Inside the Heart

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Niall odia il 14 Febbraio, lo detesta davvero tanto. Pensa che sia soltanto l'ulteriore trovata dei commercianti di cartoline, gioielli e cioccolatini per riuscire ad abbindolare un gregge di sciocchi infatuati disposti a svuotare le proprie tasche per far finire i loro risparmi direttamente nelle tasche dei suddetti venditori. San Valentino. Bah. Che festa inutile.

Non è ben sicuro di quando abbia avviato questo processo di trasformazione in zitella acida. Forse da quando si è ritrovato ad essere l'unico single del loro gruppo di amici. Finché nessuno di loro era fidanzato, la cosa davvero non gli pesava. Ma ora? Ora è consapevole della sua deprimente condizione di solitudine. Il che ci riporta al suo odio per il 14 Febbraio e per San Valentino.

Il fatto è che non è che lui non creda all'amore, tutt'altro! Harry per amore ha rischiato la sua stessa vita e Liam per lo stesso motivo ha accettato di convivere per sempre con il sovrannaturale, innamorandosi di un licantropo. Quindi lui all'amore ci crede, perché ha potuto vederlo con i suoi occhi. Quello a cui non crede, invece, è che l'amore possa esistere anche per lui. Fino a qualche tempo fa ancora ci sperava, ora invece ha ormai semplicemente deciso di accettare la realtà per quello che è: non tutti sono destinati a trovare la loro metà. Forse per qualcuno semplicemente quella metà non esiste, ecco tutto. Solitamente si rifiuta di lasciare che questo possa cambiare ciò che lui è, ma in momenti come questo, quando tutti sono impegnati con le loro cose da coppiette felici, lui si permette di essere un po' triste e anche un po' scontroso. Perché tutti da lui si aspettano sempre una battuta o una risata, perché lui è Niall, e Niall ha sempre un sorriso sulle labbra e una parola gentile per tutti, perché lui è uno sciocco buffone perennemente allegro.

Nessuno si domanda mai come sia tutto questo per lui? Perché nessuno gli dice mai che è okay se per una volta ha voglia di essere incazzato con il mondo perché è ingiusto? Perché nessuno si preoccupa mai di pensare a quanto in realtà sia pesante doversi sempre fare vedere felici?

Certi giorni, plasmare un sorriso gli risulta così difficile che pensa potrebbe svenire per la fatica. A volte il sorriso gli pesa così tanto che si domanda come sia possibile che gli angoli delle labbra non si rivoltino mai contro di lui, arcuandosi all'ingiù.

«Niall, smetti di mangiare il gelato!» sua madre lo sgrida dalla porta della cucina, mentre lui ﹣stravaccato sul divano﹣per tutta risposta spalanca gli occhi all'inverosimile ed affonda nuovamente il cucchiaione nel barattolo di Ben & Jerry's, portando poi l'enorme cucchiaiata dentro la bocca.

«Come pensi di riuscire a portare prima o poi una ragazza a casa se ti comporti così anche in giro?» lo riprende Maura, avvicinandosi per pulirgli il mento sporco di cioccolato e- ouch. Questo è un punto debole, madre debosciata.

«Sono un uomo maturo e indipendente, non ho bisogno di una donna per essere completo!» bofonchia con la bocca ancora mezza impiastricciata di cacao, fingendo che la cosa in realtà non lo ferisca per nulla.

«E santo cielo, ti sembra davvero il caso di stare tutto il giorno in pigiama? Fra l'altro, da quanto tempo non lo cambi?».

Porta all'indietro i capelli biondo cenere e sbuffa, cercando di sporgersi oltre alla madre per tornare a guardare la tv: «Sì, okay. Ciao mamma!».

Maura gli dedica un ultimo sguardo sconsolato, prima di uscire di casa per andare a fare la baby-sitter al suo nipotino Theo.

Gratta distrattamente una goccia di gelato che gli è colata sulla manica della maglia e fissa assorto il display illuminato del televisore, alzando di qualche tacca il volume. Sobbalza sorpreso al suono del campanello: i suoi genitori hanno le chiavi, suo fratello Greg è probabilmente in viaggio per andare a lavorare e quindi non ha la minima idea di chi possa essere. È San Valentino, dopotutto. 
Louise gli ha dato il giorno libero («Sei giovane! Festeggia! Non rimanere chiuso in questo vecchio negozio polveroso!») non sapendo di avergli fatto in realtà un torto gravissimo. Sono già le 18 e 30 del pomeriggio, ma chissà, magari ha cambiato idea e può salvare almeno le ultime ore di questa giornata disastrosa. 
Si libera dalla coperta che teneva addosso e trascina i piedi fino all'ingresso, aprendo con aspettativa la porta. Aggrotta quindi la fronte davanti a ciò che vede: «Ragazzi? Ma che ci fate qui?». 
Louis apre la strada dandogli una spallata amichevole e facendosi largo dentro casa: «Non avrai mica creduto che ti avremmo lasciato solo? Siamo venuti a fare un pigiama party» rotea gli occhi divertito, afferrando la mano di Harry e trascinandolo sopra di sé sulla poltrona del soggiorno. Liam lo abbraccia brevemente mentre Zayn chiude la porta, salutandolo poi con un sorriso.

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