Arrivai a casa con il ritornello dell'ultima canzone ascoltata ancora in testa. Una volta aperta la porta entrai nel vialetto. La mia casa si trovava accanto ad altre 3 case. Formavano un quadrato e con le altre famiglie ci conoscevamo da una vita.
Specialmente con la famiglia che abitava alla nostra destra. Lì ci abitava la mia migliore amica.
Lei studiava a casa e poche volte usciva dalla prigione quadrata, come la chiamava lei. Io la facevo sognare, gli raccontavo le mie avventure e le disavventure. Una volta mi disse che sarebbe voluta venire con me, fuori dalla prigione quadrata, ma i suoi genitori, che erano iperprotettivi, non le permettevano di uscire se non per casi urgenti. L'ultima volta che era uscita con il permesso dei suoi era stata per la morte di suo zio.
Quand'eravamo piccole, per riuscire a farla uscire dalla prigione quadrata progettammo una finestra segreta. Decidemmo di costruirla dietro il mio armadio. Nina, così si chiamava la mia migliore amica, occupava molto tempo nel leggere e in quel periodo aveva appena finito di leggere la saga di Narnia così mi consigliò lei di fare una via d'uscita lì, dietro l'armadio.
Siccome era fatto di segatura era facile tagliare la parte dietro dell'armadio. Poi tagliammo la parte in legno della parete della mia stanza, visto che le case della prigione quadrata erano tutte in legno. E per concludere coprimmo il tutto con una tendina e quattro chiodi. Eravamo piccole e riuscimmo comunque a costruire in segreto una via d'uscita sgangherata. La coprimmo poi con i vestiti per non farla vedere ai genitori e fino ad oggi è ancora là.
-Andrea, com'è andata?-
-Bene Nina!- Mentii, lei mi conosceva troppo bene, sapeva che mentivo.
-Non è vero. Cos'è successo nel weekend, sei strana da sabato sera-
-Facciamo così. Ci vediamo da me dopo pranzo e andiamo dove sai tu-
-No! Ora-
Sbuffai. Ma alla fine acconsentii.
A casa mia non c'era nessuno così lei venne da me.
Una volta entrata nella mia piccola stanzetta, aprii l'armadio, spostai gli abiti e aprii quella finestra costruita da noi.
-Però sbrighiamoci- le dissi.
Passò prima lei e poi io. Ci ritrovammo in un vicoletto che portava in strada e poco più avanti della strada c'era un centro commerciale.
Rimanemmo nel vicoletto, sedute sulle scale antincendio di una casa abbandonata.
Raccontai tutta la storia a Nina. Le raccontai di come caddi dentro quell'edificio e di cosa accade, poi le raccontai dell'assemblea e di Mary che continuava a fare la troia.
Nina era rimasta in silenzio fino a quando non conclusi il mio racconto.
-Okay. È una cosa strana. Però Leo potrebbe anche averlo fatto per scherzo-
-Era più serio di quanto potrebbe mai essere-
-Okay. Ma comunque la polizia non vi troverà. Figurati se fra tanti...-
-Nina hanno le foto-
-Ma sono mosse-
-Forse-
-E poi cosa potrebbero farvi?-
-È stato uno sbaglio. Eravate sul tetto e sei caduta. La colpa dovrebbe essere del proprietario che non ha messo in sicurezza-
Dimenticavo che i suoi genitori erano avvocati quindi lei era destinata a diventare come loro.
-Nina, la cosa è diversa. Secondo me vogliono tenere segreto quello che c'è lì dentro. Noi abbiamo visto ed è successo qualcosa. Potrebbero farci di tutto.-
Nina abbassò la testa. -Potresti avere ragione ma preferisco non pensarci-
Dopo un breve momento di silenzio, Nina guardò l'orologio: -Andiamo, prima che ci scoprano-
Annuii e attraversammo la finestrella.
Chiusi l'armadio dopo aver sistemato è nascosto la finestra.
-Secondo me dovreste dirglielo alle ragazze-
-No, deve rimanere un segreto!-
-perché?-
-Non voglio metterle in pericolo-
-Ah però a me sì-
Ridi, l'abbracciai e dissi: -Ma tu sei la mia migliore amica e ho pensato che se fossi fuggita tu mi saresti venuta a cercare e così la polizia potrebbe cercarti e la cosa non aiuterebbe né te né me. Mi vuoi troppo bene per lasciarmi andare senza una spiegazione-
-Già-
Notai che aveva gli occhi lucidi -Che fai piangi?-
-Ma che?! I tuoi discorsi fanno solo così schifo che mi fanno lacrimare gli occhi come le cipolle-
-E i tuoi paragoni fanno più schifo dei miei discorsi-
Ridemmo. Passammo tutta la giornata assieme. Poco prima di dividerci per andare a dormire Nina mi raccomandò prudenza. Annuii dopo aver alzato gli occhi al cielo.
-Sei sempre la solita-
-Tanto lo sai che un modo per uscire dai guai lo trovo-
Ed era davvero così: lo trovavo sempre. Avevo solo bisogno di un buon piano e speravo nella collaborazione dei miei amici.
YOU ARE READING
Despotic
Science FictionIl mondo è un posto così strano. Ha vissuto più anni di guerra che di pace. Tutto ciò che si vuole è il controllo. Un controllo che potrebbe mettere fine a molte cose, potrebbe risolvere molti problemi e far ritornare definitivamente la pace. Ma que...