Cap. 01. Un ritrovo con sorpresa.

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Note D'Autore:
Benvenuti/e a tutti voi miei cari lettori, che vi prestate a leggere il primo capitolo di questa long nata per caso... No! in verità io sono così pazza che ho deciso di scrivere una Mpreg su ogni coppia che amo nel mondo dei manga. Però questa è in una piccolissima parte, collegata a Raggio di Sole e lo si capisce solo in una breve frase o meglio, lo capisce solo chi ha avuto l'ardire di leggere quella long UshiHina.
Bando alle ciance: ribadisco la nota Mpreg e se qualcuno non ama il genere o trova amissibile o disgustoso tale argomento, la raccomando di fermarsi a leggere ora!
Se invece non vi sconvolge... Sono lieta che molti di voi la leggono e spero in un breve commento quì o sulla mia pagina Facebook che troverete cercando @Saralovex8.
PS: Lo so... lo so, ho molte storie iniziate, ma fidatevi che pian piano le porto avanti tutte, perchè ogni storia che sto pubblicando è importante per me... Nonostante ne ho molte iniziate senza ancora averle pubblicate... Tehee!!
Ora vi lascio alla storia^^. Buona Lettura.


Cuore di ghiaccio. Cap. 01. Un ritrovo con sorpresa.
POV Yuuri

Il rumore del metallo che scivola sul ghiaccio, il corpo che si muove autonomamente per dare vita ad acrobazie, salti, giravolte e movimenti vari, accompagnato dalla musica scelta e creare la perfetta performance che si è mai vista sul campo di ghiaccio.

Ogni anno era bellissimo partecipare al torneo Grand Prix, ma solo un anno sono riuscito a vincerlo, perché al mio fianco c'era l'uomo che amo, Viktor Nikiforov.
Eppure tutto quel mondo mi sembra così lontano...
Dopo quell'anno Viktor ha ritrovato la sua passione per tornare a gareggiare, mentre io con una scusa ho abbandonato tutto e l'ho lasciato.
Viktor è entrato all'improvviso nella mia vita e mi ha regalato l'anno più bello della mia vita. Grazie a lui ho scoperto parti di me stesso che credevo di non possedere, ma i nostri sentimenti erano diversi: il mio amore per lui era divenuto più forte e non riuscivo a vederlo più come un coach o il mio idolo da sempre.
Quel russo dallo spirito libero e indipendente, mi ha trasformato e insieme a lui sono mutati i miei sentimenti. Eppure questi, ogni giorno che passava diventavano più difficili da trattenere e quando ottenni quello che desideravo: toccare Viktor e farmi toccare da lui nel corpo e nello spirito; quel giorno fu l'inizio della fine.
Non nego che a quel tempo credevo davvero nel nostro amore, ma la paura ha vinto ed ho permesso a quella di separarmi da lui. Ho ingannato l'unico uomo che amo e amerò per sempre per evitare di trascinarlo nell'ombra insieme a me.
Quanto mi manca vederlo e sentire la sua voce che in quel bellissimo anno mi ha riempito l'anima.

