Salve a tutti gente,
si sono tornata.
Non avevo niente da fare e ho pensato di postare anche questa OS che in realtà è divisa in due parti dato che era davvero lunga.
E' ispirata all'omonimo film, anche se, devo avvisare, del film ha solo qualcosina, qualche battuta (soprattutto quelle in campo di moda perchè si, fatemi pure causa ma io sono l'Andy del film. Datemi un paio di jeans, una T-shirt, le asics e mi avete reso la donna più felice del piante ahahahah). Poi prendo la tangente e mi stacco completamente da quello che è il film e la sua evoluzione. E spero che vi piaccia lo stesso come storia e che vogliate farmi sapere che ve ne pare :)
Un bacio e come sempre buona lettura ;)
PARTE I
Blaine Anderson, 26 anni, di moda non ne capiva assolutamente niente.
Per lui il campo della moda era solo un enorme business di frivolezze, superficialità e pregiudizi.
Un'industria basata principalmente sull'estetica, sull'apparire.
A lui sinceramente che il colore della sua felpa fosse ceruleo, o azzurro sporco, o azzurrognolo o addirittura turchese non gliene poteva importare granché.
Per questo motivo c'erano voluti molti orgasmi da parte del suo ragazzo Sebastian per convincerlo almeno a fare un colloquio per quel posto, posto per cui Blaine era sicuro, il suo ragazzo aveva dovuto smuovere mari e monti per farglielo avere.
E Blaine lo odiava. Odiava che Sebastian cercasse di usare le sue conoscenze per fargli scalare la vetta del giornalismo.
Era cresciuto in una famiglia umile Blaine, suo padre era un umile bibliotecario e sua madre un'insegnante delle scuole primarie.
Blaine era abituato sin da piccolo a doversi sudare ogni minimo traguardo e non se ne era mai lamentato, perché quando riusciva ad ottenere ciò che desiderava davvero era tutto più bello, tutto molto più soddisfacente.
Ma poi nella sua vita era arrivato Sebastian, figlio di uno degli avvocati più importanti di tutta New York, avvocato anch'egli. Sexy e bellissimo, gentile e arrogante al punto giusto.
Blaine si era lasciato conquistare e da allora si era lasciato un po' viziare dal denaro degli Smythe.
Per Sebastian era normale, era sempre stato abituato a fare così, a trovare la scorciatoia, quella via più facile ma che, agli occhi di Blaine, rendeva anche tutto più umiliante.
Blaine sospirò mentre si infilava la sua felpa portafortuna sopra quell'anonimo paio di jeans.
Si guardò allo specchio. Era un anonimo ragazzo. Un paio di jeans larghi e così lunghi che aveva dovuto fare più di un risvolto infondo per non inciampare, una felpa con il cappuccio, larga anch'essa e anche leggermente lunga di maniche. Si guardò i ricci disordinati. Sebastian continuava a suggerigli di mettere un pizzico di gel, non tanto, ma almeno un po' per domarli, ma lui preferiva lasciarli liberi, era piuttosto geloso dei suoi ricci e non voleva trovarsi calvo a trent'anni.
Ammirò ancora un po' il suo riflesso allo specchio, tirandosi su sul naso i suoi occhiali rotondi che gli scendevano.
« Blaine, non vorrai mica andare al colloquio con Isabelle Wright, il guro della moda, conciato così? » Blaine alzò gli occhi al cielo, non degnando il suo ragazzo nemmeno di una risposta. Lo scavalcò andando a prendere le sue scarpette da ginnastica. Possibile che a Sebastian non andasse mai bene come si vestiva?
« No Blaine! Pure le scarpe da ginnastica, no! »
« Senti Seb! Lo sai che a me di camice di seta e cinture glitterate non me ne importa un tubo! Sono come sono e sono orgoglioso di come mi vesto. Voglio diventare un giornalista affermato non per come appaio esteticamente, ma per le qualità che mi porto dentro! » Sbottò il ragazzo andando a prendere la sua giacca, scavalcando di nuovo il suo, ben più alto, ragazzo.
« Blaine, tesoro, ascolta. Va bene volercela fare per le proprie qualità, ma devi anche dare una mano per accelerare leggermente i tempi, magari puntato anche sul fatto estetico. Tu stai per lavorare in una rivista di moda e non puoi presentarti in jeans e felpa! A Vogue la moda è tutto! »
« Ah no? Seb, sei un avvocato, non mi pare di aver letto nel contratto: "divieto di indossare felpe!" Ora scusami ma vado sennò faccio tardi! » Blaine aprì stizzito la porta d'ingresso. Da troppo tempo ormai erano finite quelle mattine dove facevano dolcemente l'amore, poi uno dei due preparava la colazione all'altro e si lasciavano per la giornata con un focoso bacio sulle labbra. Da troppo tempo ormai c'erano le discussioni che tramutavano ben presto in vere e proprie litigate se avevano abbastanza tempo e poi c'era quel bacio, quello freddo e insignificante, quel tocco di labbra fatto più per abitudine che non per altro.
« Aspetta ti accompagno io, tanto l'ufficio di Vogue è di strada per lo studio! »
« No grazie. Ci vado in metro! » Sebastian inarcò un sopracciglio. Possibile che il suo ragazzo fosse così cocciuto?
« Sai, farti accompagnare in limousine potrebbe farti guadagnare punti. » Esclamò piccato.
« Appunto, per questo voglio evitarlo! » Blaine diede uno svogliato bacio sulle labbra del suo ragazzo e poi scappò via.
Sebastian pregò dentro di sé con tutto il cuore che andasse tutto bene.
Blaine pregò con tutto il cuore di non essere preso.
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The devil wears Prada
FanfictionNella vita le diversità non esistono per essere giudicate. Le diversità esistono per essere conosciute, imparate, accettate e alla fine apprezzate. Perché in un mondo dove tutto sarebbe come appare o un mondo dove tutto ciò che appare è esattamente...