Finalmente ero nell'aereo. Stavo decollando e l'avventura stava per cominciare. Avevo aspettato da anni questo momento: avevo messo dei soldi da parte per quel viaggio. Certo, sarebbe stata solo una semplice settimana.. Ma era ciò di cui avevo bisogno.
Io, finalmente sola, senza nessuno che mi conoscesse in un paese straniero, nessuno che mi giudicasse. Per una settimana potrei essere stata chi avrei desiderato, senza pensieri e senza problema alcuno.
Guardavo il terreno allontanarsi pian piano da me, mentre mi stavo per immergere nella vastità del cielo azzurro. L'aereo era avvolto dalle nuvole, bianche e leggere; il viaggio non sarebbe stato poi così lungo, solo un paio d'ore e poi sarei atterrata nei verdi prati irlandesi.
Non c'era un perché preciso per definire la scelta di questa destinazione, anche se forse sembrava banale e infantile, ma ho voluto provare a fare così anche io: un giorno ho semplicemente preso la cartina dell' Europa e ho puntato l'indice a caso con gli occhi chiusi ed è finito sull' Irlanda. Poi ho fatto la stessa cosa con una cartina Irlandese ed il mio destino decise di portarmi in una piccola città vicino a Dublino. Non m'interessava dove andare, bastava evadere dalla normalità che mi soffocava e che posto migliore c'era se non "l'isola smeralda" dove avrei potuto conoscere me stessa nella tranquillità?
Misi le cuffiette e cercai di rilassarmi: era il mio primo grande viaggio da sola, ma non avevo paura. Nella mia vita avevo imparato a cavarmela individualmente e a non dipendere dagli altri. O forse, mi era stato imposto. Cominciai a guardarmi intorno in modo discreto. In quell'aereo c'erano tantissime storie diverse: c'era chi viaggiava per lavoro, chi per svago, e poi c'ero io, consapevole che sarei tornata cambiata da quel viaggio. Siamo tutti così diversi l'uno dall'altro nonostante le stesse marche di vestiti, gli auricolari sulle orecchie o i libri letti distrattamente, tutti abbiamo una vita diversa da un'altra persona. Nessuno può sentirsi simile all'altro, l'unicità è la parte più bella di ognuno di noi. Gente che pensa ai suoi doveri, gente che sogna o gente che, semplicemente, dorme e si dimentica di tutto ciò che gli sta attorno. Mentre guardavo fuori dal finestrino il terreno ormai lontano da me, pensavo a quanto un' uomo potesse essere piccolo e insignificante rispetto alla natura e all'immenso. Immenso. Una parola che usiamo con tanta leggerezza, ma non ci rendiamo conto del grande significato che contiene in sè. Nemmeno possiamo immaginare cosa sia realmente. Immenso è qualcosa di insuperabile, di irraggiungibile. Immenso è qualcosa di sconosciuto, che non si finirà mai di scoprire. Immenso è il nostro desiderio di sovrapporci rispetto a tutto e a tutti, la nostra vogli di sapere, di andare al di là del tutto. Purtroppo però, la razza umana è così testarda da non capire che non raggiungerà mai l'immenso di nulla. Non può nemmeno provare a immaginare cosa sia l'immensità. E intanto ricominciavano i miei soliti pensieri senza senso che dovevo iniziare a badare perché mi rendevano molto strana; a causa loro facevo ragionamenti insoliti e per questo gli altri non mi capivano. O io non ero normale, dipende dai punti di vista!
Dopo varie note musicali che accompagnarono il mio viaggio, l'aereo atterrò e scesi, andando a ritirare il mio bagaglio, pieno di maglioni e abiti pesanti. In Italia, il mio paese, c'erano più di venti gradi, ma l'Irlanda era un paese dalle brezze molto fresche. Ero agitata, lo ammetto, ma non impaurita. Di lì a poco sarei stata a casa di una famiglia che non avevo mai conosciuto prima per una settimana intera. Non potevo nemmeno immaginare come fosse la mia "famiglia" ospitante, o la loro casa, o se avevano figli, dato che non avevo nulla su di loro. Sarebbe stato tutto una sorpresa. Ma intanto io morivo per l'ansia.
Mi recai verso l'uscita dell'aeroporto; c'erano alcune persone che aspettavano con dei cartelli in mano con su scritti dei nomi e, dopo un'attenta ricerca, scorsi il mio. Andai verso questa signora che avrà avuto una trentina di anni circa e portava dei capelli color rosso fuoco. Era impossibile non notarla! Le andai incontro e mi presentai, dicendole che ero la ragazza da ospitare; mi regalò un grande sorriso e mi accompagnò alla macchina, che era molto piccola! Infatti non sapevo se la valigia ci sarebbe stata, ma rimasi sorpresa del contrario! Restai un attimo impalata perchè non mi ero ricordata che lì le auto hanno il volante a destra.. che figuraccia! Feci il giro dell'auto e montai sul sedile del passeggero. Appena mise in moto, si presentò: mi disse di chiamarsi Lena, che aveva una bimba di pochi mesi e sarebbero stati i suoi suoceri ad ospitarmi, ma non erano potuti venire perchè non più in grado di guidare. Inoltre, aggiunse che c'era un ragazzo che sarebbe stato ospitato da loro per sei mesi con l'Erasmus ed era lì già da quattro mesi. Io sarei rimasta solo per una settimana, come già detto, ma sarebbe bastato per affezionarmi al posto. Dopotutto ero solo diciottenne, era già tanto! Il mio primo volo, il mio primo viaggio all'estero... sarebbe stato tutto nuovo per me! E poi, con tutta quella gente, la casa doveva essere gigante!
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Fuga da me stessa - love on the cliffs (Wattys2017)
Teen FictionVolevo solo cambiare, scappare dalla banalità nella quale ero il nulla, conoscere me stessa e rendermi più forte. Sarei tornata da quel viaggio cambiata, ma Sam aveva cambiato tutti i miei piani e stravolto le mie aspettative. Nulla era così semplic...