Nove anni sono passati da quando non lo vedo, da quando ho abbandonato il mondo del pattinaggio sul ghiaccio e mi sono rintanato a vivere da solo in un piccolo appartamento di Tokyo, insieme al mio piccolo angelo.
Quando il lavoro me lo permette torno a casa mia a trovare la mia famiglia e i miei amici e di tanto in tanto mi regalo del tempo per pattinare per me stesso e il mio bambino.
Quante cose sono cambiate nella mia vita e la mia famiglia mi ha dato un grande aiuto, nonostante non abbia mai accettato parte delle mie scelte, ma è la mia vita e sono un uomo di trentatre anni che cresce il suo bambino, cercando di essere indipendente.
Devo ammettere che la mia precedente fama mi ha aiutato molto, viceversa è la causa di molti situazioni imbarazzanti, tipo le domande sul perché di questo addio senza ma e senza se, dalla carriera professionistica che mi si era aperta.
Non tutti credono al mio reale infortunio cronico, molti hanno fatto per molto tempo, allusioni sulla mia paura di pattinare con Viktor come rivale, molti altri hanno fatto allusioni sul mio essere troppo dipendente dal mio coach e che senza di lui, non avrei avuto nessun'altra possibilità di vittoria e molte altre ancora e ancora, che preferisco dimenticare.
Nessuno può lontanamente immaginare il reale motivo che mi ha portato a dire addio al mio sport preferito e all'uomo che amo e non m'interessa cosa pensa la gente di me. Ora il mio unico obbiettivo è quello di regalare amore e attenzioni alla mia piccola ragione di vita, al bambino che ho avuto con Viktor. Solo la mia famiglia sa che ho mollato tutto perché sono rimasto incinto dell'uomo che amo. Non potevo di certo pattinare con il bambino in grembo e rivelare al mondo la mia particolarità unica e rara. I miei hanno sempre sperato che mi innamorassi di una donna, ma appena hanno visto come stava andando con Viktor, hanno capito che dovevano prepararsi a un forte cambiamento.
Appena ho scoperto di aspettare il mio piccolo Luka, avevo già iniziato ad allontanare Viktor da me, dopodiché ho lasciato la carriera professionistica e mi sono nascosto dalla stampa venendo a vivere qui a Tokyo, con l'aiuto di un caro amico di famiglia, che è pure un medico che mi ha seguito fino alla nascita del mio bambino, Tasuku Mamoru. Da quello che so ha già un altro ragazzo che segue e come me... è speciale.
Sarebbe bello un giorno poterlo conoscerlo.
Oramai da quel giorno difficile: diciamo che il parto non è stato molto semplice, sono passati otto anni e il mio piccolo Luka diventa sempre più bello e forte.
Ha i capelli lisci e morbidi come suo padre, ma di colore nero, mentre i suoi occhi hanno preso la mia forma, ma il colore sono azzurri come quelli del suo papà. Il suo carattere è una via di mezzo tra il mio e quello di Viktor. Il mio Luka è perfetto per me, è la cosa più bella che la vita potesse regalarmi. Da poco gli ho raccontato chi è il suo papà e insieme a me, lo guarda in tv durante le gare del Gran Prix che ho registrato: ora Viktor è un coach affermato e segue il nuovo campione Yuri Plisetsky, il quale da sette anni è l'indiscusso vincitore dei vari tornei. Non posso ancora credere che abbia già venticinque anni. La cosa meravigliosa, è la sua costante carisma e ogni anno stupisce tutti con una nuova performance senza deludere mai nessuno.
Luka con la scusa di guardare suo padre in tv, parla solo di Yurio: mi ricorda me, quando parlavo solo di Viktor come suo fan.

- Mamma... da tempo vorrei chiederti una cosa! - vedo mio figlio guardarmi con serietà. Nonostante i suoi otto anni da poco compiuti, quando mi guarda in quel modo da adulto? Sì, ci sono delle volte che non sembra un bambino, ma un ragazzo vicino alla matura età - Chiedimi tutto quello che vuoi, Luka! -.
- Perché non hai mai voluto dire a papà della mia esistenza? - lo vedo tremare appena, rendendomi conto che ha tanta paura come me.
- Luka, è complicato... vedi, Viktor è sempre stato un uomo alla luce, senza macchie. Non pensare male, tu sei la cosa più bella di questo mondo, ma... io e solamente io sono quello sbagliato... - sento le sue braccia stringersi attorno alla mia vita - Scusa mamma, non piangere... -.
Sobbalzo rendendomi conto che calde lacrime stanno uscendo involontariamente - No! Scusa me piccolo mio. Io devo... mi dispiace così tanto! - in qualche modo sento che Luka ha sofferto molto per causa mia, per una scelta che ho preso da solo a quei tempi.
Inizio ad accarezzare piano i suoi capelli - Io non ti impedisco di andare da lui un giorno, ma io non voglio trascinarlo nell'ombra insieme a me... ho già fatto soffrire troppe persone, specialmente te per... oddio, mi dispiace tanto piccolo mio! -.
- NO! MAMMA... non dire altro... mi dispiace, io non capisco e ho sbagliato a chiederti questo ora... ma qualcosa mi dice che è sbagliato... - lo guardo con stupore e poi sorrido amaro.
- Già è sbagliato, il giorno che lui scoprirà di essere padre, forse si arrabbierà davvero tanto. Eppure ritengo di aver fatto la scelta giusta e... - vengo interrotto da un verso stizzito.
- Non è la scelta la giusta, se lui ti ama come tu ami lui, dovrebbe essere qui con noi e vivere nell'ombra insieme alla sua famiglia - leggo una forte rabbia nei suoi occhi azzurri lucidi.
Il mio cuore perde un battito - Luka, non voglio discutere su questa storia al momento. Io non voglio Viktor con noi. Lui ci ama, ma... - sento un grugnito che mi fa sobbalzare.
- BALLE! HAI SOLO PAURA, OPPURE PAPA' NON TI HA MAI AMATO DAVVERO E LO HAI ALLONTANATO DA NOI PER... Per... non farmelo odiare... - calde lacrime escono dai suoi occhi azzurri spenti e pieni di tristezza.
Lo tiro a me per stringerlo in un caldo abbraccio - Non lo so Luka... tutto è stato troppo complicato e Viktor mi ha lasciato andare come io ho lasciato andare lui. Tu purtroppo ci sei finito di mezzo e non sai quanto mi dispiace! -.
- Smettila di amarlo... smettila di soffrire mamma. A me basta quello... ti sento tante volte piangere durante la notte, quando tu pensi che io sto dormendo. Ti prego! - guardo con orrore il mio bambino, rendendomi conto che a causa mia sta soffrendo più di quanto immaginassi.
- Mi dispiace Luka. Prometto di essere più forte e sincero con te. - gli do tanti piccoli baci, facendolo ridere appena. Mentre lo coccolo con lente carezze, il mio piccolo angelo si addormenta tra le mie braccia. Decido di portarlo a letto con me e di tenerlo stretto per tutta la notte: devo smettere di amare Viktor, devo diventare più forte per l'unica persona che conta su di me in tutto e per tutto.

