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alle 7.30 passate tornai a casa, dopo quel piccolo incidente con il ragazzo, se non mi sbaglio Alex,rimasi ancora per un'oretta. Quando arrivai a casa salutai tutti e come sempre Paul e Luke stavano parlando di sport mentre mia madre era ai fornelli. Decido di andare in camera mia per cambiarmi e pettinarmi  un po' questi indomabili capelli neri; mi feci un lunga coda e ripensai ad Alex.

Stava parlando con sua mamma, ma molto probabilmente era al cellulare ma la domanda che più incasinava la mente era : come faceva a conoscere quel posto? 

c'erano due opzioni: abita in questo quartiere e gli piace passeggiare, oppure mi stava seguendo, ma se mi stava seguendo non sarebbe uscito così all'improvviso e per poi parlare la cellulare con sua mamma. Mi sembra un po' strano. 

Finalmente mi dirigo in cucina dalla mia famiglia e noto che mia mamma ha cucinato della pasta al pomodoro, come sempre visto che sa fare solo pasta, infatti di solito ci penso io al cibo.

-allora, Michelle, hai deciso per la scuola? vorresti frequentare quelle lezioni?- dice sorridendomi Luke.

-si, ehm, Luke, credo che sia il meglio per me! sapete entrambi come adoro l'arte, il canto, la fotografia e suonare il violino- concludo sorridendo e cercando di non far capire che non pensavo nessuna di quelle cose che dicevo, non che non mi piacciono ma il vero motivo della mia voglia di andare in quella scuola è solo uno. Alex. 

-certo, tesoro, domani vado a parlare col preside, vorresti venire o preferisci stare a casa?- 

-stare a casa mamma, magari metto a posto un po' di cose per la scuola, prendo dei quaderni o robe del genere, anche perché lunedì prossimo inizio e non ho così tanto tempo- in effetti è vero, magari ci sarà Alex a scuola, ma tanto mi sta sulle palle quindi non dovrebbe neanche importarmene no?

Salgo in camera e vedo gli scatoloni accanto al mio letto: i miei libri. Li metto in ordine di scrittore uno ad uno fino a riempire tre mensole sopra la scrivania e altre due mensole sopra il letto, tutto questo in mezz'ora e ascoltando tutto l'album California di Jack&Jack.

Noto ora che sono appena le 10.30 quindi mi metto un po' al computer per vedere un film, opto per Notting Hill, ricordo che papà me lo faceva sempre vedere fino a quando ebbi 6 anni, quando morì.. quella che ci soffrì di più fui io, ero davvero attaccata al mio papà, mi ricordo che alle mostre della scuola elementare e alle recite dell'asilo volevo sempre il mio papà.. ero la sua principessina. Paul non l'ha mai conosciuto, è morto quando la mamma era al quarto mese di gravidanza.

9 anni fa.

Scaccio questi brutti pensieri e comincio a guardare il film, come sempre mi viene da sorridere quando lui cerca di togliere la macchia di succo dalla maglietta di lei e il coinquilino di lui e sua sorella rimarranno per sempre i miei personaggi preferiti. Sono quasi alla fine quando sento dei sassolini, o qualcosa di simile, rimbalzare sulla finestra, la apro ed esco sul balconcino

-ma cosa?-  sussurro quasi a me stessa fino a quando non mi arriva un sassolino in testa

 - ahia- grido sussurrando

-oddio, ehm scusami- un ragazzo esce da un cespuglio nel mio grande giardino mettendosi le mani tra i capelli.

-scusa, non ti ho svegliato vero? scusa per l'orario lo so che è un po' tardi ma speravo non trovarti addormentata- non mi interessa okay? avrei voluto rispondergli, alcune volte risulto un po' scontrosa con i ragazzi, ma questa è un'altra storia.

-chi sei?- dico mentre lo fisso ed incrocio le braccia appoggiandomi al balcone

-Sono James, abito nella proprietà vicino, quasi a cinquecento metri da qua- ah, ho un vicino       -ti ho vista l'altro giorno quando arrivavi, con il volantino della scuola d'arte di Chelsea e volevo presentarmi, ma sei entrata in fretta e furia- 

Una vita quasi normaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora