Little Soldiers Won't Grow Up

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La prima volta che Chester vede Mike ha sei anni, e si sta annoiando a morte.
È l'anno in cui sua madre se ne va di casa e non torna più.
È l'anno in cui lui inzia a giocare a football e decide che non vuole più vedere una palla che non sia tonda per il resto della vita dopo qualcosa come metà della prima partita.
È l'anno in cui suo fratello Brian smette di vendere l'erba con l'odore strano.
Ed è il giorno in cui quell'odioso decide di portarlo in un centro commerciale noioso e pieno di gente solo perché ha voglia di stare un po' con la sua ragazza, e davvero, Chester non sa perché lo abbia fatto, visto che avrebbe potuto lasciarlo dalla signora Millers a giocare con i gatti.
A Jessica, la sua ragazza, ha raccontato che non aveva nessuno a cui scaricarlo, ma lui lo sa che non è vero.
Forse Brian ha capito che dopo l'ultima volta che lo ha lasciato con quel suo amico grande ha paura di restare ancora da solo con qualcun'altro che non sia lui, ma questo non vuol dire che non voglia farlo.
È vero, quello che è successo con l'amico di Brian è stato molto brutto, ma Chester vorrebbe potergli far vedere che è forte, e che può cavarsela anche senza di lui. Vorrebbe vedere suo fratello orgoglioso di lui.
Quando nota il bambino che piange disperato sono quasi due ore che gira in tondo facendo finta di non sentire tutte le cose dolci (e schifose!) che Brian sta dicendo alla sua ragazza, e si sta chiedendo perché devono stare con una femmina quando potrebbero essere nel campo dietro casa a giocare a baseball come tutti i maschi veri.
-Brian?- chiama fermandosi in mezzo alla gente -Perché quel bambino piange?-
Suo fratello all'inizio nemmeno lo sente, e lui deve ripetere.
Perché i grandi devono essere tutti stupidi?
-Non lo so Chazy. Andiamo.-
-Ma magari si è perso.- dice Jessica.
Mentre parlano il bambino continua a piangere, e Chester non sa perché, ma vuole un sacco aiutarlo.
Lascia suo fratello e la sua (stupida, antipatica e ruba fratelloni) fidanzata a parlare di cosa dovrebbero fare e va verso di lui, cercando di non farsi camminare sopra da tutti gli altri.
Cavoli, odia essere piccolo.
Gli arriva davanti, e lo guarda per un po'. Sembra un po' più piccolo di lui, ha i capelli neri e un maglioncino giallo da... come dice suo fratello? Da spigato.
E poi dai, chi porta un maglione in Luglio? Fa così caldo che se Chester fosse un ghiacciolo si scioglierebbe.
-Ciao.- gli dice.
Il bambino si toglie le mani dalla faccia, e gli mostra due occhioni scuri e rossi rossi.
Sono occhi strani perché sembrano a mandorla, ma non tanto.
-Io mi chiamo Chester.- aggiunge -Perché piangi?-
-Ho perso il mio papà, non lo trovo più!- grida il bambino, e Chester lo guarda stupito per un po', perché non si grida nei centri commerciali.
-Come ti chiami?- gli chiede.
-Mike.-
-Ciao Mike. Io sono qui con mio fratello: è quello che sta venendo tutto arrabbiato assieme alla ragazza brutta, lo vedi?-
Chester indica suo fratello che arriva verso di loro assieme a Jessica, e Mike fa sì con la testa, stropicciandosi gli occhi con i bordi delle maniche del suo maglione da spigato.
-Chester Charles Bennington, quante volte ti ho detto che...- inizia Brian appena arriva abbastanza vicino perché i bambini possano sentirlo.
-Ciao Brian.- dice Chester prima che possa sgridarlo davvero -Lui è Mike e si è perso. Possiamo aiutarlo a trovare il suo papà?-
Brian smette di parlare e rimane fermo con la bocca aperta per un po' e a Chester viene da ridere, perché i grandi devono essere stupidi per davvero se non sono nemmeno capaci di chiudere la bocca quando smettono di parlare.
-Ma certo che possiamo aiutarlo, Chester.- dice Jessica, prima di tirare un gomitata a Brian per fargli capire che deve chiudere la bocca.
Lui la guarda male, e poi guarda di nuovo Chester.
-Io voglio aiutarlo.- dice sedendosi vicino a Mike sulla panchina.
Suo fratello li guarda come se fossero due ragni e stesse cercando di decidere se schiacciarli oppure no, ma alla fine fa la faccia di chi ha perso, e dice Va bene, lo aiutiamo, ma poi la smetti di rompere.

[***]

La seconda volta che Chester vede Mike ha ancora sei anni, ed e passato poco più di un mese dalla prima volta. Questa volta è in una scuola, e non capisce proprio perché suo fratello abbia voluto per forza portarlo lì: chi lo aiuterà con i lavori di casa, e chi giocherà alla PlayStation con lui se Chester deve andare a scuola? Suo fratello è perso senza di lui, e lo sanno tutti. Anche quell'antipatica della sua ragazza.
È appena entrato nella sua classe, quando vede Mike: è rannicchiato in un angolino e ci sono dei bambini più grossi che lo stanno prendendo in giro. Chester si arrabbia subito: Mike è suo amico, e non gli piace che qualcuno lo prenda in giro. Va verso di loro e cerca di fare una faccia cattiva: gli altri gli dicono di farsi gli affari suoi e tentano di mandarlo via, ma quando Mike lo vede gli si nasconde dietro, e gli altri se ne vanno.
-Ciao Mike.- gli dice appena restano da soli nell'angolino.
-C... ciao Chester.- dice Mike -Quelli sono cattivi. Mi hanno detto che sono una femminuccia.-
Non fanno a tempo a dirsi altro, perché la maestra entra, e si devono sedere. Si mettono nello stesso banco, e Chester vede che Mike ha un'astuccio rosa con disegnato sopra un gatto... forse in fondo è davvero un po' una femminuccia.

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