"Vorrei sapere se anche io posso far parte delle tue storie."
‒ Burattino, Two Fingerz.
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A casa mia non ci potevo stare, le mie coinquiline erano isteriche, l'elettricità continuava ad andare e venire e avevo bisogno di staccare.
Così chiamai Liz, avevo bisogno di qualcuno che non sclerasse se per cinque minuti non poteva usare il suo arricciacapelli.
La raggiunsi a casa sua.
Entrai in casa sua sbattendo violentemente la porta "Non le sopporto quelle oche, l'elettricità a casa mia continua ad andare e venire!".
"Hey, tranquilla, entra che ti faccio un thè" mi disse Liz, con una tranquillità disarmante. Lei era così, era calma, buona e sapeva sempre come tranquillizzarmi.
"Quelle cretine devono andare ad una festa stasera" dissi, ancora molto arrabbiata "e non possono finire di prepararsi per via della luce".
"Mh mh, continua" disse Liz mettendo a bollire l'acqua per il thè.
"Ed hanno iniziato ad urlare e sclerare perché avrebbero fatto tardi, mi hanno urlato praticamente in faccia di chiamare la proprietaria di casa per sapere che succede" a quel punto presi fiato.
"Perché io!? Perché hanno 20 anni e non sanno fare niente? Non è un problema che ho creato io, cristo se le odio! Che se la sbrigassero loro una volta ogni tanto e che iniziassero a comportarsi da persone mature".
"Siamo un po' acidelle oggi, vero?" mi disse ridacchiando, mentre l'acqua bolliva.
"Senti non c'ho voglia di rimanere chiusa in casa... ti va di andarci a fare un giro? Devo sbollentare!"
"Roxy in verità non mi va molto, sono molto stanca, sono appena tornata dall'università, oggi ho studiato tantissimo"
"Ti pareva, sei sempre la solita vecchia... sono appena le 16!"
"Scusa eh, perdonami se sono stanca, sua maestà" disse Liz, ironica. Ma in quel momento ero troppo arrabbiata, non ne volevo sapere niente, dovevo starmene un po' per conto mio, presi la mia borsa e me ne andai sbattendo la porta di casa sua.
"Scusa Liz, non vado fiera di quel che ho fatto, ma dovevo, prima di fare altri danni."Scesi di casa furiosa e mi avviai in strada.
L'aria fresca mi invase i polmoni, finalmente.
In strada c'era silenzio e il vento era l'unica mia compagnia.Presi il cellulare dalla borsa per sapere notizie di Max.
Perfetto, batteria scarica.
"Cos'altro poteva andare storto?" pensai fa me e me, così come questo pensiero si dissolse dalla mia mente il cielo tuonò. "Ci manca solo la pioggia ora, qualcos'altro contro di me oggi!?"Mentre mi dirigevo furiosa all'università iniziò a piovere molto forte e mi ricordai che sbadatamente avevo dimenticato il mio cappotto a casa di Liz.
Finalmente arrivai all'università ero bagnata fradicia, incazzata col mondo intero, era decisamente una giornata no.
Entrata in facoltà incontrai una mia amica, Stella.
"Hey Roxy! Sei bagnata fradicia, dove stai andando?"
"Oi Stella, ciao. Lasciamo perdere, oggi è proprio una di quelle giornate no, va tutto male... sto decisamente tremando dal freddo, ho dimenticato il cappotto a casa di Liz, l'ombrello a casa ed ho anche la batteria scarica, ovviamente!" dissi a Stella con un tono forse un po' troppo alto rispetto a quello che immaginavo, dato che si girarono tutti verso di me. "Mi serve una presa per caricare il cellulare"
"Andiamo in classe, c'è una presa libera lì"Mentre mi dirigevo in classe io stavo decisamente tremando dal freddo e i miei denti sbattevano involontariamente. "Come si fa a dimenticare il cappotto? Roxy ma che cazzo c'hai per la mente?" e mentre mi maledicevo fra me e me un ragazzo mi passò accanto e mi disse "Ecco tieni, a te serve più che a me" posandomi il suo giubbino sulle spalle e se ne andò.
Io rimasi stupita, non riuscii a dire nient'altro che un timido e sibilato grazie.
Uno sconosciuto qualsiasi con un gesto dolcissimo era riuscito a zittire quel tormento di rabbia che mi portavo appresso tutto il giorno.
"Chi è quello?" chiesi a Stella.
"Lui è Kevin, il fratello gemello di Gus di classe nostra, lui è nel corso B".
"Ma perché mi ha dato il suo giubbino?".
"Mah, non lo so, forse perché ti ha vista bagnata ed infreddolita... però è vero, è un tipo un po' strano".
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Il bordo di un diario perduto.
Short StoryQuando ero piccola, nella mia mente, i miei amici apparivano tutti come dei grandi supereroi. Non quel tipo di quei supereroi da film, con il dono della super velocità o il potere di volare. Non so dire come o perché ma nella mia mente era cos...