{ I was just bored }

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Cosa aveva fatto affinché si trovasse in quella situazione? Qualcosa di male, forse?

Ah, no. No, per nulla.

Il massimo che fece, quella mattinata, fu scaricare un apparentemente sciocco e semplice gioco sul suo computer portatile. O almeno, era quello che pensava fino al momento in cui sentì una semplice frase.

Una semplice frase che la fece sobbalzare sul posto.

*****

Era domenica. Una fredda, angosciante mattina di ottobre. Era quasi mezzogiorno quando, i genitori di Saki, decisero di avvisarla della loro improvvisa uscita.

Saki, diciassette anni; una ragazza semplicemente troppo problematica. Capelli neri, corti e a caschetto. Una simpatica frangia le copriva l'intera fronte, facendo in modo che lei sembrasse ancora più piccola di quanto non lo fosse già.

Quando i suoi chiusero la porta di casa, lei aveva già finito di fare colazione.

Fino all'una e mezza di pomeriggio, non fece altro che farsi la doccia, vestirsi e accendere il suo, adorato computer portatile. 

Aveva la giornata libera, non sapeva cosa altro fare. Inoltre, tutte le sue amiche sembravano essere occupate con qualcosa; chi con il proprio ragazzo, chi con i genitori, chi con lo shopping sfrenato...

Saki rimase da sola, quel giorno.

A dire il vero, la cosa non le andava tanto a genio; non aveva mai, veramente sofferto di solitudine. Soltanto quella volta.

Stava sperimentando cosa significasse il rimanere soli, senza qualcuno con cui stare, parlare, o semplicemente scrivere in chat.

« Quindi è così che ci si sente, eh? »

Furono le parole che uscirono dalla bocca della ragazza, con un tono divertito ed un sorriso che combaciava perfettamente con esso.

Per quanto sembrasse calma, forse non lo era per nulla. Nessuno avrebbe potuto dirlo per certo.

Già, nessuno. Perché nessuno c'era, oltre a lei.

Continuò a pensarci e, tutto ciò, non fece altro che far scomparire il suo sorriso, facendole fare anche un lungo sospiro sconsolato; cosa avrebbe dovuto fare, pur di non sentirsi così sola, abbandonata?

Sì, abbandonata. Si sentiva come tradita dai suoi genitori.

"Voi siete in giro a divertirvi con i vostri amici, ed io qui a deprimermi. Complimenti, vi meritereste il premio di migliori genitori dell'anno," ciò che pensava la ragazza, intanto che si divertiva con la propria sedia girevole.

Destra, sinistra.

Destra... e di nuovo sinistra.

Era un giro continuo, quello che stava facendo. Sembrava comunque essere più soddisfacente dell'essere, ormai, più grande e autonoma. Avrebbe voluto dipendere dai suoi genitori ancora per un po'. Soltanto per un po'.

E, mentre continuava a fare in modo che, quello, diventasse Il Ponte dei Sospiri... dopo qualche minuto, aveva già inserito il PIN per accendere completamente il proprio computer.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 08, 2017 ⏰

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