Questa è semplicemente la mia storia.
Ripartiamo.
Come già ho detto, quando ero piccola ero curiosa, e la voglia di crescere era tanta.
Ero curiosa di tutte le esperienze legate al mondo adulto, le cose proibite.
Le frasi che loro dicevano, della serie, quando sarai più grande ti dirò.
Quel dirò...
E io avevo così fretta di crescere, fretta di sapere...
Ma si sa, che poi l'adolescenza è quella fase dove tutto è più ripugnante, per non parlare di quando saremo adulti.
Ho imparato la lezione, perché anche se credo di avere un età molto giovane, questa volta non guardo mattonelle immaginando a me da adulta ancora più alta e lontana, da un pavimento su cui inizia la vita di ognuno di noi, gattonando, camminando, crescendo.
Gli adulti sono privi di sentimenti, privi di gioia, di divertimento.
Noi abbiamo la vita davanti che ci scorre nel sangue, la voglia di fare, non ci piacciono le cose monotone.
Ma purtroppo non si può tornare indietro e quindi man mano si corre, non si cammina, ma si corre, una vita vedrai scorrerti avanti, e ogni sentimento, ogni ricordo si scioglierà...
Ogni cosa piano piano ci abbandona... ma questo? Precisamente? Come si chiama? Paura? È forse paura questo sentimento?
Tutto ciò che ci circonda è vita, e anche se passeggiando in un paio di cuffie con la mente, per strada, immaginiamo come sarebbe se tutto fosse perfetto.
Tutto è sbagliato.
Cioè che continuiamo a dire.
Ma cosa facciamo esattamente per cambiare questo "sbagliato"?
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Fallo per te.
General FictionQuando ero piccola, diciamo ecco una bambina, ingenua, si userei dire ingenua, mi piaceva guardare gli adulti dal basso e molto spesso mi chiedevo, chissà come era guardare le mattonelle del pavimento dall'alto... Anche io volevo essere grande, anch...