Il giovane si avvicinò all'amico, scorto vicino ad una bancarella nella piazza grande.
Si salutarono velocemente con un cenno del capo e guardarono verso i due savi, che parlavano animatamente al centro della piazza.
-Ho appena saputo. Di cosa discutono? Si informò il nuovo arrivato.
L'amico alzò le spalle.
-Lisippo parla di vecchi filosofi, e il romano nega le sue tesi.
-Latini. Disse il giovane sputando per terra, da quando avevano conquistato l'Acaia, si definivano degni successori di Atene. Per alcuni la loro autorità era degna di elogi, ad altri la loro minaccia lo faceva sentire pari a schiavi.
- Talete per primo, e subito dopo succedutogli Anassimandro, dissero che l'infinita dell'essere poteva generare infinite cose.
Urlò Lisippo davanti alla folla.
Il romano scosse la testa divertito.
-Talete disse che il principio di tutte le cose è l'acqua, e lo capì, come ci riporta Aristotele, perché tutte le cose hanno natura umida. Anassagora invece disse che l'infinito è il principio di tutte le cose, ma non venne ascoltato, né dai pitagorici, né da altri ancora. Il grande Platone ha definito che la Terra è una, così anche Aristotele, quindi vecchio, stai forse cercando di dire a tutti noi- a questo punto il romano aprì le braccia per indicare tutti coloro che si erano fermati ad ascoltarli, e continuò con il suo greco fluente- che questi avevano sbagliato?
Dei bisbigli si alzarono dalla folla.
-Dice solo menzogne. Lo accusò il giovane ragazzo, ma il suo amico scosse la testa.
- Ha una sua logica invece. Pensa a Socrate, lui non insegnava in una vastità di essere, solo gli antichi lo facevano.
L'altro non poté ribattere, poiché Lisippo iniziò a parlare.
- Un romano di nome Lucretio, scrisse che esistono infiniti mondi e sopra essi vivono diversi uomini e animali.
Lisippo pareva collerico ed arrabbiato, parlava con così tanta passione da mugugnare oppure con voce stridula urlare, cosicché nessuno capisse.
Una cosa era certa, il romano invece sapeva parlare perfettamente, era un discorso equilibrato il suo: ora negava le tesi, ora seguiva le ipotesi ma poi con domande rivolte a nessuno in particolare, le schermiva.
-Il multiverso esiste. Disse Lisippo affranto.
-Certo, ma dimmi ora, se dovessero esistere più universi, cosa succederebbe alla tua vita? Non possiamo camminare nel cielo sopra la Luna e andare a zonzo, cercando altri uomini. Perché se anche questo esistessero, noi qui dovremmo mangiare, cacciare, lavarci e nutrirci per la nostra sopravvivenza.
Quindi ammesso che essi esistano, noi non potremmo mai volare fino a lì o loro fin qui, e da questo capiamo che la nostra vita non cambierebbe. Quindi la loro esistenza per noi è solamente superflua. Disse minaccioso a Lisippo.
Poi dopo un intenso minuto sorrise al pubblico.
-Andate ora, fate quello che dovete fare.
Detto ciò, si incamminò verso il porto e con lui si allontanarono i passanti.
Il giovane scolaro andò subito verso Lisippo, e lo aiutò a sedersi.
-Esistono molti mondi. Disse al ragazzo affranto.
-Certo maestro. Il romano sbagliava.
L'altro giovane, più magro e slanciato lo guardò con scetticismo.
-Non è del tutto vero. Insomma, anche se sapessimo che esistono altri uomini nell'universo, cosa cambierebbe?
Il vecchio maestro lo guardò allibito.
-Tutto. La tua concezione della vita.
Le parole erano difficili da immaginare, il giovane aveva come concezione della vita l'amore che provava verso la sua futura moglie ed i suoi genitori.
Non si sentì affatto diverso, ma non volle ulteriormente disturbare il maestro, così rimase in disparte, mentre il compagno gli prendeva da bere.
-Esistono più mondi, credimi ed esiste anche un modo per visitarli.
Il giovane guardò in alto verso il sole, era una giornata calda, il cielo senza nuvole; immaginò che Lisippo avesse preso un'insolazione, così cercò tra la folla il compagno.
-Guardami. Il discepolo ubbidì.
-Esiste un modo e ben presto tutti lo sapranno.
Detto ciò appoggiò la testa alle mattonelle sporche e si lasciò abbracciare dalla freschezza dell'ombra di un muro.
Nessuno dei due parlò più.
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The Key
Fantasy-Una chiave normale apre le porte, una chiave come questa apre porte diverse. -Che vuol dire diverse? Chiese, con le sopracciglia alzate, era esasperata, eppure non voleva andarsene subito. Avrebbe scoperto cosa si nascondeva dietro quella chiave. ...