POV Luka

Dopo una buona colazione saluto la mamma per andare a scuola con un sorriso.
Ieri sera alla fine sono esploso come uno stupido e ho reso triste colui che mi sta crescendo con tanto amore e affetto. Il problema che da molto tempo mi tenevo dentro i miei dubbi e mamma mi ha sempre detto di dirgli tutto senza remore.
Però non posso dirgli dei miei problemi a scuola con alcuni compagni che mi denigrano e mi prendono in giro, come se fosse la cosa più naturale. Inizialmente era per il colore chiaro dei miei occhi, poi il mio essere un mezzo sangue, poi il mio cognome, ed ora nell'insieme, offendono anche la mia mamma. Per loro è innaturale che io dia un onorifico del genere a un uomo, ma Yuuri non è solo mia mamma, lui è il migliore dei genitori.
Quando ha iniziato a parlarmi di mio padre, non capivo inizialmente quale fosse il problema, ma poi grazie a dialoghi lunghi e semplici, la mamma mi ha spiegato che è una persona particolare e non è per tutti maschi avere la capacità di dare la vita come le donne.
Ancora adesso capisco poco di quell'argomento che la mamma preferisce spiegarmi una volta per tutte, fra qualche anno, ma dai dispetti e dalle espressioni assurde della gente, ho capito che non è una cosa da raccontare a cuor leggero.
Tante volte ho sentito mia mamma parlare con la zia Mari, sul fatto che Yuuri ha sbagliato a raccontarmi subito delle cose non adatte a un bambino di soli sei anni e oltretutto sul suo sbaglio di permettere a me di chiamarlo mamma.
Eppure quando ho passato un periodo a chiamare la mamma, papà, ho visto un lampo di delusione attraversare i suoi occhi: ne nacque una discussione che ha portato mamma a raccontarmi di papà. Mai una volta ha detto parole dure o maligne verso quell'uomo che non sa niente di me, eppure non mi interessa tanto.

