la nuova casa

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Dopo circa 15 minuti ci avvisano che stavamo per atterrare.. Che ansia.. Ho sempre avuto paura degli aerei soprattutto soffro di vertigini. In 5 minuti atterriamo E con un taxi arriviamo a casa.. Una villa a due piani più la soffitta.
«che aspettate?! Entrate! Le camere sono: Kaylie e Abigail insieme nella stanza a sinistra. E Devin in quella a destra» esclamò mia madre
«cosa?! Io in stanza con lei non ci voglio stare!» dissi molto irritata
«Abigail, non fare storie.» ribatté mia madre dopo essere entrati in casa.
«ascoltami mamma, non abbiamo più 10 anni che possiamo stare in camera insieme. Io ho bisogno dei miei spazi e lei dei suoi..» dissi calmandomi.
Fa davvero caldo qui a Madrid.. Tanto caldo..
«okay tesoro, se vuoi posso pulirti la soffitta e ti faccio la camera lì.. » disse lei poggiando le valigie in un angolo accennando un sorriso
«faccio da sola, non preoccuparti» le sorrisi prendendo le mie valigie e andando al secondo piano.
Tiro giù le scale da su e salgo.
*che schifo è pieno di polvere e RAGNI*
«Iiiihhhh!!!!!» urlai con tutta la voce.
Avevo un ragno sulla spalla
«sapevo che non ci avresti resistito tanto qua su!» disse Devin prendendomi in giro
«ti aiuto io vieni!» disse salendo le scale
«non fare una parola su questo. Okay?» dissi fulminandolo con lo sguardo
«va bene, va bene» disse lui alzando le braccia in segno di arresa.
Iniziammo a pulire e a mettere a posto tutto.
«perfetto allora, il letto qui, la libreria qui, il comodino di qua, l’armadio di la» dissi fantasticando
«pulire abbiamo pulito in 3 ore. Ora si va a mangiare qualcosa?» chiese distrutto Devin
A quella scena non poté non uscirmi una risata. Scendo giù e cerco mia madre ma con scarsi risultati.. Sarà uscita.
«Devin siamo soli in casa, che vuoi mangiare?» gli chiesi urlando
«ordina la pizza» disse lui buttandosi a peso morto sul divano.
Chiamo una pizzeria ma dicono che non la portano. Dobbiamo andare a prenderla.
«io vado a comprare la pizza. Torno tra poco» dissi a Devin mentre mi metto il mio adorato giacchetto di pelle nero ed esco. Sono più o meno le 11:40 e sto cercando una pizzeria. Ho le cuffiette e sto guardando instagram quando vado a sbattere contro un ragazzo facendomi cadere il telefono a schermo a terra
«cazzo sta più attento, mi hai fatto cadere il telefono!» sbottai
Raccolsi il mio telefono
«semmai tu dovevi stare più attenta» ribatte lui.
«come scusa?! Tu mi rompi lo schermo del telefono perché non sai  camminare e ti lamenti di me?!» ero infuriata
«esatto» disse lui alzando lo sguardo
A guardarlo bene non è male capelli e occhi color nocciola.. Irritata da quell’essere me ne vado via. Torno sulla mia strada camminando alla ricerca di una cavolo di pizzeria ma niente certo che è davvero impossibile vivere qui.. Dopo vari minuti mi attrae un ristorante dove vendono sushi decido ci perdere le speranze per la mia adorata pizza.. Prendo del sushi e torno a casa. Durante il tragitto mi scontro di nuovo con qualcuno.
«ancora tu?!» sbuffa lui
«potresti almeno aiutarmi ad alzare? No perché sai mi hai sfracellato per terra» dico alzando una mano aspettando la sua che dopo la sua sbuffata arriva.
Una scossa mi pervade facendomi venire i brividi.
«prima il telefono. Poi il cibo. Ma cel’hai con me?!» chiesi irritandomi.
Nessuna risposta.
«potresti almeno chiedere scusa eh!» dico sempre più incazzata.
«si certo. Pretendi troppo è già tanto che ti abbia aiutata a metterti in piedi.» dice lui.
In men che non si dica incrociamo i nostri sguardi. Quei suoi occhi nutella.. Abigail Che cazzo stai dicendo? Fatti dare delle scuse
«ascoltami bene. Dato Che io non sono pratica ti perdono se riesci a accompagnarmi a casa to perdono» dico puntandogli Il dito contro
«e va bene piccolina, ti accompagno. Anche perché non posso farti andare da sola sono le 00:00 e c’è buio.» risponde lui accennando un sorriso
«1 non chiamarmi piccolina. 2 era perché non mi sono ambientata. 3 so badare benissimo a me stessa.» sbottai.
«uuh, ma che caratterino.» disse lui
Dio mio sembra uno dei soliti ragazzi. O tutte o nessuna. Che rabbia. Infastidita dalle sue parole mi giro sbuffando e me ne vado ma sento il mio braccio fermarsi. È lui.
«che vuoi?» chiedo irritata.
«lascia che ti accompagni almeno a casa. Anche senza spiccicare parola» accenna un sorriso.
Annuisco e ci avviammo a casa mia. C’è un silenzio tombale.
«comunque mi chiamo Zack Carter piacere.» sorride
«il piacere è solo tuo.» dico orgogliosa di me stessa.
|heeeey! Scusate l'assenza! Tutto bene?|
~Ale 💕

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 30, 2017 ⏰

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