Micia

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One shot dedicata a fangirlvmind e alla sua gatta.

Molte persone pensano che essere un gatto sia facile.

Insomma che sia un ciclo di: mangiare, dormire, e leccarsi.

Molto alla Garfield.

Quanto odio quel cartone animato che puntualmente Tommaso Bottari guarda ogni giorno verso le sette meno venti.

Di solito Tommaso portandomi in braccio verso il salone cambia canale e io sento la familiare canzoncina che ormai associo alla sigla dell'insopportabile cartone: The Garfield Show.

Potrà essere divertente quanto volete, ma io trovo che sminuisca noi gatti e la nostra vita.

Quel insopportabile felino arancione mangia lasagne, io è già tanto se mangio quella sbobba da canile che mi danno.

Lui sta tutto il tempo a guardare la televisione, io devo subirmi i dialoghi interiori di Tommaso che fa a voce alta.

E potrei continuare così all'infinito.

Ma non è questo il punto.

Rivolgo all'orologio da tavolo uno sguardo, sono le otto e mezza.

Martina dovrebbe aver già finito di mangiare e sta per tornare qui.

Devo sbrigarmi a scendere da questo divano.

Muovo un passo e ne sento almeno cinque dei suoi avvicinarsi a me.

Ne muovo un altro quasi come a voler rallentare il tempo, come in quei film d'azione che spesso mi ritrovo a guardare, a volte per noia a volte senza un perché.

Muovo l'ennesima volta la zampa mentre vedo la familiare figura bionda che si inginocchia davanti a me mentre mi guarda scendere dal divano.

-Forza Micia! Io credo in te!-.

La sento incitarmi.

Ogni volta che mi vede scendere da questo dannato divano deve fare il "tifo".

A volte penso che abbia seri problemi mentali.

E psicologici.

Muovo un altro passo e percepisco il morbido divano farsi più alto.

Capisco di essere quasi giunta alla fine.

Giro la mia piccola testa pelosa.

Riesco a percepire i grandi occhi azzurri di Martina sul mio pelo e le sue dita sfiorarlo.

'Basta che non mi tocchi la coda' penso inarcando leggermente la schiena in modo tale da permettere ai suoi pollice, indice, medio, e anulare di accarezzarmi a pieno.

Sento la sua intera mano poggiarsi sopra di me e accarezzare tutta la superficie della mia schiena ora completamente inarcata.

Come si suol dire: feci le fusa.

Percepisco il suo indice e medio stuzzicarmi il mento e - come sempre - alzo la testa socchiudendo gli occhi sotto il suo tocco.

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