LAMA FREDDA

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"Maledizione" imprecò Yuuri quando avvertì un dolore lancinante alla mano. Ma non poteva fermarsi. Mancava poco alla fine dell'esibizione, ancora un ultimo giro e avrebbe completato al meglio la sua coreografia. Sollevò le braccia, come se stesse cercando un aiuto dal cielo e concluse così la sua esibizione. Il silenzio che seguì, fu agghiacciante per il ragazzo, che si ritrovò a fissare il pubblico speranzoso che l'improvviso mutismo sia dovuto a un qualche tipo di motivo.
E infatti il motivo c'era eccome.

"Sta-" iniziò una donna sugli spalti "Sta sanguinando!!!" urlò a squarciagola, mentre un brusio spaventato si levò in aria, facendo sì che il silenzio di prima fosse solo un lontano ricordo.

Yuuri si guardò intorno spaesato, prima di avvertire uno strano calore sulla mano destra. Abbassò lo sguardo per vedere che una piccola pozza di sangue giaceva accanto ai pattini.

"Ehhhhh?!" sollevò la suddetta mano per vedere i danni che si era causato. Si tolse velocemente i guanti, notando un brutto taglio che partiva
dal centro palmo per allungarsi a intermittenza verso le punte del medio e dell'anulare.

Avrebbe dovuto fare più attenzione alla lama del pattino, visto che la sera prima l'aveva risistemata per poter scivolare al meglio sul ghiaccio.
Ma adesso era troppo tardi.
E Victor non era neanche presente al momento. Non sa come, ma con la coda dell'occhio era riuscito a vederlo  uscire con il telefono in mano.

Si tastò la ferita, stupendosi del fatto che non gli facesse così male. Forse era il freddo che leniva il dolore, ma il fatto che non ne avvertisse neanche un po', gli faceva più senso di qualsiasi altra ferita grave.

Quel che successe dopo fu un susseguirsi di rumori indistinti, perché si sentiva talmente scosso da questo incidente, che si addormentò beatamente sulla panchina su cui era stato, prontamente, seduto.

***

Victor osservava con ingordigia l'esibizione del suo pattinatore, mentre picchiettava nervosamente il dito sulla balaustra della pista di pattinaggio. Veloce, veloce. Doveva prendere più velocità per la prossima piroetta, se no rischiava di non fare abbastanza giri. Ecco, ancora due salti e poi ci sarebbe stata la piroetta...

*Ring ring*

Maledì il cellulare che iniziò a squillare con insistenza.

'Adesso non è il momento' pensò quindi di ignorare chi lo stava chiamando. Ma un susseguirsi di messaggi lo costrinsero a prendere in mano il cellulare e uscire dal palazzetto, sotto gli occhi di tutti.
Guardò indispettito la cronologia dei messaggi, notando che si trattava di suo padre. Sospirò stanco: suo padre non poteva di certo sapere che oggi c'era l'esibizione, del resto neanche sapeva che era in Giappone.
Quell'uomo era sempre via per lavoro, non l'aveva mai considerato un vero padre, per quanto poi fosse gentile con lui.

"Che vuoi?" rispose all'ennesima chiamata.

"Ti sembra questo il modo di rivolgerti a tuo padre, dopo tanto tempo che non ci sentiamo?" una voce seria e irremidiabilmente nostalgica raggiunse l'orecchio di Victor, invocando in lui forti ricordi della sua infanzia.

"Sì, mi sembra questo il modo, visto che c'è l'esibizione del mio allievo e, per colpa tua, mi perderò la chiusura"

"Tuo allievo? Tu...un allenatore? Pffff..." scoppiò in una risata isterica che si sentì anche senza neanche poggiare il telefono all'orecchio.

"Padre!"

"Mi sembra così innaturale da parte tua! E dimmi chi è questo fantomatico allievo? Quello Yuri?"

Il nome lo raggiunse lampante, catapultando subito la mente verso il corvino, quando poi capí che suo padre si riferiva a Yuri Plisetsky. Allora stette al suo gioco. Del resto non stava affatto mentendo, era suo padre che sbagliava persona.

