Capitolo 2

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Cinque mesi prima..

La sveglia suona alle 7:00 del mattino e riecchieggia per tutta la stanza, odio quell'affare, non potrebbe esserci risveglio peggiore di un suono orribile la mattina presto, decido di alzarmi e mi reco al bagno, velocemente mi lavo la faccia e decido di truccarmi un po' sono troppo pallida stamane, dopo uno strato sottile di fondotinta decido di mettere la terra che acquistai un mese fa, non l'avevo mai provata prima ma ricordo ancora l'insistenza della commessa per acquistarla, diceva che era di un colore formidamile e che avrebbe acceso il mio viso anche perché era in offerta ad un prezzo ottimo, in realtà credo che l'abbia fatto solo per venderla, come tutti i commercianti d'altronde, lo faccio anch'io nel negozietto in cui lavoro, il capo dice che dobbiamo cercare di vendere una grande quantità della merce in offerta, prendo il pennello e la passo leggermente su tutto il viso e ripenso in fondo che la commessa aveva ragione è un colore formidamile, metto una linea di eyeliner e del mascara, sciolgio i capelli che ricadono lunghi per tutta la schiena odio questo color ramato che hanno ma non trovo mai il coraggio di farmi una tintura scura, corro in camera e sono già le 7:30.
Mi vesto, metto qualcosa di carino.. ma chi voglio prendere in giro ormai nel mio armadio c'è tutta roba messa e stramessa che anche le cose più belle ormai non danno più all'occhio, dovrei fermarmi in città oggi a pranzo e comperare qualcosa. Prendo la borsa ed esco di casa, come al solito non trovo le chiavi della macchina, ci metto un po' per riuscire a prenderle e finalmente mi avvio.

Arrivo in paese e sono le 8:30, ho una mezz'oretta prima che il negozio apra e decido di andare a prendere un caffè al bar "dietro l'angolo". Scendo dall'auto ed entro, decido di sedermi al tavolo, un ragazzo viene da me per prendere l'ordinazione e infine scelgo di prendere un ginseng e un cornetto vuoto, prendo lo smartphone e rispondo a qualche messaggio di alcune colleghe, e bevo il ginseng che mi ha portato da poco il ragazzo. All'improvviso mi accorgo che un signore è in piedi difronte a me che mi sorride, non capisco cosa voglia, ho l'aria buffa?
"Mi scusi le serve qualcosa"
"Oh no, ero venuto a sedermi al tavolo, ero solo andato alla toilette, ma vedo che forse non vi siete accorta della borsa sull'altra sedia."
Per un attimo mi sento ridicola e non voglio farmi prendere dall'imbarazzo e decido di scusarmi..
"La prego mi scusi, è che stamattina ho la testa altrove, ora mi sposto."
"No si figuri faccio prima a sportarmi io, non si preoccupi, infondo non capita tutti i giorni che si rubino il posto.." dice con velo di divertimento
No, ma fa sul serio? Ci trova qualcosa di divertente? Ora mi sente.
"Cosa vorrebbe dire con questo?" sputo in tono velenoso
"No nulla, stia tranquilla, scherzavo.."
"No, stia tranquillo lei, la prossima volta che va alla toilette si porti la borsa con se, che i tavoli non li mangia nessuno, non tutti la mattina siamo spensierati come lei sa?"
Mi volto ed esco dalla porta lo sento dire qualcosa ma non ci do peso e continuo sui miei passi, che faccia tosta, neanche mi conosce.

Sono fuori il negozio mancano dieci minuti all'apertura, sto guardando l'insegna e proprio non mi va giù, che razza di negozio è "da Luca's", si entra e ci si trova roba per la casa, io avrei scritto qualcosa che lo rappresentasse, ma mettere il proprio nome è una buffonata per me.

