Le lit, 1892

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Le lit (1892), Toulouse-Lautrec
Olio su tela, 54 x 70.5 cm

Gennaro di certezze ne ha veramente poche nella vita, appartengono ad un numero talmente basso da essere quasi inesistenti. Una delle cose a cui non sa dare risposta è per esempio, l'effettiva durata del turbinio di fama in cui si trova momentaneamente. Ripensandoci sospira, chiude gli occhi e rivede riflessi sulle palpebre abbassate i migliaia di volti che ha scorto sotto al palco o che lo hanno fermato per strada. Fa qualche calcolo, azzarda alcune ipotesi e ci prova sul serio a dare indicativamente una data di scadenza alla cosa, ma proprio non ce la fa. Gennaro non sa quando finirà tutto ciò.

Ci sono poi tante altre cose incerte nella sua vita, come dove andrà a vivere ora che ha litigato con i suoi, perché proprio non se la sente di chiedere al suo ragazzo se può stare da lui. Gennaro da qualche mese aveva iniziato a tornare a casa solo per dormire e mangiare e per il resto della giornata non si faceva vedere, così all'ennesimo questo non è un albergo di sua madre, aveva fatto la valigia e chiuso forte la porta dietro di sé dopo essersene andato. Poi sì, ovviamente non sa nemmeno cosa mangerà l'indomani mattina a colazione o se Antonio gli ridarà mai quei trenta euro che gli deve, ma queste sono minuzie che comporrebbero una lista infinita. Tirando le somme, comunque, si può dire che di certezze non ne ha praticamente nessuna.
In mezzo a tutte queste crepe che percorrono la sua esistenza, però, un caposaldo l'ha trovato, Alessio. Lo stesso Alessio che fino a sei anni prima lo innervosiva anche solo pronunciando "ciao", ora è l'unica sicurezza che Gennaro è sicuro di avere.

Si rigira tormentato nel letto, lo guarda con l'occhio sinistro aperto e quello destro schiacciato contro il cuscino e percorre i suoi lineamenti fino ad infrangere lo sguardo contro l'inizio del lenzuolo.
Non se lo sa nemmeno spiegare come sia successo tutto ciò; sono passati dal detestarsi al desiderarsi in un battito di ciglia e l'amore è stato un effetto collaterale del completarsi a vicenda e del trovarsi sempre più a proprio agio uno in compagnia dell'altro.

Alessio nel sonno si gira di spalle sbuffando dal naso e accidentalmente si arrotola il lenzuolo attorno al busto sottraendolo a Gennaro, che non aspetta a tirare un lembo e a rivendicare la propria parte. Si sposta più verso il centro del letto così da poter avere una maggiore porzione di coperta e sfiora appena la spalla dell'altro con la punta delle dita. Non vuole toccarlo, non vuole interferire in ciò che considera una delle cose più belle che abbia mai visto, così si limita ad accarezzarne leggermente due centimetri e poi ritrae la mano portandola sotto il mento. Alessio indietreggia con la gamba sinistra e la strofina contro il polpaccio stranamente tiepido dell'altro, facendolo sorridere.

"Le ciel bleu sur nous peut s'effondrer
Et la terre peut bien s'écrouler,
Peu m'importe si tu m'aimes,
Je me fous du monde entier"

La sera prima l'hanno trascorsa a fare l'amore, piano come piace ad Alessio, ma con l'intensità che ci mette Gennaro  e poi si sono addormentati sudati e infreddoliti dallo spiffero d'aria che entrava dalla finestra che nessuno aveva voglia di chiudere.
Ripensandoci, a Gennaro non interessa per niente se non sa dove dormirà in futuro o se la fama degli Urban finirà presto. Per quanto gli riguarda potrebbe persino finire sotto ad un ponte, senza viveri, che poco gli importa finché Alessio è accanto a lui. Sente questa necessità che prude sotto pelle di averlo vicino, di poterlo sfiorare per qualche secondo e di sapere che lui prova le stesse cose. Solo il pensiero di poter un giorno comporre il numero del suo ragazzo e di non ricevere più risposta per chissà quale motivo, gli fa tremare le mani e avverte come un peso alla bocca dello stomaco.

"Tant que l'amour inondera mes matins,
Tant que mon corps frémira sous tes mains,
Peu m'importent les problèmes,
Mon amour puisque tu m'aimes"

"Amo quando canti questa canzone di prima mattina"

Gennaro sussulta e poggia la mano a palmo aperto sull'avambraccio dell'altro.

"Non volevo svegliarti, scusa"

Alessio si volta verso di lui e si sporge per lasciargli un bacio sulla fronte. Capita spesso che Gennaro si svegli prima e che inizi a cantare questo brano, ma Alessio quasi mai apre gli occhi, lo lascia finire e poi si desta facendo finta di non averlo sentito.

"Ultimamente me la canti spesso - il rossore che piano piano cresce sulle gote del biondo è più che evidente - non mi farebbe schifo se certe cose me le dicessi magari in faccia e non mentre dormo, sai?"

Gennaro allora si trascina un po' più avanti e posa la mano sulla guancia pungente di Alessio.

"Si un jour la vie t'arrache à moi
Si tu meurs que tu sois loin de moi
Peu m'importe si tu m'aimes
Car moi je mourrai aussi
Nous aurons pour nous l'éternité
Dans le bleu de toute l'immensité
Dans le ciel plus de problèmes
Mon amour crois-tu qu'on s'aime
Dieu réunit ceux qui s'aiment"

Tra le braccia di Alessio si sente compreso come mai prima d'ora. Sente che in questo momento non esiste luogo più sicuro del petto ampio del suo ragazzo.
"Puoi venire a stare da me, comunque"
Così Gennaro socchiude gli occhi canticchiando gli ultimi versi e si gode il calore dell'amore che l'altro è in grado di regalargli.

***

Salve.
L'idea era quella di una serie di os ispirate ai miei quadri preferiti.
Ditemi cosa ne pensate.

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