11 febbraio 2017;
Ero seduto su uno dei pochi sgabelli vuoti del locale. Era sabato sera, per cui il posto pullulava di ragazzi e ragazze. Io ero solo, perché così mi sentivo.
Era uno di quei giorni, uno di quei periodi.
Avrei dovuto andare a casa di Isak. Mi aspettava per le 19:00.
Guardai l'orario sul cellulare. 21:21. Wow.
Mi sentivo uno schifo.
Non solo perché gli avevo dato buca e adesso non facevo altro che immaginare lui triste e rassegnato. Odiavo vederlo triste e rassegnato. Erano cose che sul suo viso semplicemente stonavano. E il fatto che ci fossero per colpa mia mi rabbuiò ancora di più, se possibile, e mi spinse ad ordinare un altro shot.Quando la porta del locale si aprì e si richiuse per la milionesima volta quella sera, era praticamente mezzanotte. Con tutta quella musica non me ne sarei mai e poi mai accorto, se non fosse che stavo girato proprio verso l'entrata.
Chi aveva appena varcato la soglia era Isak.
Lo osservai mentre faceva scorrere gli occhi sulla gente come fossero nulla, per poi ancorarsi sul mio volto non appena lo trovò.
Iniziò a sgomitare per farsi strada tra la folla e raggiungermi. Io gli diedi le spalle. Non avevo voglia di vedere quello sguardo triste.
Ma lui mi raggiunse, e dovetti affrontarlo.
Avevo paura di dire o fare qualcosa che non volevo davvero dire o fare. In quei periodi succede. Anche troppo spesso.
«Ehi.»mi disse. Ansimava. Probabilmente si era stufato e aveva corso fin qui.
«Ehi.» risposi.
«Perché non sei venuto? Ti ho aspettato per..»
«Non..»sospirai. «Non me la sentivo.» Lo guardai negli occhi sperando che capisse da solo.
Il suo sguardo mi disse che sì, aveva capito.
«Ma domani è il tuo compleanno...» Sicuramente stava pensando a ciò che avremmo dovuto fare. Già. Se solo..
Se solo io non fossi io.
Continuava a fissarmi con quell'aria persa e così dannatamente triste. Non ce la facevo.
Era già successo, e lui mi aveva già aiutato. Ma è una malattia per un motivo. Non è ragionevole. Io non ero ragionevole. Ci cascavo e ricascavo, e ogni volta lo respingevo, perché avrei voluto che mi avesse lasciato andare e che avesse provato a trovare qualcuno che non sprofondasse nella depressione o nell'allegria folle ogni due per tre.
E allora sbottai.
«Sì, domani è il mio compleanno. Ma indovina? Al mio caro bipolarismo non interessa. E sta volta penso davvero che non dovrebbe interessare neanche a te. Vattene, Isak. Davvero. Finirò a dormire ubriaco su questo bancone e poi mi risveglierò chissà come nel mio letto e non mi alzerò per una settimana. Farò schifo e mi vergognerò di me stesso, e non voglio che tu stia a guardare un'altra volta. Tu la mia miserabile vita di merda non te la meriti. Vai, per favore.»
Avevo la voce rotta.
Ma quello che sentii spezzarsi fu il suo cuore.L'avevo fatto di nuovo.
Fanculo.
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Evak;
Fanfiction12 febbraio 2017. E' il compleanno di Even, ma i piani suoi e di Isak vengono distrutti dal suo "periodo no". Ma mentre sta per affondare, la mano di Isak lo trova e lo tira sù, come sempre. Halla. Non so cosa sia, sto aspettando il trailer della se...