- Luka tieni la merenda e il pranzo. Ti ho preparato il Katsudon e troverai una fetta di torta al cioccolato! - la mamma mi raggiunge e mi porge il sacchetto del bento che ho dimenticato a casa. Mi butto tra le sue braccia e dopo essermi fatto coccolare un po', vado a scuola a testa alta per affrontare il solito gruppo di compagni di classe che non mi lascia in pace.
Dopo due ore di lezione, inizia la lezione d'arte, la mia materia preferita e la maestra ci porta fuori, al parco per disegnare e farci respirare dell'aria.
A causa di un virus che gira negli ultimi giorni, siamo presenti solo la metà degli studenti, ma tra quelli c'è anche Kyota Sawagara, il classico bambino che si crede il migliore di tutti, oltretutto è il capo del gruppo che si diverte a prendermi in giro.
Lo vedo chiacchierare amichevolmente con alcuni compagni e poco dopo si avvicina a me - Allora idiota, come sta la tua mamma pisello? Sai cosa ho sentito? In passato è stato un pattinatore. Mia madre era una sua fan, di quelle che sono rimaste deluse, perché lui è un codardo con un figlio idiota HAHAHAHA... - qualcosa dentro di me si rompe, sento la rabbia aumentare e un forte desiderio di qualcosa a me sconosciuto, mi porta ad avventarmi su di lui.
Inizio a colpirlo con pugni, graffi, gli tiro i capelli e lo mordo, mentre lui cerca di reagire, ma inizia a urlare e chiamare la maestra.
- Katsuki, Katsuki... Basta. Katsuki ho detto Basta! - la maestra cerca di dividerci, ma io non lascio la presa da colui che ha offeso la mia mamma: non mi interessa se io sono denigrato o offeso, ma la mia mamma non si tocca.
- KATSUKI ORA BASTA! TI FACCIO ESPELLERE SE NO! - la voce della maestra mi paralizza. La sento prendermi stretto e tirare da una parte.
- Come ti permetti di picchiare un tuo compagno, eh? - la sento sbuffare.
Inizio a piangere, mentre con i denti mordo il mio labbro inferiore. La maestra cerca di calmare Sawagara, poi torna da me.
- Non farlo mai più, dovrò convocare i genitori e pretendo che tu e tuo padre chiedete scusa. Non è accettabile un comportamento così violento! - la guardo inorridito e inizio a tremare - Mai! Lui mi ha offeso e umiliato. Da tempo subisco e lei non vede niente... Non siete una brava maestra... - sento una fitta alla guancia che mi interrompe. Guardo colei che ha osato colpirmi con occhi sgranati.
La maestra ritrae la mano tremante e mi guarda allibita - Oh dio... Katsuki io... - piano indietreggio e inizio a tremare, mentre calde lacrime iniziano a sfuggire copiose senza controllo.
Sento la sua mano appoggiare sulla spalla e subito la scosto tremando di più dalla paura. Con uno scatto mi volto e inizio a correre.
- KATSUKI, ASPETTA! NON SCAPPARE, KATSUKI. QUALCUNO LO FERMI - sento le urla imploranti della maestra, poi dei passi e delle braccia forti e sconosciute mi prendono da dietro e mi sollevano.
Inizio a dimenarmi e colpire e mordere le mani del signore che non riesco a vedere - Calmati piccolo... Va tutto... Ahi... Va tutto bene - mi gira e mi stringe in un forte abbraccio e io mi lascio andare in un disperato pianto liberatorio.
Sento la maestra ringraziare il signore che non mi lascia andare - Dio Grazie signore, se non ci fosse stato lei... -.
- Stia zitta, ho visto tutto, ero a leggere il giornale sulla panchina vicina. Lui ha reagito alle offese di quel bambino per difendere l'onore di sua... Madre... E lei non solo lo ha sgridato, ma pure colpito. Siete indegna - le parole di quel signore mi fanno piangere ancora di più.
- Lei... Come si permette. Ora lo lasci a me. - la maestra usa un tono carico di rabbia.
- Siete un pessimo esempio di maestra. Come si fa a lasciare dei bambini delle elementari a una come lei. Inammissibile! - sento le sue braccia stringermi ancora di più.
- Ora basta, Katsuki Luka, vieni qui o devo chiamare tuo padre? - mi districo dalle braccia dell'uomo che ancora non ho guardato e mi rivolgo furente alla maestra - Katsuki Yuuri è la mia mamma! -.
La maestra mi guarda inorridita - È proprio vero che i bambini cresciuti da un solo genitore, sono pieni di complessi. Ora andiamo! - la vedo allungare la mano, ma con uno scatto mi allontano - Non mi tocchi strega, vado a casa che è più sicuro! - inizio a correre veloce.
La maestra urla e impreca, poi non sento più nulla, poi dei passi sempre più vicini e una mano mi prende un polso e mi tira indietro - Mi lasci... - rivolgo lo sguardo a colui che ha osato fermarmi e appena incontro i suoi occhi, il fiato mi viene a meno.
Rimaniamo fermi a guardarci per un tempo che sembra eterno - Pa... Ah! Nikiforov... - vengo interrotto da una voce che mi chiama - Lukaaaa! Oddio - sento la mamma tirarmi a sé e stringermi in un abbraccio - Mi ha chiamato la scuola e.... Cosa ti hanno fatto. Grazie signore ora penso io a.... Vi... Vi... VIKTORR! - ora si che sono problemi, papà mi ha sentito parlare con la maestra. Perché causo solo problemi alla mamma?!

