Capitolo 2

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violet:

«dovresti tornare qui e smettere di mancarmi!» sussurro fra i singhiozzi.

da settimane non viene più nella mia stanza, non lo sento più vicino a me. L'ho cercato in tutta la casa, ho urlato Il suo nome.

E mi ritrovo a piangere come una bambina, torno nel bagno, allo specchio, il primo luogo in cui l'ho visto.

«torna.» non riesco a smettere.

Voglio rivedere il suo viso, i suoi capelli biondi, i suoi occhi, il suo sorriso. Rivoglio lui.

non so dove sia, non riesco più a trovarlo. Non sento più lui.

Occhi gonfi, mani viola e colorate dal sangue per aver sbattuto talmente tante volte le mani contro il muro, labbra rosse e stanche per i troppi morsi, dai troppi «torna, mi manchi» che sono scivolati fuori dalla mia bocca, vestiti inumiditi dalle lacrime.

«perché mi odi? Non ti importa più niente di me! mi manchi T..» singhiozzi, chiudo gli occhi e tento di disegnare la sua immagine sulle palpebre.

una mano mi accarezza il viso bagnato, schiudo gli occhi e lo rivedo, rivedo il suo sorriso, rivedo lui.

«pure le allucinazioni» sussurro facendo una risata triste.

«sono qui, sono sempre stato qui Violet» risponde lui. Poi mi bacia, risento le sue labbra morbide, le mie lacrime salate toccano la sua pelle, ritorno alla prima volta che l'ho baciato.

«perdonami, per quello che non ti ho detto, sono stata una vera stron..»

«zitta Violet, ti amo. Avrei aspettato in eterno pur di risentirti mia.»

Cedo fra le sue braccia piangendo, rimango rannicchiata a lui per ore e ore finché mi addormento con le sue labbra appoggiate alla mia guancia.


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