Due minuti più tardi arrivano tutte le mie colleghe così scendo dall'auto e apro le serrande. Sistemiamo le esposizioni vicino alla porta poi mentre le altre sistemano i reparti mi reco alla cassa e l'accendo, aspetto che vada in funzione e poi mi siedo, stare alla cassa hai i suoi vantaggi.
Poco dopo il negozio ha già qualche cliente ed arriva anche Luca's che entrando mi saluta.
"Ciao Tesoro.."
Odio la sua confidenza.
"Buongiorno Lucas" rispondo secca
Mi guarda e poi prosegue tra i reparti, no io davvero non lo sopporto, con quell'aria di superiorità.

La mattinata prosegue senza intoppi fin quando una signora che paga il conto mi strappa dalla mia tranquillità..
"Mi scusi signorina io le ho dato €20,00 ed il conto dice ben chiaro che dovevo pagare €17,97.. lei mi ha dato di resto solo €3,00 mentre avrebbe dovuto darmi €3,03.. Non so lei mai in questo negozio la conoscete la precisione?.."
La guardo un istante sbigottita, nessuno si era mai soffermato sui centesimi di differenza anzi qualcuno si era lamentato che erano piccoli e inutili lasciandoli sulla cassa.. un secondo di troppo e la signora prosegue..
"Allora, qual è la sua scusa..?"
Senza risponderla apro la cassa alla ricerca di tre centesimi ma ne ho soltanto due..
"Sono mortificata, normalmente le persone non li vogliono perché li ritengono inutili, però io qui ho solo due centesimi, non siamo più abituati a darli perché nessuno li vuole.."
"Signorina lei forse non ha capito, non è per i tre centesimi, ma se siete così superficiali la prossima volta si potrebbe trattare di €1,00.."
Non so se prenderla sul serio, come può pensare che da 3-4 centesimi si possa passare a un euro..
"Guardi questo è impossibile e se ci ritroviamo senza l'euro di resto chiediamo gentilmente al cliente di prendere un altro prodotto che equivalga la stessa somma, ma da quando sono qui non è mai capitato.. chiediamo di cambiare.."
Non riesco neanche a finire che di nuovo interviene
"Singnorina insisto, è facile passare da poco a qualcosa in più.."
Per mia fortuna, o sfortuna ancora non so arriva Lucas che cerca di farle capire che è tecnicamente impossibile che ci tratteniamo un euro, che è troppo anche sotto agli occhi di un bambino e per fortuna la signora lascia stare anche se si vede sul suo volto l'aria seccata dalla questione che a quanto pare per lei è ancora inrisolta, alla fine prende le buste ed esce..
Mi ritrovo Lucas avanti a me che mi guarda, non so cosa pensare.. un istante dopo è lui a rompere il silenzio..
"Charlotte, è molto tempo che lavori qui e non vorrei che questo tempo dovesse finire un giorno o l'altro.."
Per un attimo mi manca il respiro, non saprei dove andare se perdessi questo posto di lavoro..
"Quindi vorrei che almeno ti degnassi di risolvere questioni scomode come queste, se io non fossi arrivato non so per quanto sarebbe potuta continuare, è di certo non vogliamo farci cattiva pubblicità?! Dobbiamo ringraziare che il negozio è quasi vuoto perché altrimenti avremmo potuto perdere qualche cliente, nessuno vorrebbe perdere dei soldi ogni volta che viene a comprare qui no? E quella signora per poco non ci faceva passare per ladri... Non so se mi spiego."
Si, si spiega benissimo ma cosa ci posso fare io se lui ha più influenza sulle persone essendo il capo? Infondo gli ha detto le stesse cose che ho detto io solo che a lui l'ascoltato..
"Si, mi dispiace, cercherò di non far ricapitare nulla di simile..."
"No lei non cercherà, lei non dovrà far ricapitare nulla di simile, intesi?"
"Certo.."
Che ha questa giornata che non va? Stamattina tutte a me, non oso immaginare cosa mi riservi il pomeriggio allora, odio questo posto, odio Lucas, odio tutti in realtà..

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 30, 2017 ⏰

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