1

229 7 1
                                    

Il volto pallido, gli occhi scuri spenti che non lasciano trasparire nessuna emozione, i capelli color miele che gli ricadono sul viso in grandi ciocche per colpa di un liquido rosso ormai rappreso, che non ci metto molto a capire sia  sangue, ed infine le due accette, una nuova con il manico arancione ed una vecchia con il manico in legno, che tiene legate ad una cintura nei jeans e la maschera di ferro che gli copre il naso e la bocca e due enormi occhiali.

Vedevo l'immagine agghiacciante di questo ragazzo ormai ogni notte, tranne quelle poche volte che vedevo un uomo alto, vestito interamente di nero tranne che per una cravatta rossa e con la particolarità di non avere il viso, ma solo una specie di maschera interamente bianca.

Ed è questa la ragione che mi ha portato a conoscere questo ragazzo, Toby Rogers.

Raccontai a mia madre il mio problema nel sognare ogni notte l'uomo e il giovane, le raccontai delle accette del ragazzo dai capelli color miele e del fatto che il secondo non avesse il volto. Lei, presa dal panico, aveva semplicemente deciso di portarmi in un ospedale psichiatrico per qualche visita. Ero contraria a questo visto e considerando che non ho bisogno di uno psichiatra, ma lei non ha voluto obiezioni.

-Tesoro lo faccio per il tuo bene- Continuava a ripetermi dopo avermi detto dell'ospedale. -Sei mia figlia, ti voglio bene, ma non posso fare a meno di prenderti per pazza se te ne esci con storie del genere.-

Non ho mai capito mia madre, sopratutto dopo che lei e mio padre si sono lasciati solo per quello stupido lavoro che aveva dovuto abbandonare la prima...mia mamma lavorava per un'agenzia di moda che poi ha dovuto abbandonare per la strana sparizione del direttore ed a quel punto nessuno aveva deciso di prendere il posto del primo per paura di finire come lui. Mio padre aveva semplicemente chiesto il divorzio perché pensava che non potessimo gestire la situazione senza soldi. Un vero codardo, eh?

Non lo sento mai, non ho sue notizie ormai da qualche anno e per una ragazzina di 14 anni è stata dura vivere senza un uomo in casa ma ora, a 17 anni, credo sia stato meglio così. Era raro che mio padre tornasse a casa sobrio nell'ultimo periodo che ha passato insieme a noi...ed era ancora più raro che non fosse arrabbiato. La sera tornava e la prima cosa che faceva era picchiare mia madre, è capitato più di una volta e in tutte quelle volte io ero costretta a guardare impotente, senza poter fare nulla.

Ma ora senza di lui e con il nuovo lavoro di mamma ce la caviamo benissimo e siamo molto più felici senza di lui, anche se non posso negare che mi manchi.

-Hayley scendi a fare colazione, tra un po' dobbiamo andare.- Grida mia madre dal piano di sotto con voce dolce.

-Arrivo Mamma!-  Grido di rimando e scendo dal letto appoggiando il computer sulla scrivania, mettendo un piede nella superficie fredda del legno che scricchiola sotto il mio peso mentre cammino. È una cosa abbastanza inquietante.

Esco dalla mia stanza e mi blocco, il corridoio è per la maggior parte in penombra per colpa della mancanza di finestre, alla fine ci sono delle scale che a loro volta portano al soggiorno. Lo percorro velocemente visto che ogni volta che mi concentro a guardare un punto nel buio vedo la faccia del ragazzo con le accette. Da quando faccio questi sogni mi è difficile riuscire a stare in luoghi bui.

Mia mamma mi rivolge un'occhiata preoccupata quando entro in cucina con la faccia, sicuramente, un po' spaventata. Non rispondo alle sue domande per evitare di farmi prendere ancora di più per pazza e mi diletto ad annuire ed a prendere del pane tostato dal piatto davanti a me. Finito di fare colazione mi dirigo nuovamente al piano di sopra per cambiarmi. Percorro correndo il corridoio e spalanco la poeta della mia camera. Sobbalzo quando noto un pezzo di carta grigio accartocciato sulla finestra che, sicuramente, non avevo lasciato aperta. Con le mani che tremano lo prendo e, appena aperto, vidi il disegno dell'essere senza volto che vedo di solito nei mie sogni.

Si sta facendo notte//Ticci TobyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora