Reincarnazione.

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Dal cielo, in questo momento, sembra che si scorga una parte del paradiso. È così bianco, forse tendente al grigio, continuo, in questa sua linea senza difetti. E questo senso di silenzio, il nulla, l'essere uguale, paralizzato, infinito e muto. La neve adagiata al suolo, limpida; per un momento penso che il mondo sia fermo così da un tempo lungo e indefinito. Forse è scosso, forse è tranquillo o forse entrambi. Finché lei non cade, leggera, lentamente. Una pioggia tranquilla che scivola ammorbidendo la neve che piano piano si sceglie. Io voglio lei tra le mie crepe. E l'acqua si insinua, leggiadra, tra ogni foro che la neve lascia scoperto, lei li riempie, si mescolano. Diventano tutt'uno.
Altre volte in questi momenti lei si abbatte, violenta, piena d'ira. I greci impauriti come me, o forse lo sono più io, perché la sua rabbia è tale da farmi tremare in modo indescrivibile, non paragonabile ai fulmini di Zeus.    Poi la neve si spezza, si divide. Tutto succede così velocemente da non potere far nulla, era imprevedibile. Spaccato, frantumato divento sempre più piccolo, fino a sparire, solo.
E dall'altra parte troviamo la natura selvaggia, che cresce verso l'alto. Vorrei raggiungerla, arrivare fino a quel rosso che mi acceca. Le foglie si allungano, e si muovono solo seguendo i raggi, che sono così caldi e rassicuranti. Le mie membra la desiderano. Impercettibilmente a lungo andare, quando tutto è come sempre uguale, qualcosa cambia; e le radici sono in cerca d'acqua, che non cessa di evaporare. Il sole sta rendendo arido il terreno. Lei mi rende privo di tutto.
Lei mi fa sentire bene, come l'acqua che fa sciogliere la neve tranquillamente mentre si mischiano, come il sole che dà vita alla natura. Lei mi fa sentire male, come il temporale che rompe la neve, come il sole che prosciuga l'acqua. Perché lei è proprio questo: il bene e il male,  il caldo e il freddo, il bianco e il nero, la vita e la morte. Lei è mia sorella, la persona che amo. Non siamo solo uniti dal sangue, ma c'è qualcosa di così vero ma astratto, che non si può vedere, che ci tiene legati. La perfetta reincarnazione dello yin e dello yang. Opposti ma complementari, non divisibili. Destinati ad essere insieme dalla nascita alla morte.
Comunque non era un bel periodo, e quella sera le dissi "Sono stato così fottutamente... così fottutamente giù ultimamente, tipo.. non so cosa stia succedendo. Sono solo stanco tutto il tempo. Non posso parlare perché tutti quelli attorno a me sono svenuti. La mia mente è furiosa. Non so nemmeno perché te lo sto dicendo..penso che, penso che tu non voglia sentire tutto questo. Sono un disastro, mi dispiace tesoro. È solo che non so a chi rivolgermi. Nessuno mi ascolta davvero, lo sai. Io parlo, almeno penso di farlo, ma nessuno mi sente." Ma lei sapeva perché lo stavo dicendo e sapeva anche cosa fare. Lei era la mia parte complementare, mi capiva senza che le spiegassi nulla, sapeva come reagire. Così spostò semplicemente le lenzuola, per farmi sdraiare vicino lei. Scrutavo il suo viso delicato, I suoi capelli lisci e rossi come l'estate, e la pelle pallida come l'inverno. Lei mi strinse,  per poi posare le sue labbra sulle mie, le sfiorò appena. Quelle ore volarono, tra le sue dita sottili e le gambe spigolose. Ogni minima parte del suo corpo ormai era impressa chiaramente nella mia mente. Uscivo ed entravo dentro di lei, ci sentivamo legati come non mai. Non c'era imbarazzo, nessun vergogna.
All'alba mi portò fuori fino ad arrivare nel nostro preferito. Sulla cima di quella montagna, che da bambini scambiavamo per l'Olimpo, costruimmo con l'aiuto dei nostri genitori, una casetta in legno.
Poi mi tolse dolcemente i vestiti, io feci lo stesso con i suoi, per scrutarci attentamente. Il freddo quasi ci congelava.
Mi prese per mano e camminò, a pochi passi da noi il dirupo, mi sorrise "sei sicuro, amore?"     
L'abbracciai, i nostri corpi si riscaldarono a vicenda. La strisi e annuì. Mi baciò, a pochi passi da noi il vuoto.    
L'ultima cosa che vidi fu il suo viso, la cosa più perfetta che esiste.
La gente ci disprezzava, il mondo ci bramava.
In quella mattina di primavera volammo sorridenti, con l'aria che si schiantava contro i nostri corpi unendoci ancora di più. Io e lei, la pioggia e la neve, l'acqua e il sole, il nero e il bianco, il bene e il male, la vita e la morte.. fummo una cosa sola, per sempre. La perfetta reincarnazione dello yin e dello yang.

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