POV Viktor

Ricordo ancora quella lontana esibizione alla finale del Gran Prix in Russia dove il mio programma si eseguiva sulla melodia "Resta qui vicino a me", dove prevedeva quattro salti quadrupli: ero stato perfetto in quella esibizione, come sempre.
Dopo anni che ero il primo... il migliore, tutti si aspettavano da me la perfezione e maggior stupore.
Eppure un pattinatore giapponese, mi aveva imitato perfettamente e se il video non fosse diventato virale, non lo avrei mai più rivisto.
Quel ragazzo di soli ventitré anni, aveva imitato alla perfezione la mia performance... la cosa squallida è che non era tra i partecipanti di quell'anno, perché aveva perso la finale nell'anno precedente arrivando ultimo posto.
Non potendo accettare che un talento così grezzo e bello rimaneva nell'ombra, per un anno l'ho seguito come coach. Personalmente non avevo più stimoli per gareggiare e lui mi regalava strane sensazioni.
Yuuri Katsuki, grazie a me ritornò in pista, ma purtroppo qualcosa era andato storto... il nostro rapporto andò fuori da quello professionale.
Un bacio... carezze, promesse e tentazioni, ci hanno portato a un punto di non ritorno.
Ricordo ancora quella notte dolce e sensuale: le mie mani che accarezzavano ogni parte di lui... le mie labbra che assaggiavano la consistenza e il sapore della sua pelle tra morsi, succhiotti, lappate e leggeri baci, lasciando segni di possesso.
Il calore di quando l'ho fatto mio, spingendomi dentro quel antro caldo, mentre la sua bocca mi regalava gemiti e ansiti perfetti come il canto di un usignolo.

Ammetto che all'inizio era solo pura curiosità, non volevo arrivare fino in fondo con Yuuri; è pur sempre un uomo e tra uomini non ci sono mai rapporti duraturi con tanto di promesse d'amore. Eppure quando la nostra storia stava diventando seria per davvero, Yuuri ha percepito qualcosa che piano piano ci ha allontanati.
Purtroppo me ne sono reso conto troppo tardi: quel dannato giorno così bello e così brutto allo stesso tempo.
Yuuri aveva vinto la medaglia d'argento per pochissimi punti da quella di Yurio, alla finale del Gran Prix in Russia all'età di ventiquattro anni e quella sera dopo la festa, mi ha detto addio, mentre io ho realizzato che lo amavo per davvero e volevo stare insieme a lui.
Abbiamo litigato e più cercavo di dimostrare il mio amore, lui si allontanava dicendo che ero un bugiardo. Alla fine decisi di lasciarlo andare, convinto di poterlo rivedere, ma alla fine quella sera è stata l'ultima volta che ho visto Yuuri Katsuki, l'uomo che ancora adesso, dopo nove lunghi anni passati, occupa un posto nel mio cuore.
Yuuri è sparito letteralmente, ha abbandonato il pattinaggio, ha cambiato casa e a detta dei suoi genitori, nemmeno loro sanno dove si trova... ma loro lo sanno eccome, ma sicuramente lui ha chiesto di non dirmelo.
È seguito un anno dove la stampa si chiedeva che fine avesse fatto il giovane Eros del ghiaccio, ma poi si sono concentrati su di me, perché ho deciso di ritornare a pattinare e così fu per altri due anni che mi videro campione.
Campione di niente... io volevo gareggiare contro Yuuri, confrontarmi con quel bravissimo ragazzo dal talento unico e imprevedibile.
Ora sono il coach di Yuri Plisetsky, che da poco ha compiuto venticinque anni. Da quando sono il suo coach, il suo talento sta prendendo vita e da sette anni consecutivi è il nuovo campione del ghiaccio.
Ha una relazione segreta con un ragazzo della sua stessa età Ryota Masamune, un modello e attore affermato.
Solo io ne sono a conoscenza e sto riuscendo ad evitare lo scandalo: entrambi risultano due etero, ma si vede lontano un miglio che si amano... o almeno spero.
Yuri in passato amava Otabek Altin, un ex pattinatore, che ora non si sa che fine abbia fatto. Dopo aver lasciato Yurio, ha abbandonato il pattinaggio e come Yuuri, è sparito senza dire nulla. È stata dura per il mio giovane allievo, ma con la scusa della famiglia ha continuato a gareggiare e si è lasciato il dolore alle spalle.

