Truck monkey

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Il silenzio era la mia sola ed unica arma per poter vivere tranquilla in quel inferno che per giunta avevo creato io stessa quasi 5 anni fa. Mi avviai verso casa quasi correndo perché tra poco avrei dovuto iniziare il mio lavoro par-time come cameriera in un locale poco distante da casa. Non potevo fare altro se volevo vivere dignitosamente, mio padre lavorava in una ditta di trasporti, faceva l'impiegato e non guadagnava così tanto da poter soddisfare i miei bisogni che comprendevano vestiti, borse, scarpe e qualche trucco con la differenza che ora non li acquistavo più nei negozi del centro ma nei grandi magazzini a prezzi scontati. Super scontati a dire il vero.

Passai prima da casa per posare lo zaino e mangiare qualcosa, fortunatamente vivevo al primo quartiere del Bronx e mi sentivo abbastanza sicura andando in giro da sola sia la sera che al pomeriggio, in quella zona la polizia di tanto in tanto si degnava di passare per fare dei controlli mentre verso il centro c'erano solo delinquenti e brutti giri di droga e prostituzione ben lontani dal mondo in cui io avevo sempre vissuto. Mangiai solamente un po' di insalata mi feci una doccia veloce e mi cambiai. Maglietta corta, jeans e un paio di converse erano più che sufficienti, mi legai i capelli perché altrimenti il titolare mi avrebbe ripreso certamente, per lui le ragazze dovevano avere i capelli corti o legati in segno di ordine e pulizia come se io tenendo i capelli sciolti e ben curati fossi sporca. Era comunque inutile cercare di discutere con lui sarebbe stata una battaglia persa in partenza.

Mi guardai allo specchio del bagno e mi resi conto di essere dimagrita parecchio nel giro di poche settimane, il viso era scarno, avevo evidenti occhiaie e mie occhi blu non erano più così luminosi come un tempo, la sola cosa che non aveva intenzione di diminuire erano le mie labbra che per me erano troppo carnose, troppo piene per i miei gusti ma ovviamente la labbra non potevano calare o aumentare senza aiuti chirurgici.

Lasciai un biglietto sul tavolo a mio padre avvisandolo che doveva arrangiarsi per cucinare e che sarei ritornata probabilmente tardi, essendo venerdì sera era facile rincasare a notte fonda generalmente c'era sempre molta gente il fine settimana.

Quando arrivai al locale mi accorsi che accanto all'uscita di emergenza stavano montando un palcoscenico dove fino a poco tempo prima vi era un tavolo da biliardo.

«Buonasera Jack, che sta succedendo?» indicai con la testa i ragazzi al lavoro.

«Suona un gruppo. I Truck Monkey» sembrava seriamente eccitato dall'evento eppure io non li avevo mai sentiti nominare.

«E sarebbero?»

«Sono alcuni ragazzi che da un po' di anni suonano qui al locale, sono giovani ma molto in gamba, l'unica pecca è il cantate, un po' scorbutico, vuole una grande band con due cantanti ma andare d'accordo con lui è assolutamente impossibile. Però sentirai come è bravo.»

«In quanti sono?» lo vidi contare con le dite e sussurrare qualche nome che io non riuscii a capire.

«Allora vediamo. C'è Zachary Clarck alla batteria, Liam Anderson cantante e basso, Adam Young alla chitarra e infine Zoey Anderson alla tastiera.»

«C'è una ragazza?» mi guardò come se fossi stupida.

«Non è mai stato vietato ad una ragazza di suonare una tastiera»

«Ma è sorella del cantante.» scosse la testa.

«Wow Ellen stasera sei particolarmente perspicace, quando hai finito con queste tue geniali intuizioni ti andrebbe di iniziare a lavorare? Non sarebbe male non trovi?» adoravo Jack ma ogni tanto odiavo le sue risposte acide così senza dire nulla iniziai a pulire i tavoli assieme a Chloe, l'altra cameriera, aveva un paio di anni più di me e non andavamo affatto d'accordo, a me sarebbe piaciuto legare almeno con lei ma era impossibile parlare senza litigare. Qualsiasi cosa dicessi o facessi era un buon motivo per riprendermi, se ridevo troppo con i clienti mi riprendeva perché ero troppo amichevole e non andava bene se al contrario restavo sulle mie mi riprendeva perché ero troppo seria invece dovevo sorridere. Più di una volta l'ho minacciata di prenderla a calci in culo se non la smetteva di darmi il tormento ma giustamente, essendo li da più tempo, aveva anche la protezione di Jack.

«Buonasera mia cara Elly» doveva aver mangiato qualcosa di strano perché in genere non salutava mai e di certo non mi chiamava Elly, anzi proprio non mi chiamava.

«Hai mangiato cibo avariato Chloe?» sorrise e mi venne vicino.

«Stai molto ma molto lontana da Adam.» Adam? Chi diamine era questo Adam? Il nome non mi era nuovo però non riuscivo a collegarlo a nessun viso conosciuto. Passai in rassegna mentalmente i vari clienti del locale ma l'unico Adam di mia conoscenza aveva 50 anni ed era gay dichiarato.

«Chi diavolo è Adam?»

«Adam Young chitarrista dei Truck Monkey, il ragazzo più bello e intelligente al mondo, quindi se non vuoi morire stai lontano.» quella era completamente pazza e spaventosa.

Non la degnai di uno sguardo e andai nel magazzino a prendere alcune bibite per riempire il frizer. Erano tutti pericolosamente eccitati per quella serata, solo io non avevo idea ne di chi fosse e nemmeno della musica che suonavano. Verso le 21 il locale iniziava a riempirsi e io dovetti correre avanti e indietro tra i tavoli per prendere le ordinazioni e spillare birre in rapida successione, anche Chloe e Jack si davano parecchio da fare sempre col sorriso sul volto e la battuta pronta cosa che io invece non avevo. Ero intenta a fare le birre che non mi resi conto che avevano iniziato a suonare e quando mi voltai verso il palcoscenico vidi un viso familiare.

Fatemi sapere che ne pensate :)

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