"Lo sapevi che ci saresti stata di merda quando hai iniziato questa cosa" annuisco ma non rispondo a Fabiola, mia sorella più grande, perché..uno sa di aver ragione e naturalmente non si aspetta certo che io le dica "hai ragione, sono io la cogliona della situazione"..e due..sto troppo male per risponderle. Mi asciugo le lacrime con la manica della felpa, quella felpa grigia che è sua e che mi ostino ad indossare, cercando in quel modo di sentirlo più vicino...
Il rumore del campanello si fa sobbalzare "Se è lui digli che sono...dovunque ma non qui..per favore"
"Chiara..." scuoto la testa e poi mi butto sul letto, tappandomi le orecchie con il cuscino. In cinque mesi sono diventata l'ombra di me stessa, non sorrido più, tranne quando sono con lui, sembra che solo lui abbia un magico interruttore che gli permetta di accendermi e spegnermi a suo piacimento...sento Fabiola e Stephan discutere in corridoio "Devo vederla...so che è a casa"
"Non è il momento...ha bisogno di stare da sola" è vero, ho bisogno di stare da sola, ma ho più bisogno di lui, anche perché probabilmente sto per fare la cosa più difficile sulla faccia della terra..lasciarlo...anche se alla fine non stiamo assieme..siamo semplicemente amanti, dato che lui è sposato. Ora vi spiego come stanno le cose...che poi sono molto semplici...
Nome Chiara...età...20 anni appena fatti...professione...studentessa di giornalismo, da grande mi piacerebbe essere una di quelle che stanno a bordocampo ed intervistano i calciatori durante l'intervallo delle partite oppure mi piacerebbe anche condurre qualche programma in studio, facendo impallidire i giornalisti maschi grazie alla mia grande conoscenza e alla mia grande passione per il calcio. Fino a cinque mesi fa la mia vita era normale...io e Fabiola dividiamo un appartamento ingombro di cose e di pezzi di vita, lei più grande di 7 anni ma che mi tratta alla pari....lei studia medicina...le serate le passavamo a casa, ognuna persa nel suo mondo...poi qualche uscita, qualche amica e qualche ragazzo...una vita semplice, fino a quando sono andata a Trigoria. C'ero già stata qualche volta, naturalmente all'esterno. Quella volta invece ero stata selezionata per una visita interna, con annessa intervista al mister ed ai giocatori. Sarebbe stata la mia prima vera intervista e mi avrebbe fruttato crediti extra, naturalmente se fosse stata positiva. Mi ero trovata a mio agio, tutti erano stati molto disponibili con me...l'aria che si respirava al centro sportivo mi aveva ancora di più convinta che quella era la mia strada...
Quando era stato tempo di lasciare Trigoria avevo salutato tutti e proprio quando stavo per andarmene mi ero scontrata con uno dei pochi giocatori che quel giorno non avevo potuto intervistare. Stephan aveva preso una mezza giornata di permesso, la motivazione era stata la classica assenza per motivi personali. Lui mi aveva fissato in apparenza senza accorgersi neanche di avermi urtato in malo modo...io avevo scosso la testa con la mente già all'articolo che avrei scritto. Il giorno dopo ero tornata per fare qualche foto e lui non mi aveva minimamente calcolata se non per apostrofarmi con un "spostati cazzo" quando mi ero accidentalmente trovata sulla traiettoria di un suo tiro. Il bolide, scagliato con rabbia, mi era arrivato dritto in pancia provocandomi un dolore allucinante.
Ero andata in infermeria e poco dopo lui mi aveva raggiunta "Sei venuto ad insultarmi ancora?"
