Le lacrime,
le ho sempre deterse dai volti altrui.
I vuoti,
li ho sempre riempiti per le convenienze altrui.
Dove erano tutti,
quando le lacrime scorrevano sul mio volto,
e il vuoto risuonava nel mio petto
come un cupo rintocco?
Non sarebbe meglio allora,
generare lacrime invece di asciugarle,
aprire vuoti, invece di richiuderli?
Almeno, nella contemplazione del dolore altrui,
potrei capire se un’ultima briciola di umanità,
alberga ancora nel mio petto.
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Dialogando con me stesso
PoetryIo, che rifletto su me stesso. Niente di più, niente di meno.