[ Blanc ou Noir ]

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Sei così complicato, Arthur.
Nemmeno Freud potrebbe capirti, credimi.
Hai una mentalità anormale, che solo tu puoi capire e non lasci che altri – come me – provino a interpretare, magari nel tentativo di avvicinarsi a te.
Lo sei fin da quando eri una piccola nazione, non solo ora.
A quei tempi mi ritrovavo a sospirare per ogni tuo capriccio e i tuoi improvvisi sbalzi d'umore.
Potrei contare sulle dita ogni volta che tu sei stato 'normale', se così posso definirti.

Non sei normale, per niente!

Partiamo da quelle sopracciglia che ti ritrovi: puoi dirmi che peccato tu abbia fatto in una vita passata per avere punizione così orribile?
Se devo dire il mio parere, odio le sopracciglia foltissime come le tue, ma immaginandoti senza sarebbe un colpo al cuore.
Non saresti più tu.
Poche nazioni, se hai notato, hanno almeno una caratteristica bizzarra.
Faccio un esempio: i fratelli Vargas. Feliciano, Romano e Seborga hanno un ciuffetto più evidente degli altri, che sia verso destra o sinistra poco importa.
Anche Canada ne ha uno uguale, ma gli ricade davanti al viso, e non ai lati.
A me piacciono, sinceramente.
Li rende più.. dolci?
Ma tornando a te, la tua caratteristica bizzarra sono proprio le tue buffe sopracciglia, c'è poco da fare.
Te le devi per forza tenere, sfortunatamente.

Questa mattina abbiamo il meeting nella mia stupenda capitale: Parigi.
Ah, la città dell'amour!

Bevo con tranquillità il mio caffè, guardando i turisti, le coppie innamorate e uomini in divisa – per lavoro – passarmi davanti come un flash. Mi piace fissare i miei concittadini, guardarli crescere e innamorarsi dei loro amanti.
Mi addolcisce vederli baciarsi sotto la Torre Eiffel, simbolo della mia nazione, oppure farsi dichiarazioni di matrimonio.
È una cosa stupenda, e ti scalda il cuore come un gelato al sole.

Eppure, tra quelle persone spero sempre di vederti.
Non riesco a perdere la speranza.
L'espoir est le dernier à mourir, uh?*

C'est la même histoire tous les matins
J' prends l'cafè au "Café des deux moulins"
Ou j'attend pressée de te revoir
En passant oué en passant sur le trottoir
...Trop tard

Per giungere all'edificio dove ci siamo organizzati per il meeting, bisogna prendere la metrò e farsi dieci minuti di camminata, giusto per non perdersi nella folla sotto l'Arco di Trionfo.
E quando nervosamente entri nella metrò, con la tua valigetta in una mano – chissà quanti fogli hai lì dietro – io resto a fissarti, deciso se ridere o meno.
Non mi hai notato, ma sono seduto a pochi metri da te.
Te lo dico senza giri di parole: quella serietà, nella mia nazione, non è legale. Odio la serietà, mi piacciono le cose sbarazzine, che tu non conosci per niente.
Ritieni eccitante bere il tè! Oh mon dieu!

Cosa ti farei! (In tutti i sensi.)

Maledetto tu e il tuo corpo, che mi attrai anche solo con un movimento del braccio. E dannato me due volte, perché so che se hai quel linguaggio del corpo così perfetto e attraente è stata solo a causa della mia 'influenza' francese.
Penso a tutte quelle cose che avremmo potuto fare insieme. Ad esempio in cam– ehm.
A volte vorrei non averti proprio incontrato, così quando fossi venuto a conoscenza della tua relazione con Alfred non ci avrei sofferto come un cane.
È stato terribile.

De temps en temps quand tu cour au boulot
J'rest assise derrier toi dans l'metro
Et je pense a tout ce qu'on pourrait faire encore
Dans ma chambre, des ptites vacances (encore ensemble)
à Montpélier

Où on est deja allé
Où Tous les amants esperent toujour se rèveiller...

Sei così irresistibile, Iggy.
È così che ti chiama Alfred, giusto?
Quando lo fa ti va il viso in fiamme, e urli frasi – non adatte ai minori – in inglese.
A quel punto scoppio a ridere di gusto, così come i miei amici e anche Canada, il quale ridacchia sottovoce.

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