Tender Love

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È in ritardo, di nuovo.
Infila frettolosamente il cappotto, afferra la tracolla e – dopo aver controllato di avere con se chiavi e cuffie – si chiude la porta del suo appartamento alle spalle.
Il venticello fresco lo colpisce in pieno viso quando varca la soglia dell'androne. Socchiude gli occhi riducendoli a due mezze lune maledicendosi per non essersi messo la sciarpa, ed imbocca il sentiero in ciottoli che porta al parcheggio.
In pochi minuti è davanti all'entrata di servizio del café in cui lavora, e storce il naso immaginandosi già la ramanzina che il suo superiore sprecherà a dedicargli. Eppure, quando entra nello spogliatoio non c'è nessun signor Choi dal viso corrucciato ad aspettarlo. Si cambia, quindi, velocemente prima di raggiungere la sala principale e posizionarsi dietro al bancone.
Seokjin lo scruta, gli sorride e gli fa cenno di avvicinarsi.
"Lo so, sono in ritardo anche oggi..." Ma l'amico lo blocca prima che possa sputare fuori fiumi di scuse.
"Il signor Choi mancherà per qualche giorno a causa dell'influenza, tranquillo. - Afferma semplicemente l'altro prima di continuare – Adesso va e cerca di non far aspettare ancora il tuo cliente preferito." Nota un leggero ghigno divertito sul viso di Seokjin, mentre sposta lo sguardo in direzione del terzo tavolo sulla destra.
Ed eccolo lì, Jimin quasi si incanta ad osservare come i capelli nero pece gli ricoprono la fronte, o come il suo sguardo si sposti voracemente sulle parole del libro che tiene fra le mani.
Eccolo lì, Min Yoongi.

Posa sul tavolino in legno chiaro un caffè macchiato ed un muffin al cioccolato. L'altro non sposta lo sguardo dal suo libro fino a quando non sente il tintinnio del cucchiaino contro la ceramica del piattino.
"Grazie ma.." Prova a dire, ma quando il suo sguardo si posa sulla testa rosa pastello che lo ha appena servito, Yoongi non può che starsene zitto e sorridere.
"Questa è la specialità del giorno, appena sfornato." Dice Jimin ricambiando il sorriso e portandosi il vassoio al petto. Si inchina leggermente e ritorna alla sua postazione, osservando da lontano come Yoongi sorrida sornione mentre aggiunge una bustina di zucchero all'interno del suo caffè.
Non sa di preciso da quanto vada avanti e né di come sia evoluta quella situazione, ma in poco tempo quel ragazzo è diventato un suo cliente fedele. Jimin da un lato è estremamente lusingato: adora quando i clienti chiedono espressamente di essere serviti da lui, e questa felicità non può che aumentare quando a richiederlo è un ragazzo così carino.
Dall'altro però, è troppo tempo che i due si comportano in questo modo senza mai essersi spinti oltre delle semplici presentazioni formali. Jimin vorrebbe tanto fare qualcosa – ad esempio chiedergli di uscire e scoprire perché ogni volta lascia che sia lui a scegliergli il dolce – ma quando incrocia lo sguardo profondo di Yoongi, sente semplicemente le guance andare in fiamme e la gola seccarsi.
Seokjin, come metà dello staff, ha da tempo capito che tra i due c'è una certa attrazione e sa anche con certezza, che entrambi sono due perfetti idioti aspettando in una prima mossa che – a quanto pare – nessuno dei due si deciderà mai a fare.
E nonostante provi ad incoraggiare l'amico, Jimin sembra ignorare i suggerimenti di Seokjin e ritorna a concentrarsi semplicemente sulla figura minuta di Min Yoongi.

Succede però, dopo una settimana esatta, che qualcosa finalmente cambi.
Jimin è fermo da mezz'ora con lo scontrino posato sul bancone e lo sguardo che si sposta dal pezzo di carta, al viso di Yoongi. Seokjin è riuscito, dopo fin troppi discorsi di incoraggiamento, a convincerlo ad intavolare una conversazione con il ragazzo. Nonostante adesso sia intenzionato, Jimin non riesce a muovere un passo. Sente un fastidioso formicolio bloccare i suoi piedi sul parquet del locale e i palmi delle mani troppo sudati.
Si da mentalmente dello stupido perché, diamine, deve affiancare semplici parole tra di loro e Yoongi non lo divorerà di sicuro. Eppure, la paura lo sta logorando lentamente. Ma mentre aspetta che i suoi piedi possano ascoltare i suoi comandi, Yoongi si è spostato ed ha raggiunto la cassa.
"Tutto bene?" Chiede preoccupato.
"Tutto bene, ecco a te." Jimin vorrebbe congratularsi con se stesso per aver pronunciato quella piccola frase di senso compiuto senza balbettare. Gli sorride mentre porge lo scontrino e aspetta che Yoongi gli allunghi il resto. Quando questi se ne sta per andare, sente il bisogno di richiamarlo.
"Yoongi! – quindi dice, alzando un po il tono della voce affinché l'altro possa sentirlo – Buona giornata." Ed il sorriso che si apre sul viso di Yoongi basta e avanza come risposta.

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