"Scusa..." mi aveva guardata scuotendo la testa poi si era girato..cazzo se era strano quel ragazzo..avevo percepito il cambio di atmosfera quando lui aveva chiuso la porta dell'infermeria con un giro di chiave e poi si era avvicinato "Che cazzo fai?" ero sdraiata parzialmente sul lettino e indossavo un top sportivo e dei leggins neri..avevo tolto la maglia che indossavo sopra perché il colpo che mi aveva raggiunta mi aveva già fatto spuntare un livido sulla pancia e avevo messo del ghiaccio per evitare che mi facesse male ogni volta che respiravo "Fa male?" le sue dita avevano sfiorato la pelle arrossata ed io avevo annuito "Parecchio..." lui mi aveva guardata con la faccia da cucciolo, quella abbacchiata che probabilmente riservava a tutte le sue prede...cazzo se ci sapeva fare con quegli occhi...avevo deglutito e poi mi ero spostata leggermente..la sua mano però era rimasta ferma..anzi no, si era spostata in basso, aveva sfiorato l'elastico dei leggins per poi sfregare la mia parte più sensibile "Dimmi di fermarmi"
Avevo annuito ma poi, preda di un qualcosa che non avevo mai sentito, gli avevo afferrato la maglia e l'avevo attirato a me. Le nostre bocche si erano scontrate una, due, cinque, dieci volte prima che aprissi la bocca ed intrecciassi la sua lingua alla mia..il ghiaccio era scivolato di lato e la sua mano aveva continuato a muoversi provocandomi brividi di piacere per tutto il corpo "Non fermarti" avevo allargato impercettibilmente le gambe e la sua mano aveva scavalcato l'orlo dei leggins, aveva sfiorato le mutandine per poi entrarmi dentro...ero pronta e bagnata per lui e l'orgasmo era arrivato in fretta lasciandomi in un bagno di sudore e con la testa leggera "Non riesco a toglierti dalla testa" l'avevo guardato interrogativa e lui aveva proseguito a fatica con la voce spezzata "Da ieri sei un pensiero fisso..."
"Pensavo non mi avessi neanche notata"
"Cosa? Non ti sei accorta che ti ho fissata per tutta la durata dell'allenamento?" avevo sorriso arrossendo e poi avevo ripreso a baciarlo "Stephan...sei sposato"
"Lo so...è questo è un bel problema..." nonostante l'assurdità della situazione mi era scappata una risata "E sono più piccola di te di 5 anni praticamente.."
"Quello non è un problema..." avevamo continuato a scambiarci baci a stampo mentre lui mi massaggiava la pancia "Era un modo per attirare la tua attenzione"
"Potevi trovarne qualcuno un pò meno doloroso" avevo appoggiato la mano sulla sua "Non possiamo continuare Stephan..."
"Lo so...non mi è mai successo te lo giuro" gli avevo creduto "Non...non posso essere la tua amante...non esiste..."
"No...non puoi essere la mia amante..." la sua bocca aveva sfiorato la mia mascella, il collo, la clavicola ed io avevo sospirato "Sei così bella" forse era una magia che mi stava facendo lui perché io bella non mi ci ero mai sentita...sua moglie era bella, con i lunghi capelli castani e gli occhi grigi, con l'andatura da modella e quel sorriso che faceva dire a tutti quanto fosse dolce..io avevo i capelli neri a caschetto, occhi azzurri che spesso sembravano bianchi da quanto erano chiari, la pelle pallida che si scottava solo con un raggio di sole e la risata troppo acuta. Non mi vestito bene, ero sempre di fretta e mettevo sempre le prime cose che capitavano, non ero sofisticata, portavo le borse a tracolla del mercato e andavo in università con i mezzi pubblici..non usavo i tacchi, se non in occasioni particolari e mai per più di un'ora...ero una ragazza di vent'anni senza grosse pretese...non ero bella...ma in quel momento mi ci sentii "Dimmi che stasera ci possiamo vedere..una volta soltanto"
"Vieni a casa mia...mia sorella non c'è..." lui aveva annuito e poi mi aveva fatta sdraiare sul lettino rimettendomi il ghiaccio sulla pancia..poi aveva preso un pennarello che era appoggiato su un tavolo e mi aveva scarabocchiato il suo numero sulla mano "Scrivimi" mi aveva baciata un'ultima volta e poi era uscito...io avevo chiuso gli occhi e quando li avevo riaperti avevo guardato la mano dove campeggiavano quei numeri scribacchiati in fretta...avevo preso il cellulare e avevo memorizzato quella sequenza sotto il suo nome poi mi ero massaggiata le labbra ancora gonfie dei suoi baci. Avevo un appuntamento notturno con un ragazzo sposato e non vedevo letteralmente l'ora...
STAI LEGGENDO
POTREMMO RITORNARE
FanfictionPER CINQUE MESI STEPHAN E CHIARA SONO STATI AMANTI...POTREBBERO RITORNARE AD ESSERE QUALCOSA DI DIVERSO?