Al momento mi trovo a Tokyo per una grossa conferenza stampa, dopo essere stato insieme a Yuri a fare una serie di pubblicità che ha subito accettato, solo perché avrebbe posato insieme al suo ragazzo.
La paura che vengono scoperti è sempre maggiore, ma fortunatamente tutto procede per il verso giusto e Yuri si ritrova a rispondere solamente a domande inerenti il pattinaggio e quelle classiche generiche sulla sua vita privata.
Dopo la conferenza stampa, lascio andare Yuri a vedersi con il suo ragazzo di nascosto, mentre io decido di godermi Tokyo e passare una tranquilla giornata senza problemi. Mi camuffo con occhiali scuri e un cappello e dopo aver visitato la Tokyo Towers, decido di prendermi una pausa e andare a rilassarmi al parco vicino.
Mi siedo su una panchina vicino a un gruppo di bambini poco distanti, seduti sull'erba a disegnare.
Uno di loro attira la mia attenzione: ha i capelli lisci come me, ma dal colore scuro che mi ricordano quelli di... Yuuri. Mi maledico da solo e distolgo l'attenzione da lui e mi metto a leggere un giornale.
Con la coda dell'occhio noto un bambino avvicinarsi a quello che guardavo prima. Non capisco cosa succede, ma sento una forte ostilità tra i due, che subito sfocia in una lite violenta. Scatto per intervenire, ma la maestra dei bambini mi precede e inizia a chiamare uno dei due. Appena sento il cognome del bambino, il mio cuore perde un battito.
Sento il corpo pesante e la testa si riempie di mille domande: ritorno alla realtà quando sento la maestra sgridare il bambino e poi succede... Uno schiaffo colpisce veloce il viso del piccolo Katsuki e quando guardo i suoi occhi il fiato mi viene a mancare.
Gli stessi occhi di Yuuri, con il mio color azzurro, spenti e pieni di paura, umidi dalle lacrime, ma anche pieni di rabbia. Lo vedo scappare e le urla della donna mi fanno capire che la situazione l'è sfuggita di mano.
Scatto all'inseguimento e presto lo raggiungo e lo stringo a me.
Il bambino si dimena e inizia a colpirmi e a mordermi le mani. Cerco di calmarlo stringendolo a me e poco dopo si lascia andare allo sfogo del suo grande dolore.
La sua maestra si avvicina e mi ringrazia, ma un moto di rabbia fa sì che la guardo male e le dico quello che penso: non capisco davvero come si fa ad arrivare ad alzare le mani su un bambino pieno di paura e rabbia. Stranamente quella donna mi riporta a dei lontani ricordi che preferisco non ricordare. Lei arrabbiata se la prende con il bambino e appena sento il suo nome completo, perdo un battito. Si chiama Luka... Un nome russo... ma com'è possibile?!
Vengo riportato alla realtà dalle parole del piccolo - Katsuki Yuuri è la mia mamma! -. Guardo sconvolto quel bambino che trema e guarda quella orribile donna con rabbia.
Lo vedo scappare dopo aver detto di tornare a casa lontano da lei è inizialmente non riesco a reagire.
Lui è il figlio di Yuuri... Ma com'è possibile. Perché sembra perfettamente la fotocopia mia e di Yuuri? Perché lo chiama mamma?
Senza rendermene conto lo inseguo e appena lo raggiungo, i nostri occhi si incontrano e un calore sconosciuto mi investe.
Ci guardiamo a lungo e mentre lui dice il mio cognome, sento la voce di Yuuri chiamare il nome del suo bambino.
Il mio cuore inizia a battere veloce, mentre il fiato viene a meno e la gola la sento diventare secca.
Appena Yuuri alza lo sguardo su di me, lo vedo sbiancare e balbettare il mio nome.
- Yuuri... Ma cos... Tu... - non riesco a dire niente. Mi butto tra le sue braccia, stringendo nel mio abbraccio entrambi.
Della gente si ferma intorno a noi e inizia a mormorare il mio nome dopo avermi riconosciuto.
- Vik... Viktor... Lasci... Lasciaci... Basta! - con forza Yuuri mi allontana da lui e da suo figlio.
