I.

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Guardai la pioggia scorrere fuori dal finestrino e mi concentrai su ogni singola goccia che scorreva lentamente sul vetro. Ormai eravamo in viaggio da più di 4 ore: di solito, da Washington a Tacoma non ci vogliono più di 3 ore ma oggi la nostra cara vecchia automobile ha deciso di farsi un giro tra le braccia di Morfeo e lasciarci per un po'. Per fortuna alla fine è rinvenuta e noi siamo quasi arrivati a casa.
Nonostante gli Oasis a tutto volume nelle mie orecchie, non potei far a meno di udire il pesante russare dell'animale qui vicino a me.
Aspetta, non vicino a me, ma praticamente addosso e...un momento è forse bava quella che vedo sulla mia tuta?
"Dio Aaron! " gli urlai praticamente nell'orecchio in modo da far alzare quel muso bavoso dalla mia gamba, ma fu tutto inutile: lui si alzò, mi guardò con aria di sfida e come se nulla importasse si risdraiò su di me.
Ah, se non amassi più della mia stessa vita questo pastore tedesco!
Alla fine mi arresi appoggiando la testa al finestrino e,accarezzando la grande bestia qui vicino a me,mi concentrai sulla canzone facendo involontariamente chiudere i miei occhi.

"Anastasia tesoro, sveglia siamo arrivati!"
Grugnii in modo non propriamente femminile al suono della voce di mia madre, ma mi alzai comunque altrimenti mi avrebbero scaraventato fuori dalla macchina e mi sarei ritrovata con il culo a terra in un nano secondo.
Uscii dalla macchina,presi la mia valigia, e trascinandola insieme ai miei piedi, entrai in casa.
Nel momento in cui varcai la soglia fui invasa da quell'odore così familiare che, mi accorsi, mi era mancato tantissimo.
La casa non era di certo una reggia: con i suoi due piani e la facciata color legno, era la tipica casa della West Coast.
"Ana aiuta tua madre a riordinare la roba di sopra mentre io mi occupo di Aaron" disse mio padre.
Jason Armstrong, è sempre stato un uomo amorevole e un marito e un padre perfetto. Il suo carattere calmo e riservato era tutto l'opposto di quello di mia madre. La famosa Claire Armstrong o " colei che non guarda in faccia a nessuno" (come la etichettiamo io e papà) è una donna spumeggiante: con i suoi capelli lunghi e biondi e il fisico impeccabile, faceva credere che avesse sempre ottenuto tutto facilmente, ma il realtà è una delle donne più forti e intelligenti che io possa conoscere.
Il loro amore sbocciò un giorno all'Università di economia e da lì furono inseparabili, la "coppia perfetta".
Io ero un misto di entrambi sia fisicamente che caratterialmente: con il mio metro e sessanta, alcune curve al punto giusto  e la mia matassa di ricci nero corvino, rientravo nella norma. Ma la cosa che più colpiva di me erano gli occhi: ereditati da mio nonno, erano di un grigio chiaro, quasi azzurro ghiaccio.
La mamma mi ha sempre detto che gli occhi sono lo specchio dell'anima, e in questo momento? È la verità.
Diedi un ultimo sguardo ai miei genitori, dopodiché salì in camera mia e disfai la valigia.
Quando finii erano ormai le nove e mezza di sera, quindi decisi di farmi una doccia e di uscire a prendere una boccata d'aria. Erano le dieci quando scesi in salone per salutare i miei genitori.
"Mi raccomando Anastasia, non fare troppo tardi" mi raccomandò mio padre.
"Tranquilli, esco solo a fare un giro.D'altronde è giovedì sera, non ci sarà molto da fare."
Sapevano che mentivo ma scoccai lo stesso un bacio sulle guance di entrambi ed uscii.
L'aria di inizio Settembre non era così fredda come mi aspettavo, viveva ancora quella leggera brezza estiva nell'aria.
Mi misi le cuffiette e iniziai a camminare. Non sapevo bene dove volessi andare; sapevo che prima o poi sarei dovuta tornare con i piedi per terra e rivedere tutti i miei compagni, anche perché mi mancavano da morire le mie migliori amiche, ma in questo momento non so se sarei stata pronta.
Nonostante ciò, la forte nostalgia mi portò dritta a casa Gonzales.
Insieme alle altre ragazze, avevamo fissato questa stupita cosa della serata tacos ogni giovedì a casa di Megan; ormai era diventata una sorta di tradizione e quando sono stata via, facevamo una videochiamata pur di non farmi perdere quest'incontro.
Questa settimana,però, al posto della serata tacos ci sarebbe stata una mega festa come solo Megan Gonzales sapeva organizzare. Me ne avevano accennato( se per accennato s'intende parlato per più di un'ora) qualche giorno prima per telefono, non sapendo che sarei tornata prima. Alla fine capii che fu la decisione giusta nel momento esatto in cui raggiunsi il giardino sul retro della casa e guardai le mie amiche: Meg e Alice stavano ballando e bevendo allegramente, come solo delle diciassettenni dovrebbero fare. Iniziavamo sempre così  prima che arrivassero gli invitati: qualche shots e qualche birra per dare il via alla serata.
Mi feci coraggio e avanzai verso il tavolo dov'erano le birre. Ne presi una,la stappai e bevendone un sorso mi voltai con il mio solito ghigno.
" Bhe? Pensavate di divertirvi senza di me stronzette?"
Loro si voltarono di scatto e dopo un secondo di sgomento mi saltarono addosso.
Ora mi sentivo del tutto a casa.

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⏰ Last updated: Feb 23, 2017 ⏰

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