Soliloqui in overdose.

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C'è chi arriva a compiere più di novanta anni, ma non è stata viva nemmeno per la metà di essi. C'è chi ti vive dentro, in luogo fra la magia e la pazzia, è un luogo antico e il mondo ne gira attorno, il mondo che gira attorno a questo sole minuscolo ma allo stesso tempo gigantesco che cambia da persona a persona, tutto abbiamo un cuore, c'è chi lo studia, chi ce l'ha malato, chi lo perde fra le strade di una città affollata mentre tiene per mano un essere fatto di amore e speranza, la stessa che riponiamo noi tutti in qualcosa, non importa in cosa, ma tutti noi abbiamo un ancora che ci fa rimanere in quel posto, il sole, è il sole e noi che diventiamo ciechi guardandolo siamo degli stupidi, dei pazzi, siamo un misto di magia e pazzia.
Alex lo aveva letto un giorno in uno dei suoi amati libri, era il soliloqui di uno scrittore morto di overdose, il libro non lo ha colpito molto, in realtà non gli era piaciuto per niente, ma questa parte lo aveva parecchio colpito, e qualche volta  capitava che pensasse a queste parole, né comprendeva il significato ma non lo viveva, sognava di vivere in quelle vie affollate, sognava di vivere realmente più la metà dei suoi anni, lo desiderava come non aveva mai desiderato niente e per questo si tormentava, voleva sentirsi vivo, lui che per 5 anni andava nella stessa scuola, usciva la sera con gli stessi amici, andavano nei soliti posti, parlavano delle solite cose, una ruota che ha girato e rigirato per 18 anni.
Era il primo giorno di scuola, il classico giorno dove tutti arrivano puntuali per rivedersi dopo quei tre mesi passati lontani gli uni dagli altri, si arriva presto per farsi notare, per dire:"quest'anno sarò diverso, studierò e avrò tutti bei voti."
Per Alex era un giorno come gli altri, che sia il primo o il centesimo non faceva differenza. Arrivato 15 minuti di ritardo va verso il suo armadietto, i capelli scompigliati, lo zaino appoggiato in una spalla, il giubbotto che lo copre fino a poco più sopra le ginocchia, cammina incurante del ritardo, arriva davanti il suo armadietto, il 225, inserisce la combinazione, lo apre e sistema il suo zaino là dentro dopo aver estratto il materiale per la lezione. Gli orari degli studenti erano fissati con una puntina sulla bacheca all'ingresso, sapeva già cosa avrebbe passato quel famoso "primo giorno di scuola". Chiude l'armadietto e inizia ad andare dritto verso la classe, era il suo quinto anno in quella scuola e ormai sapeva orientarsi benissimo, sapeva la posizione e il numero delle classi a memoria, non c'era più niente che lo poteva sorprendere in quel posto, ne era sicuro. Si sbagliava.
Poco più distante dalla sua classe si trova la direzione, è costretto a passarci davanti, avrebbe voluto evitare volentieri per paura di qualche rimprovero già al primo giorno, ma nessuno si accorse di lui, nessuno guardò Alex finch, erano tutti impegnati con i primi documenti del anno, tranne una impiegata che stava parlando con una ragazza, non prestò molta attenzione, "era una ragazza come tutte". In futuro non penserà più la stessa cosa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 08, 2017 ⏰

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