baci di zucchero

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Bologna,12 febbraio 2017, 22:42
Relazione: un anno e quattro mesi

Ero appena tornata dalla stazione Bologna Centrale,un pó frastornata dal caos di quell'ora sui tram e per le vie centrali, che per tornare al mio appartamento, avrei dovuto prendere obbligatoriamente. Se non volevo tornare a casa due ore dopo.
Risparmio il ragionamento da filosofi sul chiamare la struttura in cui si vive casa o no. Perchè alla fine non si puó scrivere sempre "luogo in cui svolgo attivitá e bisogni fisici abituali. ", insomma si fa prima a scrivere casa e abbiamo capito tutti.
Entrai e salii le scale in marmo con alla sommitá quella strisciolina nera ruvida che in teoria dovrebbe non farti scivolare giú dalle scale. Innumerevoli le mie cadute nell'arco degli ultimi due anni su quegli scalini. Dimostrazione del fatto che quelle striscioline non servono ad un cazzo di niente.
Arrivai alla mia porta e infilai la chiave nella toppa,per poi girare tentando di aprire. Ma era ovvio che impedita come sono impiego a girare la chiave prima in senso orario e dopo antiorario ripetutamente cinque minuti buoni e occhiate stupite dai miei neighbors di palazzetto. Stupite perchè questa scena si ripete tutti i giorni.
Riuscii ad entrare in casa,non mangiai poichè mi ero giá aspirata un panino da SubWay in stazione. Vi giuro che in quel momento la mia dieta si alzó da tavola e con faccia indignata se ne andó. Non scherzo.
Ebbene non so come dovete sapere che ho un fidanzato, mi chiedo anche io come ho fatto a trovarlo, non tutti vogliono una scaricatrice di porto che se non mette una parolaccia in tutte le frasi non sta a posto. Al momento mi sto trattenendo.
Curiositá: lo facciamo raramente,di solito ci addormentiamo coccolandoci, quindi stiamo provando una nuova tecnica che esclude il letto.
Mi tolsi il cappotto, le scarpe e andai direttamente in camera a spogliarmi per fare una doccia quando arriva lui che, con fare sensuale se ne esce con un
"Hei bambola."
Io nel frattempo decido se assumere un tono offeso o stare al suo gioco.
"Hei, fustacchione."
Si sto al suo gioco.
Adoro il fatto che abbia il corpo completamente tatuato.I suoi sono tatuaggi chiari,con colori a pastello e bordi neri sottilissimi e definiti,solo per creare la distinzione tra l'uno e l'altro.
Sono chiari non perchè sono scoloriti ma per quanto io ne possa capire, vuole che sembri che li abbia sulla pelle da sempre.
Sono sembrata una ragazza normale uguale alle altre? Mi differenzia il fatto che ascolto musica fondamentalmente rock, punk o metal, vesto sempre di nero, magliette delle band e skinny neri possibilmente strappati sulle ginocchia.
Ció per far quadrare un attimo il fatto che adori i tatuaggi sparsi ovunque per il corpo di lui.
Anche lui ascolta i miei stessi generi. Ci vestiamo alla stessa maniera a parte il fatto che lo obbligo a mettersi quelle canottiere o t-shirt sbracciate come dir si voglia,con le bretelle lunghe che scoprono i parte del torace inferiore alle braccia. Adoro.
Mi prende in braccio.
Non fa fatica anche se sono un mattone da 58 chili per 1.58 di altezza e la cosa mi sconvolge tutte le volte.
Io sono rimasta in reggiseno e mutande dato che la mia precedente intenzione era di farmi una doccia. Lui invece è ancora vestito dai suoi jeans neri,calzini e le mie fantomatiche canottiere.
Se ne accorge e mi posa sul letto. Io dal mio canto mi siedo comoda con le gambe incrociate e mi appoggio sul gomito mentre lo guardo svestirsi.
Madonnina beata quanto mi piace,dio è bellissimo.
Una volta finito mi guarda con le braccia incrociate e abbasso lo sguardo.
Ha i boxer rossi con le renne che gli ho regalato a natale.
"Quelli avevi detto che li mettevi solo ed esclusivamente in periodo natalizio,testuali parole."
Lo presi in giro facendo peró la faccia da persona seria.
"Si ma sono due settimane che non accendi la lavatrice e mi sono rimasti solo questi e due paia di mutande bianche. Bianche eh. Io non me le metto."
Ah cazzo mi ero dimenticata.
"Oh perfetto, allora vado ad accenderla ora va bene?"
Faccio per alzarmi, mantenendo un'espressione seria come quella di prima.
"No no no,dai dai dai rimani qui su lo so che mi vuoi quanto io voglio te"
Va verso il comodino e tira fuori un pacchettino argentato.
"Mh?"
Me lo sventola davanti al naso. [n/a: su donne non pensate male,il soggetto è il pacchettino]
Ritorna a prendermi in braccio e sento la pelle del suo torace morbida sulla mia. Prima di appoggiarmi al muro per aiutarsi, si fa avanti e mi slaccia il reggiseno. Lo butta per terra.
"Brutta puttana che non sei altro! Quello è della Kalvin Klein, costa quanto te!"
Gli urlo. Lui ride ma non lo raccoglie.
Con baci umidi risale il collo arrivando alla bocca,che percorre lentamente con una serie di baci piccoli e leggeri coprendo la superficie delle mie labbra. Si stacca per un secondo per riprendere fiato, e dolce come il miele appoggia le sue labbra sulle mie in modo delicato.
Non perdo occasione di pensare a quanto possa sembrare violento da fuori e vederlo cosí leggero, capace di farti , non so, amalgamare a lui è strano, stupefacente. Come fosse sempre la prima volta, che non per dire,  è stata tre mesi fa, perche sia io che lui volevamo prendercela comoda e andare piano.
E anche perche, come ho detto prima, ci addormentavamo ancora prima di iniziare.
Ricambio anche io dolce, sperando che in questo momento anche lui stia pensando quello che penso io.
Appoggia la mia schiena al muro freddo, per aiutarsi. Il mio corpo viene preso da una serie di brividi leggeri e da una pelle d'oca che viene subito intercettata da lui e con le sue mani calde inizia a strascicarle sempre in maniera delicata, quasi amorosa direi, perche, si sa, in questi momenti spesso si risveglia la bestia pervertita che si trova in tutti i ragazzi, per la vita, scendendo sulla pancia e risalendo, poi scendendo sui fianchi e sulle coscie agganciate alla sua, di vita.
I brividi spariscono e lui si avvicina con il viso, con gli occhi semichiusi continua a baciarmi la pelle, sembra sia sotto stato di trance,sta facendo tutto lui ma sembra non preoccuparsene, sembra non volere che io ricambi. Tiro su le mani facendole scorrere sulla sua schiena colorata, sento tutti i muscoli in tensione sotto la sua pelle liscia, senza peli, per via dei suoi tatuaggi.
Muovo la testa velocemente tentando di ribellarmi a lui, lascia andare un gemito deluso, bloccato dalla mia bocca sul suo collo.
Sono passati dieci minuti, se fossimo stati sul letto ora saremmo giá addormentati.
Stringe la presa, diventiamo un tutt'uno, la mia pancia come il mio petto è completamente in contatto con lui.
Noto un alzabandiera e mi scappa da ridere, mi trattengo continuando ció che avevo iniziato sul suo collo.
Noto ora che sta giocando con l'orlo delle mie mutande, infilando le mani tra il tessuto in cotone e la pelle del mio fondoschiena e tirandole fuori, in movimenti circolari lenti. Tiro forte un sospiro appena realizzo ció che sta facendo, tirandomi su con le gambe e risultando per qualche secondo piú alta di lui. Ritorno alla posizione di prima.
Prende le mutande e cerca di toglierle, subito bloccato dalla sua stessa vita.
Rinuncia al momento a cavarmi le mutande e tenendomi per la vita con una mano, appoggiandomi di nuovo al muro, ora non piú così freddo come prima, con la mano libera va avanti e me la infila nelle mie mutande arrivando subito al bottone e spingendo a tratti, ricavando miei sospiri e gemiti soffocati dal suo collo, a contatto con le mie labbra.
Mh ci stiamo spingendo al largo.
Ritrae la mano e allenta la presa, ottenendo la mia attenzione.
"Cavati le mutande."
Mi sussurra all'orecchio facendo la voce profonda e sensuale, concludendo la frase con un paio di baci umidi proprio sotto all'orecchio.
Mi fa scendere, mantenendo il contatto sposto le mani per togliermi da sola le mutande.
"No aspetta."
Mi blocca e prende le mie mutande con tutte e due le mani tra i fianchi e il  fondoschiena, tirandole giú un pó alla volta.
Io nonostante lui mi abbia vista moltissime volte nuda, non riesco a superare l'imbarazzo, nascondo quindi il viso nell'incavo del suo collo, mi avvicino mentre lui si abbassa ponendo le mie mutande a terra.
Questa scena mi sa tanto da After. Con la differenza che io non sono cosí pervertita e "abituata" , diciamo, come lo è Tessa, sono proprio il contrario, mi scandalizzo per qualsiasi cosa che riguardi ció che io e lui non abbiamo mai provato piú volte. E di solito, una volta finito, mi addormento stremata, cosí come lui, non reggerei piú di un giro.
Distratta da questi pensieri non mi accorgo che anche lui si è cavato i suoi boxer natalizi e ora mi ritrovo nella posizione in cui eravamo prima, io appoggiata con la schiena al muro e con le gambe strette intorno alla sua vita, lui che aiuta a tenermi su cercando il contatto che c'era prima.
Apre il pacchettino argentato e infila il contenuto sulla sua lunghezza, tutto molto velocemente, per non farmi scivolare.
Nel frattempo io non riesco a guardare giú e mi concentro nella zona tra la clavicola e la base del collo, mordicchiando leggermente una parte blu sfumata a viola di uno dei tanti tatuaggi.
Mi richiama con un verso gutturale a guardarlo, dritto negli occhi. Fa fatica come me a mantere un contatto visivo diretto, cosí riprende il bacio di zucchero di prima che sembrava non aver finito.
Dopo qualche decina di secondi, forse trenta, quaranta, scende sul mio petto, che fino ad adesso non aveva ricevuto attenzioni, con baci umidi susseguiti da soffiate, che provocano leggeri brividi e ulteriori miei sospiri senza voce. Io per aiutarlo alzo il petto piú o meno alla sua altezza e passo le mani tra i suoi capelli morbidissimi, leggermente sudati.
Porta una mano verso il basso, posizionando la sua lunghezza in corrispondenza della mia entrata.
Muove il bacino facendo in modo che io senta qualcosa di tiepido laggiú, dove prima non c'era nulla e il calore montava a mia insaputa.
Spinge piano alzando simultaneamente il suo bacino e facendomi scendere,riempiendomi.
Rilascia un gemito di goduria attutito dalle mie labbra, che accompagna il mio, che non so se suoni piú come un gemito di dolore.
Ritorna alla sua posizione iniziale.
"Va tutto bene eh?"
Mi chiede, quasi spaventato, con sguardo e tono esageratamente premuroso.
"Si."
Gli rispondo piano, soffiando e attaccandomi sempre di piú a lui.
"Tre settimane e mezzo che mi trattenevo e mi addormentavo sul più bello, cazzo."
Sorride, mentre approfondice il bacio, causando un sorriso anche da parte mia.
Intanto aveva ripreso a spingere, questa volta solo con l'aiuto del suo bacino, dato che io ero scesa alla sua altezza. Rientra piano ma va piú a fondo, socchiudendo gli occhi mentre mi stacco dalle sue labbra per riprendere fiato che perdo in pochissimo tempo. Socchiudo la bocca.
Di nuovo ripete il movimento piú volte, aumentando un pó alla volta la velocitá.
Quasi dieci minuti di gemiti sommessi, bloccati, fiati corti sul collo e baci intermittenti accompagnati da spinte sempre piú forti, sento una pressione montare dal mio ventre per arrivare allo stomaco, risalire per i polmoni e arrivare fino alla gola bloccandosi.
Butto indietro la testa piano, senza sbattere contro il muro, staccandomi per l'ennesima volta dalla sua bocca. Lui continua le spinte cosí come il bacio, ora spostato sul collo, strascicato sotto alla mia mascella.
Muove le mani avidamente su e giú per la mia vita, ricoprendo anche la superficie della mia pancia.
Inizia a mormorare il mio nome sul mio petto,seguito da gemiti leggermente piú forti di prima.
Gli tiro leggermente i capelli, piegandogli la testa all'indietro e lui spinge per un paio di volte molto forte, facendomi urlare.
Chiudo gli occhi e mi nascondo per una seconda volta nell'incavo del suo collo, mentre veniamo nello stesso momento, io gemendo forte, lui chiamando il mio nome stringendomi in una specie di abbraccio.
Esce da me lentamente, delicato, quasi impercettibile, senza lasciarmi andare, capisco che ora vuole le coccole, perche mi stacca dal muro e tenendomi in braccio si sposta verso il letto, baciandomi.
Lancio un'occhiata stanca verso la sveglia che segna le 23:33 e tiro un sospiro,sentendo ancora una pressione calda sul petto
Mi lascia sul letto, lo guardo e noto che anche lui come me è stremato.
"Vado un attimo in bagno, torno subito."
Mi lascia un'altro piccolo bacio sulla fronte, tenendomi saldamente con tutte e due le mani le spalle.
Al nominare il bagno mi ritorna in mente la doccia che dovevo fare prima.
"Ti fai la doccia?"
Cerco di farmi sentire.
"Si, ci metto poco."
Ma la voglio fare anche io la doccia. Dopo lui profuma e io puzzo come una capra. Decido che la doccia la faccio dopo di lui, per il momento di contatti fisici ne ho abbastanza.
Sento la doccia azionarsi e mi alzo dal letto, cercando le mie mutande e il reggiseno e infilandomeli.
Tiro fuori dell'intimo pulito e, dato che immagino impedirá di mettermi il pigiama, aggiungo un paio di coperte in pile sulla trapunta, per compensare l'assenza del pigiama.
La doccia si spegne e subito dopo esce con un asciugamano verde alla vita, sfregandosene un'altro sui capelli.
Sento di qui il profumo del suo bagnoschiuma e tiro lunghi sospiri per annusare e sentire il piú possibile il suo profumo, prima di entrare a mia volta in bagno.
Prendo l'intimo pulito sentendo il suo sguardo mangiare la mia immagine.
Lo fermo a metá strada tra il letto e la porta del bagno appoggiando le mani sui suoi pettorali, mentre lui appoggia le sue sulla mia vita, infilando i pollici nel reggiseno.
Mi metto a ridere e scappo in bagno, chiudendo a chiave da dentro e accendendo di getto la doccia, sentendo comunque il suo "brutta troia."
Dopo cinque minuti ho giá finito, non voglio che aspetti molto. Esco dal bagno solo con l'intimo pulito addosso, mi affaccio sulla porta della camera da letto, non vedendolo mi faccio avanti piano piano, in un silenzio di tomba.
Mi fermo in mezzo alla stanza, guardandomi intorno spaesata. Dove cazzo si è messo quel finocchio.
Si apre di scatto l'armadio e un lui selvatico salta fuori, prendendomi in braccio tipo sposa ridendo.
"Porca puttana."
Urlo spaventata e mi prendo qualche secondo per guardarlo ridere, perchè è qualcosa di disumano, bellissimo e perfetto, con i suoi tatuaggi che ricoprono completamente il suo corpo, escludendo le gambe, decorate da solo qualche tatuaggio sparso.
Appoggio il viso sui suoi pettorali e annuso la sua pelle pulita e profumata, lasciando un bacio leggero.
Contrae i muscoli delle braccia, il destro sotto le mie ginocchia, il sinistro in corrispondenza del gancetto del reggiseno, avvicinando il mio viso al suo, come potrebbe fare una mamma con il proprio bambino.
Fa coincidere la mia e la sua fronte e con la punta del suo naso sfrega la mia, continuando a sorridere e dandomi altri baci sulle labbra,  dolcissimi.
Si allontana e di nuovo si mette a ridere guardandomi.
Mi chiedo cosa abbia da ridere. È cosí divertente farmi perdere cinque anni di vita?
Mi mette giú e si avvia verso la cucina, sembra voler fare di tutto pur di non andare a letto.
"Ma dove vai?"
"Ad alzare il riscaldamento."
Mi risponde come se fosse la cosa piú normale del mondo.
Adesso che ci penso si, inizia a fare freddo, perció mi avvio verso il letto, scostando la coperta e infilandomi nella mia parte.
Subito pensieri velocissimi iniziano ad ammucchiarsi nella testa, tra questi c'è la lavatrice che aspetta di essere azionata, il fatto che dopo quasi un mese abbiamo fatto l'amore e nonostante questo mi sento incredibimente sporca, come se non avessi dovuto farlo, anche se so che è una cosa perfettamente normale.
Penso anche a quanto io possa amare una persona cosí, e per l'ennesima volta mi stupisco dell'amore immenso che prova anche lui nei miei confronti.
I miei pensieri vengono interrotti da lui che si stende all'interno della trapunta vicino a me e mantenendo sempre il comportamento dolcissimo, premuroso che io amo, mi abbraccia forte riscaldandomi ulteriormente,  ricambio incoraggiandolo.
Mi lascia baci sulla tempia destra, quella piú vicina alla sua bocca.
"Sei cosí dolcioso e coccoloso."
Mi lascio scappare, abbracciandolo piú forte e abbassandomi. La mia testa ora si trova sul suo petto, sento ancora il profumo del suo bagnoschiuma e come prima mi concentro su quell'odore buonissimo, perdendomi la sua risposta.
Inizio a sentire l'intorpidimento dovuto al sonno e alla stanchezza.
"Non ti addormenterai adesso."
"Beh certo, il letto? L'ultimo posto in cui si dovrebbe dormire."
Gli rispondo subito ironica, alzando lo sguardo verso di lui, che mi sorprende raggiungendo il millesimo bacio della serata.
"Non sei stanco?"
"Si."
"Allora dormi dai, io sto crollando, mi dispiace."
Subito dopo la mia risposta rilassa i muscoli allentando la presa su di me, annullando il giaciglio che mi aveva creato con il suo abbraccio. Appoggia completamente la testa al cuscino e sposta lo sguardo verso il soffitto, sospirando e continuando con le dita della mano destra a tracciare le linee sulla mia spalla anch'essa destra,  inesistenti, che aveva iniziato appena stesosi.
Io mi sposto di conseguenza al rilassamento del suo corpo, ritrovandomi con la testa completamente appoggiata sul suo torace.
Il sonno ha la meglio su di noi e lancio un'ultimo sguardo alla sveglia che segna le 23.58, notando che lui giá dorme, chiudo gli occhi anche io, addormentandomi finalmente.

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