ApPAGAMENTO

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A

PPAGAMENTO

Di Jacopo Lupi

“La gente che vedete qui, queste persone che vivono nei bordelli e praticano senza dubbio quell’attività, ebbene, anche loro, ogniqualvolta che vi vengano spinti dal bisogno, nondimeno tentano di difendersi in qualche modo dalla disgrazia e di opporsi.

Se ora qualcuno vi avesse chiesto, mentre camminavate per strada, cosa stesse facendo quel momento una di queste persone, voi avreste sicuramente nominato l’atto senza vedere ciò che accadeva e senza sapere chi era colui che era entrato; vi basta esser certi del mestiere che la persona ha scelto per sapere perfettamente ciò che essa sta facendo”

(Orazione Contro Timarco di Eschino)

A Maria, una puttana del sesso

e a sua figlia Elena, una puttana dell’amore

PREFAZIONE

In questa notte vorrei solo reprimere le lacrime e la rabbia che da sempre mi accompagnano, fedeli come amiche che non mi abbandonano nel momento del bisogno, silenziose e discrete come nuvole che annebbiano un sole morente, carnivore e letali come un bacio focoso di un amore che logora; vorrei reprimerle ma non posso, non ora. Non voglio piangere per lui, queste mie lacrime non le merita, e neppure per i suoi interminabili silenzi, non sarebbe giusto e non sarebbe da me, e tanto meno vorrei piangere per questa vita che non mi riserba nulla per cui valga davvero la pena piangere. In questa splendida notte voglio solo piangere e provare rabbia per me, che non riesco ancora ad amarmi, per i silenzi e per i vuoti della mia anima sola in questa azzurrità, per le nottate a sperare che qualcosa, anche una virgola del mio romanzo, cambiasse per davvero, per le passeggiate e gli errori, per il mio donarmi senza ricevere nulla in cambio se non un maledettissimo orgasmo, per le corse contro il tempo, questo tempo che logora a brandelli ogni immagine, ricordo o emozione nuova; vorrei piangere inoltre per le telefonate che non ho fatto per paura di disturbare qualcuno, sembrare invadente, mostrarmi innamorata e scoprire le mie carte; vorrei piangere per gli occhi tristi della gente che frugo per strada, per i solletichi dell’anima quando un bambino gioca distratto poco lontano da me, per le ore a guardare fisso un prato o un orologio, per le lunghe attese e per le notti insonni senza caffè e senza dolore, con un vuoto malinconico e triste che mi brucia lo stomaco, come una sorsata d‘alcol. Questa notte vorrei piangere per tutto, tranne che per lui, non se lo merita, non vorrei piangere, eppure. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 13, 2014 ⏰

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