunghe, con dei jeans strappati neri.
Il suo sguardo era, per Christian, uno spartito le cui note correvano troppo veloci per poterle leggere.

-Secondo me, mi prendi per il culo,- disse Emma, poi roteò gli occhi ridendo e riprese il violino nella giusta posizione: il suo mento si poggiò sulla mentoniera come in un gesto abituale.

Era incredibile la velocità con cui imparava a suonare.
Christian la guardò di sottecchi.

-Che poi, ieri ho visto da qualche parte le note della suoneria della Nokia... Non me le ricordo, aspetta,- fece Emma gonfiando le guance, e mise le dita sulle corde, impugnando l'archetto con l'altra.

Cercò goffamente di riprodurle, ma il violino strillò infastidito.

Christian scoppiò a ridere.
-Non penso che la canzone della Nokia faccia così,- le confidò, ma così si beccò soltanto un'altra occhiataccia da parte di Emma.

-Sì sì, ridi di me, bravo!- fece Emma facendo una smorfia. Ma anche lei nascose un sorriso, mentre si passava un dito sulla fronte.

Sbuffò.
-Insomma, è quasi un'ora che riprovo lo stesso passaggio, non so se te ne sei reso conto.- gli ricordò, guardando l'orologio appeso sopra la porta.

Christian non si girò neanche.
Si strinse nelle spalle.-Riprovaci, forse ora ti riuscirà.- le consigliò, mettendosi comodo sulla sedia.

Emma roteò gli occhi.
-Non ci penso proprio!- gli disse, scuotendo la testa.-Basta, penso mi prenderò una paura.

Gli passò il violino e l'archetto stendendo le braccia in avanti.

Christian strabuzzò gli occhi.
Guardò il suo violino nelle mani della ragazza, e sentì una strana sensazione strusciargli sotto la pelle, che viaggiava a braccetto con il sangue nelle vene.

-Non pensavo fossi una di quelle ragazze che si arrendono facilmente,- le confidò, alzando gli occhi azzurri su di lei.

Gli occhi scuri di Emma si pietrificarono.
Rimase immobile per qualche istante.

Poi, riacquistò la posizione e si portò il violino vicino, stringendo tra le dita l'archetto. E cominciò a suonare.

Le sue dita si muovevano lente, con calma, scivolando sulle corde come acqua.
Una melodia soffiante si diffuse per l'aula, come della brezza che pian piano si alzava.

Emma chiuse gli occhi.
L'archetto si muoveva su e giù come se stesse eseguendo i passi di una danza lenta, su una tastiera infinitamente lunga quanto corta.

Emma strinse gli occhi.
La sua mano si mosse improvvisamente verso il basso, sulle corde, come una frana in montagna.
Poi, il silenzio.

Christian sorrise.
Iniziò a battere le mani e si alzò dalla sedia, come faceva la gente nei suoi innumerevoli sogni.

Emma aprì gli occhi.
Fece un mezzo sorriso e si inchinò, mentre il violino la seguiva: a Christian parve che sorridesse anche lui, con quel sorriso furbo mascherato da un velo di mistero.
Un mistero che Christian amava scoprire per immergersi nel lago che celava sotto: acque misteriose, strane, diverse da quel mondo piatto; acque profonde, ecco.

The Violinist - First Book of The Orchestra's SeriesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora