Diciassette anni e dieci mesi

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Lily si alza in piedi scrollandosi le foglie dalla gonna e si stiracchia, allungandosi verso l'alto per sciogliere le membra intorpidite. Lo sguardo di James la segue, perdendosi tra la curva della schiena e le punte dei capelli aggrovigliati. Continua ad accarezzarla con gli occhi per tutta la durata del gesto, sfiorandone i muscoli tesi, la posa sgraziata, gli orli stropicciati di gonna e camicia, senza riuscire a spiegarsi perché non riesca a schiodarsi di lì, perché non riesca a smettere di guardarla come un naufrago che vede la nave della speranza. E' un gesto che non ha nulla di speciale, James lo sa, ma questo non gli impedisce di sorridere di fronte alla visione nella sua ragazza che sia allunga come una gatta impacciata, i pugni chiusi e le labbra sollevate il una smorfia soddisfatta.Come se non ci fosse nulla di più bello al mondo. Come se non ci fosse nulla di più prezioso.Ed è quello il momento in cui lui lo capisce, in cui, improvvisamente sa che non sarà mai più in grado di ripensare a quell'attimo senza sentire una profonda fitta di calore in mezzo allo stomaco. E' quello il momento in cui James, nel pieno delle sue facoltà mentali, senza un reale motivo, senza una precisa spiegazione, si rende conto di essersi innamorato di Lily.
Non che non ci abbia pensato prima, ovviamente. E' una vita che cerca Lily, che sogna Lily, che vuole Lily, è una vita che si sente chiamare Il Bell'Innamoratoda Sirius e Remus, è una vita che chiama amore ciò che sente per lei –no, questo forse no, forse non è una vita, c'è stata, prima, tutta la dolorosa, faticosa, impervia fase della negazione e poi della lenta accettazione del sentimento reale.
E' una vita che si professa intimamente innamorato, senza rendersi davvero conto della portata di quelle parole.
Perché tutto ciò che c'è stato prima, tutte le convinzioni, tutti i pensieri sono nulla in confronto a ciò che sente ora, a quel calore, a quel bisogno disperato che prova nei confronti di Lily che si stiracchia pigramente, inconsapevole degli occhi del ragazzo fissi su di lei.


Si rende conto che innamorarsi di Lily è stato certamente inevitabile, ma anche frutto di un lungo percorso, fatto di sette anni di conoscenza, di quasi tre mesi di relazione, di quasi due mesi di una vicinanza profonda e totalizzante con la ragazza. Se prima poteva dire di amare Lily per l'idea che aveva di lei, per il suo modo di vederla, di spiarla, di raccogliere i suoi gesti più minuti, ora può dire con cognizione di causa di amarla per ciò che è. Per i suoi gesti sgraziati, per quella normalità così speciale che ogni suo gesto –inconsapevolmente- ha.
James, a diciassette anni e dieci mesi, sa improvvisamente di amare Lily perché è lei, perché l'ha conosciuta abbastanza da sapere di volerla accanto a se per tutto il tempo che potrà.

Non ci pensa ancora, a quelle cose che suonano come "per tutta la vita, finchè morte non ci separi", perché ha diciassette anni e dieci mesi e nonostante la guerra e il dolore abbiano contribuito a renderlo molto più vecchio –cose del genere, non diciamoci cazzate, non rendono adulti, rendono vecchi e stanchi- lui ancora non ci sa pensare. Non ci può pensare.
Ci penserà poi, a diciannove anni e un mese, quando dirà a Lily "Noi ci sposiamo a maggio" e lo dirà come una cosa semplice, una conseguenza logica e stabilita di un sentimento che evolve più velocemente della guerra –e dire che la guerra cresce a suon di morti e di paura. Ora, a diciassette anni e dieci mesi, il suo concetto di amore è quello di non riuscire a pensare ad un futuro che non contenga Lily, le sue guance piene, gli occhi gentili –tranne quando si arrabbia, ma a quelli James è abituato dalla notte dei tempi- e i suoi gesti un po' goffi, ma spontanei.

A diciannove anni James saprà con esattezza che se perdesse Lily, lui potrebbe forse avere qualcun'altra, andare a letto con qualcun'altra, ridere con qualcun'altra, ma non sarebbe mai la stessa cosa –e istintivamente, inorridirà al pensiero di stringere qualcuna di diversa da lei, di fare l'amore con un corpo che non contenga i fianchi morbidi di Lily, il suo piccolo neo sotto al seno sinistro, la sua cicatrice sulla spalla destra, di ridere con qualcuna che non sollevi le labbra sopra i denti, permettendo ad una fossetta appena accennata di aprirsi- e saprà con altrettanta esattezza che potrebbe forse, sì, ma non lo farebbe mai, perché senza Lily lui non potrebbe più essere James.

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