Coming back.1

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La sveglia cominciò a suonare, ed io ,ancora addormentata,mi alzai dal letto e camminai a stento verso il bagno.

Sul lavandino erano già appoggiati i vestiti puliti che infilai dopo una lunga doccia calda.
Mi pettinai velocemente i miei lunghi capelli castani ,ma non mi truccai essendo troppo addormentata per riuscire a non accecarmi col mascara.

Perlustrai la casa centimetro per centimetro e controllai velocemente che fosse tutto a posto.
Tornai in cucina e, dopo aver sgranocchiato una barretta alla frutta, afferrai il telefono e le chiavi appoggiati sul tavolo.
Mentre uscí di casa ricevetti un messaggio :"Entrata principale",avendo già il telefono in mano chiamai un taxi che arrivò sotto caso dopo pochi minuti.

"Dove la porto?"
"Aereoporto"

Erano le tre di notte e le strade erano quasi deserte quindi ci impiegammo un'oretta per arrivare nel parcheggio dell' O-Hare. Con i ragazzi
con cui sarei partita avevo appuntamento all'entrata dell'aeroporto. Ero l'ultima ad essere arrivata.

"Allenby, muovi quel culo che siete in ritardo!" mi urlò Jake,il capo del reparto di Chicago."sai già che cosa dovete fare, l'aereo è là infondo,cercate di non farvi vedere troppo." Fece una piccola pausa "Ho parlato stamattina con quei bastardi di New York .."si grattó la nuca ed era probabilmente in imbarazzo.

"E quindi.."risposi evidentemente scocciata,odio quando la gente non finisce il discorso,subito.

"Rimarrai sei mesi o anche di più.."

"Cosa?! Stai scherzando,spero"fece cenno di no con la testa e io per rabbia diedi un calcio a una delle mie due valigie guadagnandomi sguardi dagli altri.
"Stronzi. Ma dovevo rimanere solo due settimane,non hai provato a parlarci?"

"Lasciami finire..
Se te la cavi ..lavorerai come secondo del capo."mi strozzai con la mia stessa saliva per quel che aveva appena detto.
Quasi nessuno aveva mai visto il 'big boss' tranne i secondi a lui ed era un lavoro più che importante.

"Bhe questo cambia tutto!"

"Già così ti potrai vantare con me"e rise,infatti anche lui era uno di loro. Mi fece ricordare che se dovevo stare veramente sei mesi in quella merda di New York non avrei saputo cosa fare senza la risata di Jake.
Lo salutai per ,forse, l'ultima volta e lui fece un gesto inaspettato,mi abbracciò,non era da lui e nemmeno da me ,ma ricambiai lo stesso ,mi accorsi bene che mi sara mancato.
Era stato proprio lui a 'salvarmi' dalla strada,adesso la strada è casa mia ma in un senso diverso.
Mi inebriai col suo profumo di menta e fumo prima di seguire gli altri verso l'aereo ,inaspettatamente mi afferrò per il polso e mi avvicinò a lui cautamente e mi sussurró all'orecchio un "Stai attenta."
Non sapevo a cosa si alludesse ,ma mi preoccupó leggermente. Ho rischiato molte volte la vita e nessuno mi aveva mai detto niente.
Non potei chiedere spiegazioni che era già in moto sulla sua Lamborghini nera ,come la notte,che quasi si confondeva nel buio,quel buio che mi aveva fatto vivere.

Raggiunsi gli altri mentre ripondevano le loro valige sull'aereo ed io faccio lo stesso.
Non era una aereo di lusso,ma da trasporti con alcune panche di legno e scatoloni sparsi qua e là.
Entrai e mi sedetti per terra in un angolo ,vicino a degli scatoloni.
Avevo voglia di star da sola e non conoscevo nessuno,solo molto solitaria, specialmente di mattina.
Presi le mie cuffiette dallo zaino e cominciai ad ascoltare 'Lose yourself ' di Eminem. È un artista che mi piace molto e sento le sue canzoni molto vicine,visto che ha vissuto una vita molto simile alla mia.

Mentre rovistavo nello zaino trovai il mio diario,lo avevo comprato quando ero andata via da New York per raccontare la mia nuova vita,ma non avevo mai scritto niente a parte una paginetta. Così decisi di prendere una penna e scrivere(seconda pagina di diario 'start').

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 21, 2017 ⏰

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