Sette gemelle. Sette pianeti uguali alla terra. Sette esopianeti. Una parola sconosciuta prima d'ora, almeno a me, ma ora mi appare davanti come la questione più semplice e straordinaria di sempre. Sette è il mio numero preferito. Il mio primo numero di maglia. Sette nuovi scenari di storie tanto normali quanto straordinarie.
Forse mai li visiterò, forse mai nessuno li visiterà. Forse è l'inizio di qualcosa di grande o solo un gioco di immaginazione che ci trascina a 39 anni luce. Forse è proprio là che cerco quel qualcosa che qui non posso avere, qualcuno che assomigli a te. Lì ci sarà un altro te, lì ci sarà un'altra me. E magari loro potranno avere quello che noi non avremmo mai. Potranno stringersi la mano in pubblico e baciarsi fino all'ultimo respiro che anticipa il tramonto. Loro sì che avranno l'occasione, se non la fortuna, di potersi vivere minuto dopo minuto, giorno dopo giorno, lustro dopo lustro. Le nostre occasioni le abbiamo sprecate senza ritegno. Auguro a loro di non commettere lo stesso errore. Due persone che si vogliono in questo modo sono difficili da trovare. Se non ancor di più da tenere unite. Noi non ce l'abbiamo fatta ma spero che in un altro sistema solare, sotto un'altra stella loro possano vivere il nostro amore. Uno di quelli ruvidi e a volte dolorosi ma senza dubbio forti e appassionati.
Mi manca tutto quello che non abbiamo vissuto, mi manca quello che avremmo potuto essere, mi manca lo svegliarmi e pensare a te ancora prima di fare colazione quando sono intrattabile con tutti. Mi manca un qualsiasi sabato sera da passare con te sul divano con un dvd. Mi manca desiderare un tuo abbraccio che mi rassicuri in quelle giornate buie come un buco nero. Mi manca lo stare al telefono chiedendoci solo un bacio e poi addormentarsi in un momento. Mi manca avere la possibilità di farti conoscere il mio micromondo che non hai mai voluto vedere interamente. Quante volte ho aperto la porta e ti ho invitato a entrare e quante volte l'ho chiusa alla svelta per entrare nel posto che mi era diventato stretto. Il nostro amore si è trasformato in una morsa che ci ha distrutto lentamente.
Questo è quello che sembra. Anche se abbiamo combattuto e perso innumerevoli battaglie, tuttavia il mio sguardo desidera incrociare il tuo, le parole che lasceremo scappare via parleranno sempre di noi. Divisi ma indivisibili. Sotto lo stesso cielo, sotto lo stesso tetto del pub Irlandese dove giochiamo al biliardino. Insieme ma in mezzo agli altri. Felici apparentemente, profondamente legati. Quante volte mi sono chiesta perché proprio noi, perché noi avremmo dovuto portare il fardello di un amore sbocciato, seccato e risorto come una fenice molteplici volte.
Spero che questa nuova stella illumini le loro giornate e le riempia di ore che loro possano passare abbracciati a vedere il mare. Stessa storia, stesso posto, stesso mar. Lì come eravamo noi davanti a quella distesa infinita che voleva solo essere esplorata da due avventurieri dell'amore. E noi distesi su un prato a vedere le stelle e a immaginarci la loro storia d'amore. Divisi. Due prati lontani. Separati da un muro invalicabile costruito su macerie, orgoglio e risentimenti. Una muraglia costruita giorno dopo giorno su pensieri non sussurrati, gesti non dimostrati.
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Sette.
RomanceChissà se loro avranno più fortuna, più determinazione a coltivare e a tener vivo un amore che meriterebbe la pena.