"Sì, lui"

"Sono contento, allora. È proprio un bravo ragazzo" la sua voce si addolcì, anche se solo per poco.

"Sì..." osservò il palazzetto dove ormai Yuuri avrà già finito la sua esibizione. Poco male, sarà andato sicuramente bene. Ma allora, perché non sentiva le urla di gioia all'interno dell'edificio? "È proprio una brava persona" concluse riferendosi ovviamente al pattinatore giapponese.

"Sai, ti ho chiamato solo per sapere come stavi"

L' albino abbassò lo sguardo imbarazzato: era raro che suo padre si comportasse così.

"Sto bene, padre"

"Mi fa piacere" sentì un fruscio dall'altra parte del telefono, sicuramente si stava asciugando il viso dalle lacrime. Faceva sempre così, nascondeva le sue emozioni attraverso uno schermo "Non vedo l'ora di vederti"

"Ah, per quanto riguarda quello-"

"Hai sentito cos'è successo prima sulla pista di pattinaggio?"

Una voce di una donna catturò la sua attenzione, fermando bruscamente la telefonata.

"No, ero in bagno! Cos'è successo?" chiese la sua amica, quasi preoccupata.

"Sembra che sia successo qualcosa al pattinatore che stava gareggiando"

"Ehh?! Davvero, cos'è successo?!"

Ma Victor non finì di sentire la frase, che già si stava precipitando all'interno dell'edificio.
Aveva solo un pensiero per la testa: Yuuri, Yuuri, Yuuri, Yuuri!!!

***

Yuuri si svegliò, colpito dalla luce accecante, portandosi una mano davanti agli occhi. Mano che venne prontamente presa da qualcuno. Era calda, ma per qualche motivo la sentiva così distante, così... tremante? Tremava?

"Yuuri..." riconobbe al volo la voce del suo allenatore, voltandosi per vedere solo un'espressione addolorata, dipinta sul volto.

"Victor..." questi aprì gli occhi, che fino ad ora erano rimasti chiusi per nascondere le lacrime.

"Yuuri..." singhiozzò "Yuuri, Yuuri, Yuuuuri!" scoppiò in un pianto liberatorio, felice di vedere il suo amato stare bene "Mi sono spaventato un sacco, credevo ti fosse successo qualcosa di grave e, e..." si asciugò gli occhi con foga.

Il corvino buttò l'occhio sulla mano destra fasciata, non stupendosi che fosse sporca leggermente di rosso.

"Victor..." gli poggiò delicatamente una mano sulla guancia "Sto bene. Non hai bisogno di spaventarti così" lo confortò, sperando di farlo smettere di piangere: non l'aveva mai visto così e faceva male.

"Grazie a Dio stai bene" continuò a ripetere, senza ascoltarlo.
E Yuuri non poté fare altro che assecondarlo. Stava bene, era questo l'importante.

***

"Alla fine sono riuscito a strappare l'argento a Chris, ma..." sospirò stanco "Speravo di essere presente alla premiazione"

"Non se ne parla!" lo sgridò Victor "Appena ti alzavi barcollavi da fare paura!"

"Avresti potuto portarmi te sul podio, se non ce l'avessi fatta" borbottò, capendo di aver schiacciato un tasto debole di Victor.

"Ah, sì?" si leccò le labbra, con fare malizioso. D'improvviso lo prese in braccio con estrema facilità e si avviò verso l'albergo, dove attualmente dimoravano.

"Victor?!"

"L'hai detto tu stesso che ti potevo portare in braccio"

"Ma non intendevo in questo caso!"

"Beh, ormai direi che è troppo tardi per tornare indietro"
Intrecciò le sue dita con quelle della mano fasciata del giapponese.

"Sei stato bravo, Yuuri" gli sospirò vicino all'orecchio, prima di avviarsi ,con una serie di piccoli baci, verso le labbra.
"Questo è il mio premio personale per te"

Non diede il tempo al corvino di rispondere che le sue labbra vennero possedute da quelle del russo.

'Tutto sommato non è andata poi così male' pensò tra sé e sé, felice.
-The End-

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