Sento la tristezza prendere possesso delle mie emozioni e mi rendo conto che ho la risposta alla domanda dei miei ultimi anni lontano da lui: Yuuri mi odia.
- Grazie per... Non so cosa, ma grazie. Addio! - lo vedo allontanarsi con il bambino e qualcosa in me scatta. Calde lacrime escono involontarie - Perché mi odi così tanto Yuuri? - la mia voce è rotta dal dolore.
Lo vedo fermarsi e guardarmi con occhi sgranati - Io non... Ti odio... - corre da me e mi tira in direzione di una via poco frequentata. Quando si accorge che nessuno ci è venuto dietro, lascia andare la mia mano e mi fa cenno di seguirlo.
Entriamo in una casa - Accomodati, mi raccomando le scarpe - entro guardandomi intorno e grazie a delle lettere sul tavolino d'ingresso, mi rendo conto di essere a casa sua.
Yuuri dopo aver parlato piano con il bambino, lo guarda andare in direzione di una porta, facendo sì che rimaniamo da soli.
- Io non ti odio... ma non posso permettere che tu fai parte della mia vita. - mi parla guardando la porta dove suo figlio è entrato.
Yuuri si volta con uno sguardo così serio e sconosciuto, che mi fa tremare.
- Perché... Cosa, no, ho capito! Per te era un gioco vero? Dopo aver avuto l'opportunità di vantare il contatto con ... - il suo sguardo scuro mi paralizza.
- Io... Giocato? Tu e solo tu hai preso tutto come un gioco. Io ti amo e purtroppo ti amerò per sempre. Ma non ti... Vattene! non voglio sapere niente. Sparisci dalla mia vita - Yuuri mi spinge fuori dalla porta di casa sua, ma con forza lo spingo contro il muro.
- IO NON HO GIOC... - uno schiaffo mi interrompe - Almeno non mentire... - lo guardo con orrore e noto le sue lacrime.
- Hai ragione... - lo sento irrigidire e abbassa lo sguardo.
- All'inizio era solo curiosità... Volevo riempire quel vuoto che mi portavo dietro ed eliminare quel senso di freddo che mi congelava il cuore. Yuuri il tuo calore, il tuo essere così unico e imprevedibile, ha colmato quel senso di ... Abbandono. Il mio cuore di ghiaccio brama il tuo cuore di fuoco. Ho sbagliato a non mettere in chiaro i miei sentimenti... Ma tu, perché non mi hai detto niente? Perché siamo arrivati a questo? Io ti amo! - lo stringo a me e congiungo le nostre labbra.
Yuuri inizialmente mi rispinge, ma poi si lascia andare. Segue un bacio caldo e umido dove le nostre lingue si intrecciano e si cercano.
Con le mani accarezzo il suo corpo che inizialmente risponde, ma poi Yuuri mi allontana.
- Non possiamo! Stare con me... Dovresti vivere nell'ombra. No... Viktor... - la sua voce trema e i suoi occhi sono pieni di paura.
- Perché? - gli chiedo, dopo aver dato un pugno alla parete. Yuuri sobbalza appena e abbassa lo sguardo - Stare con te... tu sei una persona che non può vivere senza i riflettori puntati addosso. In qualche modo la stampa trova sempre qualcosa per parlare di te. Io voglio stare lontano da quel mondo... -.
Inizio a ridere - E allora? Che problema c'è? Dici che diventa scandaloso un rapporto omosessuale alla luce di tutti? - lo vedo negare e un gemito di rabbia mi sfugge.
- Luka è mio figlio... l'ho dato alla luce personalmente... - trema la sua voce.
Segue un breve silenzio dove io elaboro quello che mi ha appena detto - Indubbiamente, il tuo contributo... - alza la maglietta mostrandomi un lungo taglio per tutto il ventre.
- L'ho partorito io Viktor... - il suo sguardo serio mi fa intendere che non è per niente uno scherzo.
- Tu puoi... oddio e quindi chi è il... - sento un peso enorme sul cuore, piano mi allontano da lui ed esco da quella casa. Corro senza sosta, mentre uno strano sentimento di rabbia, nasce dentro di me.

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