Capitolo 2

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Rimasi a vivere con mia madre per altri sei mesi dopo la nascita di
Melissa. Era da tempo che parlavo di quanto volessi vivere in una casa
tutta mia, per avere i miei spazi e per far crescere Melissa in una
condizione il più possibile simile a quello di tutte le altre
famiglie. Mia madre capiva bene questa mia necessità, perché anche lei
rimase incinta di mia sorella Adele a vent’anni e si trasferì subito
dopo averlo scoperto con mio padre.
Un giorno tornai a casa e nella mia scrivania c’erano un mazzo di
chiavi: confusa chiesi a mia madre di cosa fossero e ci portò a vedere
la nostra nuova casa. Ci trasferimmo una settimana dopo.
Amo questa casa, è perfetta. Ha un salotto molto accogliente e
luminoso perfetto per far giocare Mel, una cucina non molto grande, ma
adatta all’uso che ne facciamo. Delle stupende scale a chiocciola
portano al piano superiore che comprende la cameretta di Mel e la mia
oltre ai due bagni, a uno studio e alla camera per gli ospiti. Dalla
cucina si può raggiungere il giardino che abbiamo sistemato con
tantissimi fiori colorati, che fanno impazzire la piccola, un tavolo
con delle sedie, una piccola piscina e altri giochi. Pagò tutto mia
madre assieme a mia sorella, mio padre non penso neanche sappia che mi
sono trasferita.

Per rimborsare tutte quelle spese a mia madre, cercai lavoro. Mi
presero al bar davanti casa nostra, diventando poi grande amica della
proprietaria. È un posto tranquillo e prendo una somma che ci basta
per tirare avanti e per pagare un po’ alla volta mia madre.

Ed eccoci a questa mattina. Mi svegliai dopo una notte di incubi, come
al solito. La mia mente infatti dal giorno dell’incidente ogni notte,
cerca di colmare quel vuoto che non trova una spiegazione sul come e
sul dove Jay se ne sia andato. Mi preparai e svegliai la mia bambina,
ci preparammo e salimmo in macchina. Andai al lavoro, ma prima portai
Melissa a casa di mia madre, dove ci accolse mio fratello Matthew, una
ragazzo di sedici anni, occhi verdi e capelli color nocciola,
magrolino, ma pieno di energia. Dopo aver salutato tutti mi diressi al
bar. Era una mattina molto tranquilla come il solito: i clienti
entravano ed uscivano, alcuni si fermavano a chiedermi come stava
Melissa e come andava la mia nuova vita, altri mi salutavano
calorosamente, altri invece stavano per  fatti loro a godersi la
colazione.

Una donna sulla cinquantina catturò la mia attenzione appena entrò:
era molto elegante e curata, ma si guardava intorno con aria spaesata.
Mi sembrò familiare, ma non riuscivo a ricordare chi fosse. Si
avvicinò al bancone mentre stavo facendo un caffè. Appena mi girai
verso di lei, aprì un sorriso lucente e molto contenta mi disse: “Oh
ciao Amanda, come stai? Quanto sei cresciuta, sei sempre più bella!
Guarda che fortuna, volevo semplicemente venire a prendere un caffè,
non mi aspettavo di vederti!” io feci sicuramente una faccia molto
perplessa, tanto che aggiunse : “Siamo venuti a trovare dei parenti, è
morta la nonna e bisogna accordarsi su chi terrà la casa..era tanto
una brava donna, ci mancherà tanto. Dirò a Jay di venire qui, non a
casa di tua madre che magari la disturba. Sai, vuole vedere il bimbo.
Posso dirgli di passare tra un’ora?”. Il mio cuore si fermò, cosi come
le parole. L’unica cosa che dissi fu: “Jay? Va bene”.

Mi ripetevo ogni giorno quanto volessi che Jay tornasse, ma ora che
questa cosa sarebbe potuta succedere non ne ero più sicura

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⏰ Last updated: Mar 17, 2017 ⏰

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Amanda Where stories live. Discover now