Era davvero arrivato quel fatidico giorno.
Finalmente me ne sarei andata da quella città inutile e piena di gente falsa. Nonostante tutto penso che sia stato un bene vivere li, ho avuto l'opportunità di mantenermi da sola per due anni e poi ho messo da parte un bel po' di soldi.
Oggi partirò, per Detroit con la mia migliore amica Lucy, l'unica persona sincera di quell'orribile cittadina.
Aprii gli occhi e mi guardai intorno, ammirai la mia lussuosissima stanza, e pensai che tutto ciò mi faceva schifo. Non era la vita che volevo, io non avevo nulla a che fare con loro. Ho sempre voluto essere una persona libera, senza nessuno che mi tarpasse le ali, ma nonostante la mia voglia di spiccare il volo, non mi era mai stato possibile farlo.
Non mi mancava niente, ma mi mancava tutto. Avevo i soldi, una bella casa, la popolarità, molti amici, ed una meravigliosa macchina, ma il tutto contornato dalla falsità e dalla mancanza di libertà.
Spostai il mio sguardo sul comodino posto affianco al mio letto, afferrai il mio telefono e sbarrai gli occhi alla vista delle notifiche: 75 chiamate perse e 130 messaggi non letti. Guardai l'ora e notai che erano già le 11:30. Ero in super ritardo, Lucy mi avrebbe uccisa, però ora che ci pensavo era strano che non fosse ancora entrata dalla mia porta saltandomi addosso, gridando che fossimo in ritardo. Nemmeno il tempo di sbloccare il telefono che mi accorsi di qualcuno che batteva ripetutamente sulla porta della mia stanza. Mi alzai rapidamente e aprii la porta, ritrovandomi davanti una Lucy non furiosa, di più. Ero davvero nei guai questa volta.
"Che diamine di problemi hai, ragazzina? Ritardi pure il giorno della nostra partenza? Sei incorreggibile!!"- gridò lei tutto d'un fiato. Io rimasi in silenzio, la guardai stranita e scoppiai a ridere. "E ora che diavolo ridi? "- disse guardandomi come se mi fosse cresciuto un terzo occhio.
"Ehm, la tua faccia è troppo buffa in questo momento, dovresti vederti"- dissi io ridendo
Dopo la sfuriata di Lucy, mi preparai velocemente, presi le mie valigie e assieme scendemmo le scale, dirigendoci alla macchina. Ad aspettarci trovammo mia madre, sempre perfettamente agghindata e truccata.
" Beh noi andiamo mamma, ci sentiamo presto."- dissi abbracciandola. Lei mi diede un bacio sulla guancia e mi disse " Mi raccomando state attente, per qualsiasi cosa sapete dove trovarci." Mi staccai ringraziandola e salutandola un'ultima volta, uscimmo di casa.
Una volta entrate nella mia auto, l'accesi e partimmo.
" Hey, sei emozionata?" - dissi alla mia amica. "Molto, e tu?"- disse. " Anche io, ma c'è una cosa che devo chiederti."- dissi stringendo più forte il volante della mia Audi. Lei mi guardò aspettando che continuassi, " Hai presente quella storia che nessuno sa oltre a noi due e alla mia famiglia?"- lei annuii sempre in silenzio, " Ecco vorrei che mi promettessi di non raccontarla a nessuno, non voglio essere giudicata per quello che ero, ma per quello che sono, perciò ti chiedo di lasciare segreto il mio passato."- in quel momento mi fermai ad un semaforo e la fissai dritta negli occhi per capire se mi avrebbe mentito. " Nicki, ci conosciamo da 18 anni, il tuo passato deve rimanere tale, è ora che tu vada avanti, e se vuoi che nessuno sappia, a meno che non sia tu a raccontarlo, nessuno saprà. Dalla mia bocca non uscirà una parola.
"È una promessa?"- le dissi stringendole una mano. "Promesso."
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La mia vita, un grandissimo disastro. (IN REVISIONE)
Teen FictionSe solo avessi saputo cosa mi aspettava crescendo..