Capitolo 1: Oak valley Medical Center

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Diventare chirurgo era stato il mio sogno fin dai tempi del liceo, e tra riviste mediche e serie tv ambientate tra le corsie degli ospedali, medicina non solo mi sembrava la carriera perfetta, ma una sorta di mondo esterno a quello reale, dove la scienza porgeva rimedio a qualsiasi sofferenza.

Tuttavia, stando in piedi in una sala operatoria con il camice insanguinato, il mio cuore fermo come quello del paziente steso sul lettino, la mascherina stretta sul viso, e il sudore che scende caldo sulle mie tempie, quasi mi pento della mia scelta. Il suono continuo del monitor cardiaco mi scoppia nelle orecchie, interrotto solo dalla mia voce sicura, ora del decesso, 02.15.

Così uscivo dalla sala operatoria tra frasi fatte degli infermieri come "non c'era più niente da fare" e "si è fatto tutto il possibile", ma c'è sempre qualcosa da fare, un modo per salvarli. Anche il dott. Stevenson, primario di cardiologia, è toccato dalla situazione, forse ancora più provato di me, perché è compito suo parlare con la famiglia. Mi conosce troppo bene per dirmi qualcosa in questi momenti e mi lancia solo uno sguardo rassicurante.

In poco tempo, dopo essermi lavata, sono fuori dall'Oak Valley medical center e dritta giù per le strade di Portland. Mentre cammino verso il mio appartamento, Fred interrompe i miei pensieri riguardanti l'intervento con la sua chiamata: " Hey Marion, come stai? Ho sentito del tuo paziente, mi dispiace tanto, senti volevo chiederti, ti va domani, beh in realtà ormai oggi perché sono quasi le tre, se ti va di andare a berci qualcosa insieme agli altri al solito cafe, è il compleanno di Eleanor si insomma se non siamo troppi stanchi...." Allontano momentaneamente il cellulare dalle mie orecchie, e sorrido leggermente alla vivacità che caratterizza il mio amico. "Certo, non mancherò." E chiudo la telefonata. Fred è uno degli infermieri, la persona con cui ho legato fin dal mio arrivo, soprattutto per la sua spensieratezza. Non gli importa niente di quello che gli altri pensano. Avrebbe potuto propormi domani questa uscita, ma a Fred non piace aspettare.

Apro la porta del mio appartamento in velocità, appendo il mio cappotto nero, mi siedo senza cura sul sofà di seconda mano e mi ritrovo a guardare per l'ennesima volta quelle orribili e interminabili pubblicità notturne. Mi addormento così, sul divano, e la sveglia suona dopo 4 ore.

Il giorno seguente sono davanti alla macchinetta del caffè dell'ospedale, aspettando la fine dell'erogazione della bevanda, e dietro di me si presenta Eve Whitley. È un'altra tirocinante come me, una dei migliori, è tra di noi c'è sempre stata una certa competizione. È per questo che non posso non chiedermi se c'è del sarcasmo quando mi dice che le dispiace per il mio paziente. Le rispondo che era un paziente del dott. Stevenson, ma che apprezzo il suo supporto. La nostra breve e imbarazzante conversazione è fermata dal Dott. Brown, primario di neurologia: "Forza ragazzine, venite a fare il giro di visite con me oggi." Il Dott. Brown è uno dei medici più stimati e con più esperienza dell'ospedale, tuttavia la sua età più volte è risultata uno svantaggio. Si basa unicamente si ciò che ha già trattato nella sua carriera per formulare una diagnosi e non applica le nuove tecniche di operazione: preferisce fare il cervello di un paziente a fettine e ridurlo un vegetale piuttosto che provare un intervento meno invasivo e più sperimentale ma rischiando la morte. Nonostante tutto però, arieggia una certa pena per lui, presto le sue mani cominceranno a tremare e sarà troppo anziano per operare. Ha passato tutta l'età adulta a fare il medico, e ora si troverà vecchio e solo a pensare alla carriera passata, brillante, ma passata. La nostra compassione per lui e mista alla paura del futuro.

Entriamo nella camera 325 insieme agli altri interni, dove un un uomo brizzolato giace sul letto. Il Dott. Brown ci passa la sua cartella mentre ci sprona ad iniziare"I sintomi?"

-"intorpidimento nella parte anteriore della coscia e nell'interno della gamba e sensazione di cedimento sul ginocchio durante il movimento, seguito da una paralisi della gamba" dice uno dei tirocinanti, credo si chiami Brian.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 02, 2017 ⏰

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